Spunta l'avvocato dei misteri di P. Col.

Spunta l'avvocato dei misteri Spunta l'avvocato dei misteri Interrogato David Mills, l'ideatore di società off-shore di Fininvest MILANO. Avvolto da una cortina di mistero, si è svolto ieri pomeriggio nella procura milanese l'interrogatorio dell'avvocato inglese David Mills. Il legale, considerato l'ideatore del sistema estero di società off-shore della Fininvest, è stato sentito in qualità di testimone, accompagnato solo da un traduttore, in uffici inaccessibili ai giornalisti. Il confronto, durato diverse ore, si è svolto sull'analisi della gigantesca documentazione raccolta dai pm di Mani Pulite a Londra, sia nello studio del legale che in altre società Migliaia di carte, ancora custodite in procura, per le quali davanti all'Alta Corte di Londra è stata combattuta ima dura battaglia durata sei mesi e che ha visto uscire sconfitti gli avvocati della Fininvest. Mills, giunto in Italia l'altro ieri, è stato sentito inizialmente dal pm Margherita Taddei, raggiunta successivamente dal collega Francesco Greco. Una testimonianza avvenuta nel più stretto riserbo, dove Mills, già ascoltato qualche settimana fa a Londra, sembra sia stato invitato a chiarire l'origine di alcune carte e l'effettiva proprietà di alcune società attribuite alla costellazione estera del Biscione. La deposizione dell'avvocato d'affari dovrebbe proseguire oggi e domani. Il pm Taddei ha infatti fatto sapere che non potrà essere presente alla seconda udienza prelimmare, prevista questa mattina, per l'inchiesta sull'acquisizione di Reteitalia (Fininvest) della Medusa distribuzione cinematografica. Per questa vicenda, nella richiesta di rinvio a giudizio del pm Taddei, figurano come imputati Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, due componenti del consiglio d'amministrazione di Reteitalia, Carlo Bernasconi e Livio Gironi, e l'ex presidente Fininvest Giancarlo Foscale, cugino del Cavaliere. Tutti devono rispondere di falso in bilancio e appropriazione indebita. Ieri mattina si è svolta la prima parte dell'udienza preliminare davanti al gip Cristina Mannocci. Secondo l'accusa per l'acquisizione della Medusa, nel 1988, furono pagati 30 miliardi dei quali solo 20 furono iscritti a bilancio, mentre altri 10 sarebbero finiti su due libretti al portatore a disposizione di Silvio Berlusconi. L'avvocato Ennio Amodio, difensore del leader di Forza Italia, al termine dell'udienza ha dichiarato di aver prodotto una perizia nella quale «è dimostrata la congruità della somma pagata da Reteitalia. 110 miliardi ha spiegato il legale - sono una somma per rapporti pregressi tra i soci e la famiglia Berlusconi». Amodio ha quindi aggiunto che il reato di appropriazione indebita contestato agli imputati è amnistiato dal 1989: «Nel 1995 Borrelli ha chiesto che si procedesse ugualmente unendo il processo a quello di falso in bilancio, pur sapendo che per l'appropriazione indebita il reato era estinto per intervenuta amnistia». «Evidentemente - ha aggiunto Amodio - questa richiesta è stata fatta perché è un processo contro Silvio Berlusconi». Nell'udienza di ieri i difensori degli imputati hanno sollevato alcune questioni relative alla completezza del fascicolo processuale e alla proroga delle indagini chieste a suo tempo dal pm. «Ci siamo accorti - ha detto Amodio - che manca un verbale di Scabini (ex responsabile della tesoreria Fininvest, ndr) e mancano alcuni prowedimenti di sequestro e acquisizione atti». Sulle questioni sollevate dalle difese, il gip deciderà oggi. [p. col.]

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