DALLA FINESTRA DI CALVINO

DALLA FINESTRA DI CALVINO DALLA FINESTRA DI CALVINO Due saggi e un convegno a Sanremo ffib UNICA cosa che vorrei insegnare è — I un modo di guardare, cioè di essere J in mezzo al mondo. In fondo la let' teratura non può insegnare altro». Su questa capacità di sguardo, una dote quasi rabdomantica ma coltiI vata negli anni con fredda precisioA ne, si fonda la poetica di Calvino, tiW nutrita sui modelli di Conrad e di Stevenson, e la sua stessa vocazione pedagogica che ha creato una schiera di epigoni. La sua idea di fare letteratura, espressa con la metafora ((far passare il mare in un imbuto», contiene un avvertimento profetico dell'attuale situazione letteraria: ((Adesso la letteratura tende a dimenticare l'imbuto: si crede che si possa scrivere tutto, si crede che il mare possa essere espresso e comunicato in quanto mare, e non si comunica né mare né niente, solo parole». Lo scrittore ligure sembra uno dei pochi scrittori necessari per varcare la soglia del secondo millennio, non soltanto per le qualità letterarie, ma soprattutto per il valore conoscitivo che egli attribuisce alla letteratura. Così lo giudica Marco Beipoliti in un ampio saggio, L'occhio di Calvino (Einaudi, pp. 286, L. 42.000), attenta indagine sugli ultimi vent'anni della sua attività creativa. E' in questo periodo, dalle Cosmicomiche in poi, che si precisa e si accentua un'idea di scrittura come atto mentale: «Mettere sotto controllo i segni, per generare storie che si compongono secondo precise regole astratte ed esatte». Un progetto già evidente nella trilogia araldica del Visconte, del Barone e del Cavaliere, che registra la scomparsa del personaggio, dimezzato, aereo o assente, e compiutamente realizzato nella trilogia combinatoria del Castello, delle Città invisibili e di Se una notte d'inverno, che sancisce il trionfo del lettore. Sul suo profilo di intellettuale e di critico-editore offre preziose indicazioni il denso volume di Giorgio Bertone, Italo Calvino, Il castello della scrittura, uscito qualche tempo fa sempre presso Einaudi (pp. 331, L. 32.000). Dai primi scritti dello scrittore ligure ai suoi rap- «Calvino: uno scrittore per il prossimo millennio» è il tema del convegno internazionale organizzato dal Comune che si apre oggi a Sanremo (fino al 1° dicembre, Teatro Ariston). Intervengono, fra gli altri, Francesco Biamonti, Gian Luigi Beccaria, Marco Belpoliti, Luciano Berio, Maria Corti, Daniele Del Giudice, Giulio Einaudi, Ernesto Ferrerò, Giulio Ferroni, Carlo Ossola, Edoardo Sanguineti porti con Pavese, iniziale punto di riferimento del suo lavoro editoriale, da cui eredita «laconicità e insocievolezza», con Primo Levi, affine per laica razionalità e uso di una lingua precisa e comunicativa, e con Natalia Ginzburg, interlocutrice preziosa nel lavoro di editor in casa Einaudi, Bertone traccia una serie di indicazioni volte a scoprire il suo autobiografismo mascherato. La sua ambizione giovanile, quel ((progetto di costruzione d'una nuova letteratura che a sua volta servisse alla costruzione di una nuova società», incontrerà una serie di ostacoli e delusioni, ma non scalfirà l'idea dell'intellettuale «che lavora (oltre che ai propri libri) a far sì che la cultura del suo tempo abbia un volto piuttosto che un altro». Nell'ultima stagione Calvino si allontana dalla realtà per chiudersi nel libro come mondo (Se una notte d'inverno un viaggiatore) o nel mondo come libro (Palomar) puntando ad una osservazione microscopica del reale. Se la griglia per «tramare il mondo» è composta da due fui, la scrittura e la lettura, Belpoliti costruisce la sua analisi a specchio del metodo di Calvino, interpreta cioè il testo attraverso le sue metafore più tipiche: la mappa, il labirinto, la scajqcbiera^la spirajle^cete. Questi archetipi figurativi erano per lo scrittore ligure uno strumento per tentare di catturare il mondo, avvertito come «superficie inesauribile»: la