«Ecco gli indirizzi dei boia»

«Ecco gli indirizzi dei boia» «Ecco gli indirizzi dei boia» Diffusi negli Usa. Mladic si dimette ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Alla vigilia della prima sentenza del Tribunale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra in ex Jugoslavia che verrà pronunciata contro Drazen Erdemovic, miliziano serbo-bosniaco che ha confessato di avere partecipato all'eccidio dei civili musulmani a Srebrenica, l'organizzazione americana «Coalizione per una giustizia intemazionale» ha pubblicato una lista con i nomi e i luoghi di residenza di 36 criminali di guerra tuttora in libertà. L'associazione di Washington che si occupa della difesa dei diritti umani ha stilato un elenco con i nominativi di 36 persone incriminate dal Tribunale dell'Aia, seguiti dall'indirizzo. Ma non basta. L'organizzazione ha fornito per ognuno di loro i dati che riguardano il posto di lavoro, i ristoranti e i bar abitualmente frequentati. «Tutto questo indica con chiarezza che pochi di loro temono di essere veramente arrestati», afferma l'organizzazione. Bisogna ricordare che con la firma dell'accordo di Dayton, serbi, croati e bosniaci si sono impegnati a cooperare con il Tribunale internazionale dell'Aia, ovvero ad arrestare e consegnare alla Corte tutti quelli che si trovano sulla lista degli incriminati. Secondo «Coalizione», 23 di questi 36 criminali abitano nei territori controllati dai serbi di Bosnia (Republika Srpska), sette vivono nella Federazione croato-musulmana, mentre quattro si trovano in Serbia e due in Croazia. E tutti hanno una vita piuttosto confortevole. Tra i più noti sicuramente l'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic incriminato di genocidio insieme al comandante in capo delle sue milizie, ilgen. Ratko Mladic. «A Pale quasi tutti sanno dove si trova la casa di Karadzic», sostiene l'organizzazione americana. Lo sanno di certo i soldati della Nato stazionati in Bosnia, ma finora non hanno fatto niente per fermarlo. A meno di cento metri da un ufficio dell'Ifor a Banja Luka abita invece Milan Martic, il capo dei secessionisti serbi in Croazia che nel maggio del '95 ha fatto bombardare il centro di Zagabria, uccidendo e ferendo decine di civili. Nella capitale croata si trova il croato-bosniaco Dario Kordic accusato di crimini contro i civili musulmani. A detta della «Coalizione», Kordic vive in un appartamento intestato al nome dei suoi genitori. Frattanto ieri sera Ratko Mladic ha gettato la spugna annunciando la sua decisione di cedere al suo vice da lui stesso designato, il generale Manojlo Milovanovic, il comando dell'esercito della repubblica proclamata dai serbi bosniaci. Mladic rinuncia così a battersi ancora per mantenere il comando delle truppe serbe, cedendo alle pressioni dei politici che avevano bisogno di toglierlo di mezzo, soprattutto per ragioni di immagine. La sua destituizione era stata proclamata il 9 novembre scorso. Ingrìd Badurina