Non lavorare mai di notte di Gabriele Beccaria

« « Non lavorare mai di notte » // medico: e la vita diventa più facile Lodovico Benso esperto di problemi della crescita Diventeremo schiavi dell'orologio, anche più di quanto lo siamo adesso? «Certo che no, ma tenere conto della cronobiologia serve», spiega Lodovico Benso, esperto di problemi della crescita e membro della Società internazionale per lo studio della biologia umana. Si migliora la vita? «Sì. Se si conoscessero meglio i bioritmi, si ottimizzerebbero molte attività: dal rendimento sul lavoro allo sport, fino all'alimentazione e alla somministrazione delle medicine. L'incidente di Cernobil accadde di notte, quando i cicli dell'attenzione decrescono». Quanto ci condizionano i bioritmi? «Ci condizionano inevitabilmente, perché tutta la vita è regolata secondo cicli. Ci sono ritmi circadiani, cioè giornalieri, come quelli della temperatura corporea e del cortisolo, ritmi ultradiani che durano meno di 24 ore come quello dell'attenzione e ritmi infradiani, che si estendono oltre la giornata, come quello mestruale». Chi regola questo «orologio»? «Un sistema complesso, in cui sono fondamentali due ghiandole endocrine: l'epifisi, che produce la melatonina, e l'ipofisi, che produce vari ormoni e in particolare l'Acth, meno noto ma non meno importante per la stabilizzazione dell'organismo». Geni a parte, qual è il ruolo dell'ambiente? «Esiste una base genetica, dimostrata dagli esperimenti di permanenza forzata nelle caverne. Anche quando le influenze esterne sono minime, il corpo continua a funzionare secondo ritmi preordinati, per esempio il sonno-veglia e la produzione di enzimi e ormoni. Ma l'ambiente - quelli che chiamiamo i sincronizzatori esogeni - gioca una parte: l'alternanza luce-buio è la principale e altrettanto importanti sono le abitudini sociali e di lavoro». E che cosa succede se questi «input» non sono sincronizzati con le esigenze biologiche? «Scatta lo stress pericoloso, quel¬ lo che i cronobiologici definiscono "distress" per distinguerlo dalT'eustress", che è invece una tensione benefica e stimolante». E la psiche come agisce su questi meccanismi? «E' in un rapporto di feedback: influenza l'estrinsecarsi dei meccanismi cronobiologici e ne viene a sua volta condizionata. Chi è teso farà salire l'adrenalina, mentre l'esposizione prolungata alla luce naturale può migliorare l'umore». [g. bea] cellule dell'epidermide stanno diventando molto permeabili e quindi assorbono prontamente creme e lozioni. ORE 20-22. Contro i probabili attacchi di malinconia si deve socializzare, uscendo di casa o mettendosi al telefono. ORE 22-23. Rilassarsi e prepararsi ad andare a letto con un bagno caldo e un bicchiere di latte tiepido: il graduale raffreddamento del corpo che ne deriva simula quello naturale che avviene nella notte, conciliando così il sonno. ORE 23. Via con gli antistaminici: febbre, asma e malattie allergiche tendono a colpire soprattutto poco prima del risveglio. ORE 23-7. Dormire, dormire, dormire. Il metabolismo rallenta, la temperatura corporea si abbassa, calano i tassi di adrenalina e la frequenza del battito cardiaco. Se si resta svegli, si sperimenta un drastico calo dell'attenzione. Inoltre, solo se si dorme si producono l'ormone della crescita, responsabile della ricostituzione dei tessuti, e la melatonina, che contribuisce a regolare l'orologio biologie ). ORE 4-5. E' l'ora di toccare ferro, è l'ora della morte: molti decessi avvengono in questi 60 minuti. ORE 6. Serotonina ed endorfine cominciano a far ripartire l'organismo, ma i rischi di un infarto sono altissimi. Bisogna resistere fino alle 7. Gabriele Beccaria

Persone citate: Lodovico Benso