«Parlare con i morti? E' possibile»

«Parlare con i morti? E' possibile» Ma l'«Osservatore Romano» mette in guardia a non cadere nel satanismo «Parlare con i morti? E' possibile» / teologi: Dio permette che ci mandino messaggi DIALOGHI CON L'ALDILÀ' PCITTA' DEL VATICANO ER la Chiesa cattolica i contatti con l'aldilà sono possibili, anche se occorre prudenza, per non sconfinare nell'esoterismo o, peggio ancora, nel satanismo. Il tema del dialogo con il mondo dei morti, insieme con la presenza del diavolo nella storia e nella vita quotidiana, fa parte delle questioni destinate a riaffacciarsi periodicamente all'attenzione dei teologi. E ieri a sollevare di nuovo interrogativi mai sopiti ci si è messo il quotidiano cattolico «Avvenire», suscitando reazioni ma positive addirittura in padre Gino Concetti. Padre Concetti è un francescano, noto come il maggior teologo dell'«Osservatore Romano». E per padre Concetti sono possibili «contatta o anche «comunicazioni» olt. a barriera della vita. «La Chiesa hj spiegato - crede nella comunione dei santi. Ciò significa che è possibile una comunicazione tra coloro che vivono su questa terra e coloro che vivono in uno stato di riposo eterno, in Paradiso o in Purgatorio». Allargando il ventaglio delle ipotesi, «può anche essere che Dio permetta ai nostri cari di inviarci messaggi per guidarci in certi momenti della nostra vita». Dal punto di vista della fede, queste comunicazioni dimostrano «che l'anima sopravvive, il dialogo non è spento» e la morte «non dissolve una persona». Naturalmente padre Concetti sa di addentrarsi in un terreno difficile, dove prospera un facile mercato che raggira la buona fede della gente. E quindi avverte che non bisogna evocare i morti per evitare di cadere nella superstizione o nell'idolatria. Analogo avviso viene da padre John Neuhaus, un teologo statunitense studioso di questo settore. Per padre Neuhaus «noi non neghiamo di vivere in un mondo per molti versi avvolto nel mistero», ma con l'aldilà «non bisogna neanche giocarci, come fa ad esempio chi si riunisce per sedute spiritiche o pratiche simili». Il problema dal punto di vista della Chiesa è serissimo ed ha molte sfaccettature: con la morte il corpo si dissolve del tutto? L'anima se ne sta in una sorta di stato di mezzo, in attesa che con la resurrezione si ricongiunga con il corpo? E quale corpo, quello di prima o uno diverso? Le scuole teologiche, cattolica e protestante, hanno dato nei decenni risposte differenti, attestandosi oggi sull'idea che la resurrezione sia una vera e propria rinascita e non semplicemente il rientrare dell'anima nel vecchio corpo. E' anche molto ampia la produzione di libri che raccontano le esperienze di quanti hanno avuto esperienze di «premorte» per rientrare poi nella vita, come «Voci dal Silenzio» di Louise Kaplan. E queste situazioni si analizzano anche nei corsi di psicologia della religione delle Università Pontificie. La legittimità della ricerca è avallata da un documento del 1979 della Congregazione per la dottrina della fede, in cui si metteva in guardia dall'assumere «arbitrarie rappresentazioni» della vita dopo la morte, definendo gli eventuali eccessi «una delle maggiori cause della difficoltà che oggi incontra la fede» a farsi capire. Ma allo stesso tempo 1 documento invitava i tenlog d approfondire la qu Luca Tritasi Louise Kaplan autrice di «Voci dal Silenzio»

Persone citate: Gino Concetti, John Neuhaus, Louise Kaplan, Luca Tritasi, Neuhaus