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«Testimonial per beneficenza» «Testimonial per beneficenza» Feltri: «Ecco il perché del mio replay» PUBBLICITÀ' E GIORNALISMO VMILANO ITTORIO Feltri insiste, ci prova gusto a farsi fotografare per pubblicità a piena pagina, sul «Giornale» che dirige. Cominciò a luglio: tenuta sportivo-elegante e pipa in mano. L'altro ieri troneggiava accanto a una maestosa bicicletta di tipo classico, ieri addirittura un'epifania in smoking: reclamizzava abiti di sartoria. Feltri, uno smoking scaligero per la prima di sabato? «Non ci vado neanche, alla Scala. Ci sono stato un paio di volte, ma mi sono accorto che non ne vale la pena: c'è troppa gente, è un'esibizione di se medesimi». E se ci incontrasse Romano Prodi? «Sono sicuro che non mi saluterebbe o direbbe qualcosa di sgradevole. Anche ieri l'ho attaccato dandogli del bugiardo, del falso trappista. Io sarei normale: l'ho conosciuto, e non mi era neanche antipatico. Non è una lotta personale, la mia, ma politica. Quando scrivo, cerco di trovargli dei nomignoli per rendere meno noioso il pezzo: non metto livore, mi viene anzi da ridere immaginando la faccia che farà». E se ci vedesse Scalfaro? «Allora ci ripenso, vado alla prima. L'ultima volta che l'ho visto, a una manifestazione a Roma, mi ha stretto la mano e mi ha detto: "Sono sereno". E io: "Si figuri io"». I denari incassati con queste ultime pubblicità sono devoluti sempre a una casa per anziani di Bergamo? «Sempre. E sono molti soldini. Una cosa sola mi ha dato noia: l'ordine dei giornalisti mi ha ingiunto di scrivere che queste campagne le faccio per beneficenza; se no mi sarei ben guardato dall'esibire una manfrina di bontà d'animo... In questo Paese ipocrita e cattocomunista agisco per piacere provocatorio. Voglio dimostrare che la pubblicità non inquina nessuno, tanto meno un giornalista». Perché si pettina con la riga in mezzo? «Ci si mettono loro, i capelli, dopo dieci minuti che li ho pettinati all'indietro. O devo cotonarmi come Letta?». [r. m.]