mappa è un tentativo di ordinare i segni del reale, il labirinto è il luogo dello smarrimento, dell'incapacità di determinare un ordine, la scacchiera è lo spazio combinatorio da cui si generano le storie, la spirale è la ricerca di un centro. Il catalogo delle città narrate, la rete dei possibili narrativi approdano a un gioco combinatorio che riflette l'azzeramento della realtà e percepisce la vertigine del vuoto. Nasce di qui il manierismo dell'ultimo Calvino, che è anche il suo limite, frutto di una delusione storico-sociale e di un'angoscia dell'inesauribile. In questa direzione Belpoliti interpreta la sua passione per la fotografia e per la pittura (Klee, Morandi, Picasso, Melotti, Arakawa, Paolini), come desiderio cioè di esaurire tutte le immàgini possibili. L'attenzione ai dettagli, alla luce riflessa degli oggetti, alla loro superficie e tessitura cromatica, sembra l'ultima possibilità che rimane allo scrittore alle soglie del terzo millennio. Il suo occhio-mente, il suo modo di guardare le cose (((vedere vuol dire percepire delle differenze») approda a una gelida passività dell'io («l'io non è altro che la finestra attraverso la quale il mondo guarda il mondo») e a una sua eclisse nello stesso atto della scrittura: «Se fossi solo una mano, una mano mozza che impugna la penna e scrive». Massimo Romano Marisa Bui gheroni Apprendista del sogno tnativa pp. 252, L. 25.000 Gianni D'Alessandro Se un dio pietoso e poi... Ludwig Wittgenstein Filosofia «I filosofi sono come bambini, che prima scarabocchiano su un foglio di carta c poi chiedono: che cos'è?». A cura di Diego Marconi Traduzione di Marilena Andronico RUegato.pp. 128, L 25.000 Roberto Esposito L'origine della politica Hannah Arendt o Simone Weil? La politica e la guerra, la verità e il male. Un intenso corpo a corpo tra le due maggiori pensatrici del secolo. pp. 128, L 16.000 Werner Hofmann /fondamenti dell'arte moderna I PRESUPPOSTI IL NOVECENTO Un magistrale quadro d'insieme dell'arte contemporanea. Le motivazioni che hanno trasformato l'espressione artistica. Traduzione di Caterina Cardamone Due volumi in cofanetto con 48 pp. di UL.pp. 480, L 70.000 Arte Teresa Calvano Viaggio nel pittoresco Il giardino inglese tra arte e natura La riconquista del «paesaggio» nell'Inghilterra tra Sette e Ottocento. Rilegato con 72pp. diill.pp. 300, L 80.000 Charles-Augustin Sainte-Beuve Ritratto di Leopardi Un grande italiano raccontato da un grande francese. A cura di Carlo Carlino Intoduzione di Antonio Prete pp. 96, L 14.000 Goffredo Fofi Strade maestre Ritratti di scrittori italiani Il rapporto vivo e intenso con la letteratura da parte di un lettore sregolato e di un critico senza scuola. pp. 222, L 35.000 Carlo Cattaneo Geografia e storia della Sardegna «Amano la caccia, le armi, i cavalli. Concordi nelle famiglie, si fanno religione della vendetta». A cura di Carlo Carlino Introduzione di Gian Giacomo Ortu pp. 176, L 40.000 James George Frazer L'avvocato del diavolo lì'ruolo della superstizione nelle società umane «Una difesa attendibile di un cliente fortemente sospetto». A cura di Cristiano Camporesi pp. 240, L 35.000 Alberto M. Banti Storia della borghesia italiana L'età liberale Gli interessi economici, le scelte politiche, le idealità dei ceti borghesi, in un affresco storico di grande respiro. Rilegato,pp. 416, L 50.000 Storia Marco Meriggi Breve storia dell'Italia settentrionale dall'Ottocento a oggi Le origini e gli sviluppi della «questione settentrionale» in una sintesi di grande equilibrio storiografico. pp. 176, L 28.000 M. Bolognani F. Garibaldo La società dell'informazione Le nuove frontiere dell'informatica e delle telecomunicazioni Un settore industriale decisivo alla ricerca di una «politica». pp. 192, L 30.000 Attualità Ilvo Diamanti // male del Nord Lega, localismo, secessione La crisi italiana vista dalle sponde del Po. pp. 144, L 18.000

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