Baby-rapinatori alla cocaina A13 e 14 anni si drogavano e poi rubavano ciclomotori

Baby-rapinatori alla cocaina Baby-rapinatori alla cocaina A13 e 14 anni si drogavano e poi rubavano ciclomotori NAPOLI. A cancellare la paura ci pensava la droga. Con la cocaina nel cervello, uscivano in branco in cerca di soldi facili, di motorini da rapinare a ragazzi come loro. In pugno una pistola finta che sembra vera, oppure un coltello da puntare alla gola della vittima e qualche volta da usare sul serio. Quello più alto e grosso partiva all'attacco, gli altri portavano via il ciclomotore, mentre gli ordini li dava il «capo». Che ha tredici anni, uno in meno dei tre complici che lo seguivano nelle sue imprese e che come lui sniffavano ogni giorno anche quattro grammi di coca. La polizia li ha scoperti e segnalati al tribunale per i minori con l'accusa di associazione per delinquere: per mesi quei quattro ragazzini, imbottiti di droga, sono stati protagonisti a Napoli di scorribande che avevano per obiettivo motorini da rivendere. Accanto a loro, tre giovani fermati per rapina, come Francesco Genidoni, 19 anni, quello usato per mettere giù i proprietari degli scooter, e Gabriele Napoletano, di 25 anni, e Antonio Bruno, di 19 anni, accusati di ricettazione. Ma gli adulti contavano poco. I tre quattordicenni riconoscevano soltanto il volere di D.D., nome di battaglia «Pippotto», tredici anni che paiono molti di più. Lui è stato riconsegnato ai genitori perché non è imputabile, anche se i magistrati lo hanno sottoposto a una specie di sorveglianza speciale, disponendo una serie di misure cautelari; gli amici sono finiti nell'istituto di rieducazione minorile di Nisida. Se sono riusciti a fermarli, lo si deve anche alle famiglie, gente che vive nel rione Don Guanella, una sorta di Bronx nel degradato quartiere di Secondigliano: i padri sono tutti pregiudicati, ma non hanno proprio mandato giù il fatto che i figli si drogassero e non potessero più fare a meno della cocaina. Hanno collaborato con la polizia e hanno aiutato gli investigatori a incastrarli. Sono stati così recuperati quattro ciclomotori rapinati e attrezzi per falsificare i numeri di telaio: la prova degli assalti, concentrati nella zona collinare di Napoli, dal Vomero all'Arenella. Dalle indagini e dalle testimonianze è venuto fuori che la banda minacciava le sue vittime con pistole e coltelli. E una volta finì accoltellato uno studente che non voleva mollare il motorino: a colpirlo il più piccolo, proprio il tredicenne. [m. e]

Persone citate: Antonio Bruno, Francesco Genidoni, Gabriele Napoletano

Luoghi citati: Napoli