Nove procure si dividono l'«archivio fantasma»
Vertice a Roma per le carte del Viminale Vertice a Roma per le carte del Viminale Nove procure si dividono r«qrchivio fantasma» Super-perizia sul materiale ritrovato «Scopriremo se ci fu un complotto» ROMA. Riunione a Roma tra i magistrati di nove procure impegnate in inchieste su fatti di terrorismo degli ultimi 25 anni: l'oggetto sono stati i documenti dell'archivio dell'ufficio affari riservati del Viminale ritrovati il mese scorso. Una parte delle centinaia di dossier ritrovati è già stata sequestrata dai magistrati milanesi che indagano sulla strage di Piazza Fontana, mentre un'altra parte è stata acquisita dai magistrati romani, titolari dell'inchiesta sul disastro di Ustica. Un'analoga riunione si era già svolta la scorsa settimana a Milano, ma anche prima del ritrovamento dell'«archivio fantasma» i magistrati che indagano sul terrorismo nero si erano incontrati più volte per scambiarsi informazioni e coordinare le indagini. Stavolta i magistrati hanno voluto sottolineare che c'è il massimo coordinamento tra le procure e hanno cercato di smorzare le attese: non bisogna creare aspettative eccessive sul contributo alle indagini che può provenire dalle nuove carte hanno spiegato - e neanche creare eccessivo allarme sull'esistenza di «documenti fuori controllo», anche se su quest'ultimo punto la procura di Roma ha avviato un'indagine. «Abbiamo discusso come gestire questo enorme materiale, sicuramente interessante, ha spiegato al termine del meeting Maria Grazia Pradella, titolare dell'inchiesta sulla strage di Piazza Fontana. «Lo conosciamo ancora solo parzialmente, ma speriamo e crediamo che ne possa venire un contributo alle indagini» e poi ha ammonito a non saltare alle conclusioni e «scrivere, come ho letto su qualche giornale, che ci sono Il pm Maria Gra a Pradella documenti sull'uccisione di Enrico Mattei, mentre, a quel che ho visto finora, l'unico Mattei menzionato è il neofascista Antonio». Il magistrato ha aggiunto che «non risulta che il reperto relativo all'attentato a un treno a Pescara nel 1969 sia mai stato segnalato all'autorità giudiziaria, tanto che questa ha chiesto di acquisirlo». «Motivo di interesse è proprio la mancata memorizzazione di queste carte, a prescindere dal fatto che avrebbe dovuto essere portato a conoscenza dell'autorità giudiziaria», ha spiegato il sostituto Saviotti, che con Ormanni, Ionta, Salvi e De Crescenzo compone il pool romano che indaga sull'archivio fantasma: tutti hanno preferito non precisare quale ipotesi di reato abbiano formulato, ma hanno spiegato che tra i nodi da sciogliere uno è fondamentale: si è trattato appunto di mancata memorizzazione o c'è stata una vera e propria opera di cancellazione nell'archivio informatizzato? Per dare risposta a questi interrogativi, le procure di Roma e Milano hanno intanto affidato una consulenza ad alcuni esperti di archivistica che dovranno mettere ordine nel materiale prima che si passi all'esame approfondito dei singoli documenti. Mentre per i circa 40 scatoloni di carte inviate a Milano si tratta di un sequestro mirato (si tratta di carte relative al periodo che va dalla metà degli Anni 60 alla fine del decennio successivo), per gli oltre 100 mila fascicoli acquisiti a Roma, al di là dei titoli dei fascicoli stessi, estremamente generici, non si sa ancora da chi siano stati prodotti né il periodo al quale fanno riferimento, [r. cri.] Il pm Maria Grazia Pradella
Persone citate: De Crescenzo, Enrico Mattei, Ionta, Maria Grazia Pradella, Mattei, Ormanni, Pradella, Salvi, Saviotti
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