La Stampa - Consultazione Archivio

Arresti domiciliari per «Chicchi» Arresti domiciliari per «Chicchi» Ieri, alle 23, ha lasciato il carcere Resta ignota la sua destinazione PERUGIA. «Pacini, come sono stati questi mesi passati in carcere?». «Un po' duri!». Pier Francesco Pacini Battaglia ha lasciato ieri il carcere di Perugia alle 23, a bordo di un'ambulanza della Croce Rossa italiana, attrezzata come centro mobile di rianimazione. Il gip del tribunale di Perugia gli ha concesso infatti gli arresti domiciliari, come ha riferito uno dei suoi difensori, l'avvocato Rosario Minniti. Il mezzo si è quindi allontanato velocemente, scortato da una vettura della polizia penitenziaria; alcuni agenti sono entrati nell'ambulanza, sulla quale ha preso posto anche un infermiere. Pacini Battaglia detenuto dal 15 settembre scorso - è apparso in buone condizioni di salute, anche se stanco. Indossava un cappotto blu, un cardigan dello stesso colore, camicia a quadri e pantaloni grigi. E' uscito camminando in modo deciso, abbozzando un sorriso e tenendo in mano un borsone. I giornalisti che lo aspettavano davanti al carcere gli hanno anche chiesto come avesse accolto la notizia degli arresti domiciliari. «Con gioia», ha risposto il banchiere. Infine, quando era già all'interno dell'ambulanza, un cronista gli ha chiesto quale fosse la sua destinazione e Pacini ha risposto: «Vado a Roma», con tono apparentemente ironico. Sull'effettiva località scelta per gli arresti domiciliari c'è infatti incertezza. Secondo indiscrezioni sarebbero stati stabiliti tre percorsi alternativi, per altrettante località. II finanziere è accusato di corruzione nell'ambito del filone dell'inchiesta sulle presunte «toghe sporche». Per la stessa vicenda gli erano stati già concessi i «domiciliari» dal gip della Spezia, ma poi il provvedimento era stato revocato dal giudice perugino. Arresti domiciliari anche per Emo Danesi. [r. i.] Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick