Eurotassa più morbida per gli autonomi di Stefano Lepri

Il leader di Rinnovamento: la progressione delle aliquote è bulgara. Il Polo: avevamo ragione noi Il leader di Rinnovamento: la progressione delle aliquote è bulgara. Il Polo: avevamo ragione noi Eurotassa più morbida per gli autonomi Ma Dirti boccia l'emendamento: è del tutto insufficiente ROMA. L'eurotassa cambia: i redditi da lavoro autonomo saranno esenti dall'addizionale Irpef fino a 15,2 milioni, non più solo fino a 10; a tutti i livelli pagheranno 52.000 lire in meno rispetto a quanto annunciato prima. Tutto invariato invece per i redditi da lavoro dipendente e da pensione. L'anticipo di imposta sulle liquidazioni non colpirà le imprese fino a 5 dipendenti. Su queste nuove proposte presentate ieri sera dal governo in Senato la magf "' • ranza in un primo momento sembrava quasi c1 cordo, ma poi la zuffa tra le sue ali opposte - Rinnovamento e Rifondazione - è degenerata. A dimostrarlo, in serata, è arrivato il secco «no» di Lamberto Dini: «Giudichiamo completamente insufficiente l'emendamento del governo. Non viene incontro a nessuna delle nostre richieste». E ha precisato: «Non contiene l'equiparazione fra lavoro autonomo e dipendente. La progressione delle aliquote è bulgara. Il contributo per l'Europa deve essere pagato da tutti. Non solo da alcuni ceti». Alla domanda su cosa farà Rinnovamento in Senato, ha risposto: «Presenteremo i nostri emendamenti». Di¬ ni non ha neppure escluso di poter affrontare l'argomento oggi in Consiglio dei ministri: «Lo farò se la questione verrà portata in discussione». E ancora: «Su questa battaglia siamo molto uniti». La mediazione, oggi, tocca ancora a Prodi. Il Polo non ha ancora deciso se partecipare ai lavori dell'aula o confermare il suo simil-Aventino. «Non vedo passi avanti» diceva alle 20 il capogruppo di Forza italia Enrico La Loggia. Non è parsa sufficiente nemmeno la proposta del governo per una commissione bicamerale addetta a discutere le molte deleghe fiscali. I problemi aperti sono ancora numerosi - tra maggioranza e opposizione come nella maggioranza - e così il termine per presentare gli emendamenti in commissione Bilancio è stato fatto slittare da ieri sera alle 20 a stamattina alle 10. La questione del lavoro autonomo e del lavoro dipendente, come si era capito, divide in due il Paese, come dimostra un sondaggio-lampo condotto dal Cirm ieri sera: 53% degli intervistati favorevoli a fai* pagare qualcosa di più agli autonomi, 43% contrari. Nelle ultime proposte del governo la diffe¬ renza rimane ma è quasi dimezzata rispetto alle cifre iniziali. Per esempio, a un livello di reddito di 40 milioni annui, di fronte alle 255.000 lire di eurotassa richieste al lavoratore dipendente, all'autonomo ne toccheranno non 400.000, bensì 348.000. Per i lavoratori dipendenti l'unica novità è sul modo di pagare. I datori di lavoro applicheranno l'eurotassa in otto rate mensili da aprile a novembre. Aprile è tecnicamente il primo mese in cui l'imposta potrà essere calcolata, poiché si riferisce ai redditi '96 che proprio in quel momento saranno scritti nel «modelli 101». Ma cominciare il prelievo da aprile, secondo il governo, servirà anche a superare il periodo più difficile per l'andamento dell'economia e per i consumi delle famiglie, che si spera finisca con l'inverno. Gli altri redditi pagheranno in 2 rate, con le autotassazioni di maggio e novembre. Lo sconto fatto agli autonomi - a tutti gli autonomi e agli altri redditi diversi dal lavoro dipendente, nella misura di 52.000 lire a testa - costerà circa 200 miliardi di minor gettito, una cifra relativamente modesta. Curiosamente, il ministero delle Finanze non ha ritoccato la previsione di introito complessivo dell'addizionale Irpef, 5500 miliardi, perché «ci eravamo dimenticati di includere nei calcolo i redditi da capitale». Anche esentare le imprese fino a 5 dipendenti dalla tassa sulle liquidazioni non dovrebbe ridurre il gettito di 3500 miliardi. Fin qui il contenuto dell'emendamento presentato ieri sera. Il ministero delle Finanze conferma l'impegno «politico» a restituire ai contribuenti il 60% di quanto pagato, a partire dal 1999. Se il rimborso fosse scritto nero su bianco, l'Unione europea non considererebbe l'imposta valida per essere conteggiata nei parametri di Maastricht. Qualche spiegazione Prodi dovrà ancora darla nell'incontro con il presidente della Commissione europea Jac- ques Santer, fissato per il 5 dicembre. Approvano Cgil, Cisl e Uil, perché ai lavoratori dipendenti non è stato tolto nulla. L'accordo della maggioranza, sostanzialmente, c'è. In mattinata, Rifondazione aveva minacciato di rilanciare chiedendo una più alta esenzione per i dipendenti qualora si fossero fatte concessioni agli autonomi; poi non è stato così. Le spinte di Rifondazione in un senso e di Rinnovamento nel senso opposto si sono neutralizzate. Dall'opposizione si ascoltano voci diverse; una parte preferirebbe rientrare in aula al Senato, un'altra no. Prende tempo Gianfranco Firn: «E' troppo presto per giudicare» la nuova proposta del governo. Un altro emendamento presentato ieri dalla maggioranza prevede che i decreti delegati del governo in materia fiscale siano esaminati, una volta pronti, da una commissione bicamerale di 30 membri al cui parere il governo «si dovrà attenere». Il Polo ripete la sua avversione alle deleghe fiscali, ma forse il dialogo è cominciato. Stefano Lepri

Persone citate: Enrico La Loggia, Gianfranco Firn, Lamberto Dini, Prodi, Santer

Luoghi citati: Europa, Roma