«Ma io meriterei il trionfo» di S. 1.

«Ma io meriterei il trionfo» «Ma io meriterei il trionfo» ROMA. «Se si spiegassero a un osservatore straniero le riforme fiscali che stiamo facendo in Italia egli si meraviglierebbe che il ministro delle Finanze non sia portato in trionfo nelle piazze...». Così il ministro Visco, respingendo le accuse del Polo ai provvedimenti fiscali. «Ma come - ha detto a un convegno della Uil - ho proposto una riforma del Fisco che abbassa l'imposizione sul reddito delle imprese di 20 punti e il costo del lavoro di 5 punti e c'è chi ancora continua a sostenere che con le deleghe abbiamo aumentato le tasse. Si vuole far credere ai contribuenti che nelle deleghe ci siano chissà quali nefandezze. Invece si realizza mia colossale semplificazione del sistema con l'eliminazione di tasse e contributi sanitari. La sola semplificazione porterà un beneficio alle imprese come risparmio per gestione del Fisco di circa 2000 miliardi». [AdnXronos] rispetto al grosso della riforma Visco, prevede tra l'altro la revisione dei regimi speciali e delle detrazioni concesse per questa imposta, allo scopo di allargarne la base imponibile. Il ministro delle Finanze, di cui si conosce il desiderio di lasciare sul sistema fiscale l'impronta di un disegno organico, sostiene che lo strumento della delega fu utilizzato nello stesso modo per la riforma del '71-'73 e nessuno allora parlò di «dittatura fiscale». Secondo Visco «allora si introdusse l'Ilor in poche righe e si rior¬ dinò la tassazione delle imprese dettando solo alcuni principi». Quella del Polo, afferma il ministro, «è una campagna di menzogne e di odio che sta facendo perdere alla gente il senso di ciò che si è fatto. La riforma riduce l'aliquota marginale sui redditi di impresa di venti punti e il costo del lavoro di cinque punti; semplificando i tributi ridurrà i costi amministrativi delle imprese di circa duemila miliardi. Un osservatore straniero si meraviglierebbe che il ministro delle Finanze non sia portato in trionfo sulle piazze. Ma questo Paese si risana entro due anni o va a fondo». L'altra modifica alla manovra '97 concordata nella riunione di ieri tra il governo e i gruppi di maggioranza al Senato riguarda il divieto di cumulo pensionereddito (già abbassato al 50% dalla Camera) per commercianti e artigiani. Qui, al contrario dell'Eurotassa, dove gli autonomi protestavano contro una diversità di trattamento a loro sfavorevole, si tratta della difesa di un privilegio che gli autonomi hanno rispetto ai dipendenti. Si trattava anche dell'unico taglio alle pensioni contenuto nella manovra: prova di quanto poi sia difficile votarli davvero, i tagli. Rinnovamento aveva sollevato la questione «per non lasciare al Polo il monopolio dei ceti medi»; ieri ha accettato di ridiscuterla per legge ordinaria, in base a un ordine del giorno che il Senato approverà; si sta cercando la copertura finanziaria per rinunciare al taglio, circa 400 miliardi. E per fare il punto della situazione il presidente del Consiglio Romano Prodi ha incontrato ieri sera a Palazzo Chigi il ministro del Tesoro e Bilancio Carlo Azeglio Ciampi, [s. 1.]

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, Visco

Luoghi citati: Italia, Roma