D'Ambrosio non ci sta «Accuse incredibili» di Paolo Colonnello

D'Ambrosio non ci sta «Accuse incredibili» IL GIUDICE E IL COMPAGNO D'Ambrosio non ci sta «Accuse incredibili» IMILANO INCREDIBILE, davvero incredibile.'Il bello è che poi noi ci lavoriamo, con il presidente della Commissione stragi». Il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio scuote la testa mentre legge le dichiarazioni di Giovanni Pellegrino. Il senatore pidiessino parla di «un disegno strategico della magistratura» per «dilatare alcune ipotesi di reato», come nel caso di Mara Venier «diventata incaricato di pubblico servizio». Insomma, un'accusa velata di golpe strisciante, che lascia D'Ambrosio «esterrefatto». Un brutto colpo, dottore? «Non posso crederci: Pellegrino riprende gli argomenti usati per respingere le richieste di autorizzazione a procedere per Antonio Natali, da tutti riconosciuto come il creatore del sistema tangenti». Dottor D'Ambrosio, non vorrà certo paragonare la Venier con il defunto senatore Natali? «Macché, anzi. E' Pellegrino che usa questi argomenti strumentalizzando un nome popolare come quello di Mara Venier che con Mani Pulite non c'entra nulla. E poi sulla questione degli incaricati di pubblico servizio, in aziende partecipate da enti pubblici, la Cassazione ci ha dato ragione mille volte». Pellegrino sostiene anche che il vostro scopo era «contare di più», ma che il progetto è fallito perché ad un certo punto è scattato il controllo di una procura sull'altra. «Non è vero che vi siano state iniziative autonome di controllo tra le procure. La prima volta Brescia ha indagato su di noi su sollecitazione dell'allora ministro Mancuso sulla vicenda di De Pasquale-Cagliari. Una cosa che non Kt ava né in cielo né in terra sotto il profilo giuridico. Poi siamo stati messi sotto inchiesta su denuncia dell'ex premier Berlusconi. Se queste a Pellegrino sembrano iniziative di controllo autonome tra procure! Non si può dimostrare una tesi ricorrendo ad argomenti falsi. Da una parte mi sembrano dichiarazioni fatte da un parlamentare della Prima Repubblica, dall'altra le solite analisi interessate di tentativi di golpe di cui ci accusa il Polo». Stavolta a parlare è però un autorevole esponente del pds, con cui, lei stesso dice, avete scambi di collaborazione. «Infatti stupisce cne dichiarazioni del genere vengano da una persona sicuramente per bene, un politico capace. E quindi sono sconcertato. Cosi si stravolge la realtà, visto che Pellegrino, per suffragare le sue tesi, cita anche una tavola rotonda pubblicata da Le Monde, e poi da La Stampa, cui parteciparono Borrelli e Colombo nel 1993. Viene da chiedersi cosa c'è dietro». Già, secondo lei cosa c'è? «Non lo so. Comunque se si vuole impedire alla magistratura di poter svolgere le indagini preliminari, di lavorare, lo si dica chiaro e tondo. Del resto lo ha dichiarato lo stesso Pellegrino la scorsa settimana: o la magistratura toma nei ranghi di prima del '92, sottintendendo che prima di quella data le indagini non si facevano perché non lo volevamo noi, mentre invece la realtà era che ci negavano le autorizzazioni a procedere, oppure si accetta la separazione delle carriere. E allora bisogna avere il coraggio di dire che si vuole anche il pm sotto il controllo diretto dell'esecutivo». Pellegrino vi accusa anche di aver voluto operare un controllo fuori dalle vostre competenze. E forse nel vuoto politico che si era creato, a volte la sensazione è stata data. «E' chiaro che noi non vogliamo operare alcun controllo sui politici. Ma tangentopoli, forse molti l'hanno dimenticato, era un sistema cosi diffuso che ha portato l'Italia sull'orlo del fallimento». Pellegrino aggiunge che alla fine di Mani Pulite verranno condannate in carcere non più di una ventina di persone. E' d'accordo? «Ma come si fa a sostenere una cosa del genere: è dal '93 che dico di accelerare i processi davanti ai gip. Ci sono almeno un migliaio di persone rinviate a giudizio. Solo che ormai, per i processi importanti di Mani Pulite, siamo arrivati al punto che si fissano udienze ogni 15 giorni». Gli ultimi lanci d'agenzia riferiscono dichiarazioni del suo collega veneto Carlo Nordio, che si dice favorevole all'amnistia sostenendo che Mani Pulite è stata inutile. «Ma cosa devo dire? E' meglio che non risponda se no m'impacchettano. Quando si arriva a convergenze cosi precise, finisce ogni possibilità di dialettica. E senza dialettica...». Paolo Colonnello Il pidiessino: i pm hanno occupato un vuoto ma non è mai esistito un «piano di conquista» A sinistra il procuratore aggiunto di Milano Gerardo D'Ambrosio «E pensare che noi e Pellegrino lavoriamo insieme...» A destra: il procuratore Francesco Saverio Borrelli

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