Caro Ernst di Maurizio Assalto

Caro Ernst Caro Ernst Il sapere non deve essere bloccato EA letteratura che in Europa e negli Stati Uniti cerca di negare la realtà dello sterminio degli ebrei da parte della Germania nazista non la conosco bene, quel poco che ne ho letto mi ha dato l'impressione di trovarmi di fronte ad autori animati dall'antica passione antisemita, più che dalla volontà di sapere. Condivido invece l'idea che lei presenta di Hitler come d'un capo completamente posseduto dall'odio verso gli ebrei e il giudeobolscevismo in particolare. E la seguo anche quando sostiene che la confutazione delle tesi dei negazionisti (termine che preferisco a quello di revisionisti, dal momento che la conoscenza storica procede in realtà attraverso costanti revisioni di interpretazioni anteriori) non è affatto contraddittoria con i progressi della nostra conoscenza. Anzi li presuppone. Nulla di peggio che voler bloccare la marcia del sapere, quale che sia il pretesto utilizzato, pur con le migliori intenzioni del mondo. Fra l'altro, è un atteggiamento che alla lunga non tiene e rischierebbe di sfociare in risultati opposti a quelli che intende perseguire. Condivido dunque l'ostilità che lei mostra verso il trattamento legislativo o autoritario delle questioni storiche. Condivido l'ostilità che lei mostra verso l'interferenza della Legge nella storiografia L'Olocausto purtroppo appartiene alla storia del Ventesimo secolo europeo. E non deve essere oggetto d'una interdizione preventiva, tanto più che molti suoi elementi restano misteriosi e la storiografia sul tema è soltanto agli inizi. Francois Furet M~ A Nolte e Furet procedono in maniera ideologica»; Domenico Losurdo, ordinàrio di storia della filosofia con I temporanea, punta l'indice sui silenzi e sulle omissioni che gravano anche nel campo dei revisionisti. Proprio in questi giorni Laterza manda in libreria un suo saggio su II revisionismo storico. Problemi e miti. «Per attenuare le responsabilità della Germana nazista, Nolte richiama l'attenzione sugli orrori del Gulag, presentandolo come antecedente al Lager. E' giusto che la storia della Seconda guerra mondiale non sia più vista soltanto con gli occhi dei vincitori. Ma in questa analisi c'è una rimozione colossale». In primo luogo manca un'adeguata considerazione del ruolo svolto dagli Stati Uniti: «Si tende a sottovalutare che anche l'America conobbe la realtà dell'universo concentrazionario: il mite Roosevelt rinchiuse tutti i cittadini americani di origine nipponica, alcune decine di migliaia di persone, donne e bambini compresi. Per qualche tempo coltivò pure il progetto di una sterilizzazione coatta dei giapponesi, e in un discorso proclamò la necessità di "castrare il popolo tedesco": Croce notò indignato che si trattava delle stesse idee agitate dai nazisti. D'altra parte alcuni storici non certo sospettabili di antiamericanismo, come di recente Kissinger, hanno sottolineato che l'attacco giapponese a Pearl Harbor non è stato un fulmine a ciel sereno, ma l'episodio finale di un lungo braccio di ferro, in cui anche gli Stati Uniti avevano assunto una certa iniziativa». Più in generale, continua Losurdo, perdura il silenzio sulla storia del colonialismo, a cui il nazismo esplicitamente si ispira: «Hitler parlava dell'Europa orientale come di "India tedesca" e confrontava l'espansione della Germania a Est con quella dei bianchi americani nel Far West». Non basta. La stessa campagna di sterminio contro gli ebrei ha qualche (poco noto) presupposto in certe correnti conservatrici occidentali: «Fu Henry Ford a interpretare la rivoluzione bolscevica come un "complotto ebraico": a lui Hitler e Himmler dichiararono esplicitamente di rifarsi. Ossia: è vero che il Gulag precede il Lager, come dice Nolte, ma la linea di continuità non è fra bolscevismo e antisemitismo; piuttosto, fra certe correnti reazionarie e antisemite che combattevano le due rivoluzioni russe (quella di febbraio e quella d'ottobre) e il nazismo. Uno storico americano autorevole come Arno Mayer addita il precedente dell'Olocausto nei pogrom perpetrati dai russi bianchi nel '17: naturalmente è molto inviso a Nolte». Sono tutti aspetti che è bene tenere presenti e approfondire, dice Losurdo. Anche se questo non significa ribaltare le responsabilità storiche. Maurizio Assalto

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