«Prima i posti di lavoro, poi il profitto

«Prima i posti di lavoro, poi il profitto «Prima i posti di lavoro, poi il profitto » 7/ Papa ai sindacati: dovete pensare a un nuovo ruolo L'ALLARME DI WOJTYLA LCITTA' DEL VATICANO A tecnologia non uccida i posti di lavoro e i sindacati difendano la solidarietà contro la frammentazione sociale. Tra questi due poli ha oscillato ieri il discorso che Giovanni Paolo II ha rivolto a trenta persone, un pubblico ristretto ma eccezionale: si trattava infatti dei leader sùidacali di venti Paesi, insieme ai vertici del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. L'udienza con il Papa è arrivata nel primo dei due giorni di una riunione a porte chiuse, in Vaticano, che ha lo scopo di analizzare lo scenario delle trasformazioni lavorative mondiali. Un tema, si sa, caro al Papa, che cita spessi il suo passato di operaio e al lavoro ha dedicato tre encicliche. Il discorso papale è stato breve, ma denso di concetti e princìpi che hanno colpito la platea. «Le innovazioni tecnologiche hanno lo scopo di accrescere la produttività, ma la riorganizzazione del processo produttivo sta avendo serie e negative conseguenze per l'occupazione». Quella della maggiore efficienza è un'esigenza «legittima», ha riconosciuto il Papa, «ma a condizione che non sia motivata solo dal profitto» e quindi «rispetti il lavoro come un bene da salvaguardare». Alla fine di questa parte è arrivato un primo, duro giudizio, contro quel capitalismo che in alcune regioni del mondo .«sfrutta» i lavoratori, «disgregando» ogni valore morale. E in modo particolare «come non possiamo condannare l'inaccettabile comportamento di quanti, anche in regioni con solida base industriale, sfruttano il lavoro delle donne e specialmente dei bambmi?». Nel passaggio successivo, rifancendosi alla sua enciclica «Laborem exercens», il Papa ha ribadito che il lavoro appartiene alla sfera dei diritti fondamentali, perché consente all'uomo di mantenere la propria famiglia e lo inserisce come partner attivo della comu¬ di nità più ampia cui è parte. Ma occorre allo stesso tempo guardare al futuro. E per futuro si intende la «globalizzazione» e la diffusione delle «nuove tecnologie», due espressioni che stanno guadagnando spazio nei discorsi del Papa degli ultimi tempi. «I nuovi problemi, portati dalla globalizzazione delle economie e dall'introduzione delle nuove tecnologie, richiedono un ripensamento del ruolo dei sindacati e un nuovo modo, per loro, di rappresentare gli interessi dei lavoratori nelle diverse situazioni». In un contesto che muta rapidamente, ci sono tuttavia dei principi che vanno tenuti l'ermi. Primo: il diritto dei lavoratori ad associarsi e quindi il ruolo dei sindacati non va toccato. Secondo: alla frammentazione si risponde con la solidarietà, perché «l'uomo è la principale risorsa dell'uomo stesso», e qui il Papa ha citato la sua ultima enciclica sociale, la «Centesimus Annus». A conclusione, ancora un richiamo ai sindacati: hanno un «molo diretto» nella costruzione di un mondo veramente giusto e democratico, arricchito dalla responsabile ed attiva partecipazione di ognuno nell'economia, come in ogni importante area della vita». Dopo il discorso del Papa, i convegnisti hanno ripreso i loro lavori. Per l'Italia sono presenti i leaders di Cgil e Cisl, Sergio Cofferati e Sergio D'Antoni; tra gli altri, spiccano il presidente del sindacato polacco Solidarnosc e i vertici delle organizzazioni intemazionali del lavoro. Luca Tornasi Giovanni Paolo II bacia un bimbo durante la visita a una parrocchia

Persone citate: Annus, Giovanni Paolo Ii, Luca Tornasi, Sergio Cofferati, Sergio D'antoni

Luoghi citati: Italia