Ulivo, le «vite illustri» in cofanetto

Ulivo, le «vite illustri» in cofanetto Ulivo, le «vite illustri» in cofanetto In libreria sei «medaglioni» dedicati ai potenti L'OFFENSIVA DELLE BIOGRAFIE ROMA A dopo tutto, cosa fa \ più notizia per un editore: che pubblichi il romanzo mitologico-autobiografico di Alessandra Necci, La storia di Nausicaa, o il cofanetto dei potenti viventi dell'Ulivo e dintorni che alcuni piccoli imprenditori hanno già prenotato per farne un regalo di Natale? E va bene: che il libro non fosse più un oggetto sacro lo si era capito da tempo. Ma donna Lia Viviani, al tempo stesso signora delle biografie e delle ferrovie, responsabile della Viviani Editore srl, appunto, questa dissacrazione l'ha portata fino alle estreme conseguenze. E con un tale candore che non sai bene se definire arcaico, post-moderno o tutte e due le cose insieme, se non ce n'è pure una terza che rimanda all'eterna capacità di una certa Roma ad adattarsi al potere che cambia, che risorge, che crolla. Il libro della «Neccina», a proposito, uscirà a febbraio. Giusto per la curiosità dei lettori - e quindi con l'ovvia avvertenza che non si tratta di un incipit destinato a restare nella storia della letteratura - comincia così: «Non mi chiamo Nausicaa. Il mio nome è Giulia, ma da bambina mi sembrava troppo semplice, banale. Inadatto a ciò che credevo la vita avesse in serbo per me». Nel frattempo, in complessive 35 mila copie, la signora Viviani sta per mandare in libreria una raffica di medaglioni che davvero non ha precedenti. Prodi è affidato a Pasquale Cascella e Marcella Ciarnelli (dell'Unità); D'Alema l'ha scritto Alberto Rapisarda (La Stampa); Veltroni è di Arturo Meli (Secolo XIX); Bossi di Francesco Damato (ex direttore del Giorno); Rutelli di Nadia Tarantini (l'Unità); Di Pietro di Carlo Fusi (Il Messaggero). Completa il cofanetto dei potenti uno pseudo Machiavelli di Giuseppe Crescimbeni, direttore della collana, intitolato Caro Principe mi consenta. Ma intanto sia pure consentito a chi scrive, in tutta onestà e per quel che vale, di considerare le biografie precise, esaustive e di buon livello, sebbene troppo «buone», decisamente, con i protagonisti. Obiezione che la signora Viviani, con fascinoso movimento di palpebre e sorriso smagliante, molto televisivo, accoglie con la condiscendenza di chi la sa lunga. E anzi confessa che nei suoi progetti politicoeditoriali non rientrano «libricontro», ma forse neanche, come dice, «libri zucchero e senape». Oltre a essere sveglia, naturalmente, e tutto sommato sincera, la signora Lia è anche una bella donna, piccolina, lavora in un antico palazzo di fronte a una chiesa che promette «indulgenza plenaria perpetua e quotidiana». Ancora con gioviale e divertita noncuranza racconta di aver messo in programma anche un Buttiglione, e un Casini, e uno Scalfarp, «e sì, certo, poi bisogna fare anche Cossiga», e poi ancora un volume unico sulle donne (Bindi, Pivetti, Mussolini), che prevedibilmente si intitolerà «Le tigri» (grrrr!). Con il che donna Lia (Rosalia, in realtà) si prenota una notorietà quantitativa da far quasi invidia alla Navicella. Cosa ci sia dietro a questa poderosa offensiva è già più complesso da stabilire. Curiose nicchie di mercato, certo, il regno del pre-venduto. La considerazione, magari, che una collana dedicata al potere per forza di cose finisce per avvicinare il medesimo potere alla'casa editrice. Un po' come accaduto, qualche anno fa, a quelTEditalia che in contro-tendenza con ogni logica privatizzatoria è stata acquistata dal Poligrafico dello Stato, cioè da noi tutti. E tuttavia, a parlare con la sua fondatrice, lo sforzo della Viviani non appare finalizzato all'idea furbetta di mettersi in vendita. No, l'abbondanza biografica e la stessa simultaneità fanno pensare, semmai, a una specie di veicolo auto-promozionale ad altissima capacità di adattamento. Quella stessa che dopo la vittoria del Polo l'ha spinta a pubblicare il libro-intervista di Paolo Francia a Fini; poi, durante il governo Dini, la biografia del suddetto Dini, «da rospo a re Leone». E ora, cioè ai tempi dell'Ulivo, ecco le vite di sei politici che bene o male stanno da quella parte. Una specie di trasformismo editoriale, dunque, che non ha bisogno di nascondersi e generosamente ri¬ specchia l'osmosi e la reciproca invasione di campo tra politica, personalizzazione, comunicazione, mercato. Delineato il fenomeno in questo modo pure un po' fantasioso, è sintomatico che proprio una donna ne sia il motore ideativo e manageriale. Una donna situata in un crocevia di relazioni, partecipazioni statali, salotti, pubblicità, giornalismo, da Maria Pia Fanfani ai Caltagirone, dai Necci agli Odescalchi, da Maccanico a Carmen Russo e a quanti altri la Città Eterna, nei suoi momenti di passaggio, riesce a mettere insieme. Per completezza va detto che la signora Lia è moglie di un ex deputato della de, Cesare Cursi, già architrave del fanfanismo romano. E che durante Tangentopoli ha visto cadere «come birilli», uno dopo l'altro, i potenti di quella stagione nella quale, come riconosce con sincerità, «si viveva in maniera smodata». Avendo, il marito, dovuto fare il classico «passo indietro», è toccato a lei di farlo avanti, oltretutto con l'entusiasmo della sopravvissuta. Quattro anni fa ha cominciato con testi teatrali, poi ha avuto l'idea di infarcire alcuni classici di pubblicità : sono finiti in dono ai viaggiatori del Pendolino (di qui il rapporto con le ferrovie, «da cui, ringraziando il Cielo, non ho mai preso una lira»). Altri classici sono destinati a chi vola su Alitalia; altri ancora sono pubblicazioni più o meno sponsorizzate da Telecom, Tim e assessorati vari. Il cofanetto dell'Ulivo, comunque, ha le copertine di Krancic, disegnatore di An. Donna Lia sorride, e tutto torna, o quasi, nell'editoria politica senza più confini. Filippo Cecca re Ili Assieme alla collana la casa editrice Viviani si prepara a lanciare il libro autobiografico di Alessandra Necci «E presto metteremo in cantiere un volume unico sulle donne in politica Si intitolerà "Le tigri"» A destra: l'editrice Lia Viviani In alto: Alessandra Necci A sin. Walter Veltroni In alto: un'immagine della mitologica Nausicaa A destra: Massimo D'Alema

Luoghi citati: Caltagirone, Roma, Telecom, Tim