«Scusate, non siete i pirati» di Enrico Benedetto

«Scusate, non siete i pirati» «Scusate, non siete i pirati» NAIROBI. I tre pirati dell'aria che sabato scorso hanno dirottato il Boeing 767 della «Ethiopian Airlines» sono morti quando l'aereo è precipitato al largo delle isole Comore. Lo hanno riferito le autorità di Addis Abeba precisando che dalle indagini della polizia etiopica giunta sul posto è risultato che i due sospetti arrestati domenica non erano i pirati dell'aria. I corpi di due dirottatori sarebbero stati estratti dai resti del velivolo, precipitato per mancanza di carburante. E' sempre grave, intanto, l'italiana Lucia Di Folco - che ha lesioni alla colonna vertebrale - e che sarà probabilmente operata indipendentemente dalla sua religione. L'equipe chirurgica francese dell'ospedale di Saint Pierre ha fatto sapere all'Unità di crisi della Farnesina che non terrà conto dell'opposizione dei familiari a praticare trasfusioni di sangue alla Di Folco, che è Testimone di Geova, in quanto ritiene prevalente l'esigenza di salvare una vita. (AdnKronos] frutta e verdura che marciscono. Le complicazioni internazionali: i fulmini di John Major, pronto a esigere indennizzi per i suoi mille connazionali presi nella morsa. Un quadro cangiante. Come le trattative. Nel primo pomeriggio, il portavoce governati¬ vo Alain Lamassoure annuncia «ottimismo». A sera, si diffonde la voce che il mediatore Robert Cros minaccia le dimissioni accusando l'Esecutivo di «poca chiarezza». Nel frattempo, il ministro per gli Affari Sociali Barrot auspica «una risoluzione nelle prossime 24 ore». Ovvero entro stasera malgrado la centrale filocomunista Cgt sogni un «mercoledì nero» e prometta l'ingresso nella vertenza di altri lavoratori, ferrovieri inclusi. In ogni caso, altre manifestazioni incalzano. Controllori di volo, stewards e hostess annunciano una «48 ore» di disagi per l'utenza stile Aquila Selvaggia. A chi credere? Certo Alain Juppé rischia grosso. Battuto il record di impopolarità che Edith Cresson raccolse nella sua fugace passerella a Matignon, gli restano esigui margini per pacificare il litigioso clima sociale scongiurando una deflagrazione simile a quella dell'autunno '95. Lo Juppé III avrebbe dovuto nascere questa settimana, si vociferava. E includere nel rimaneggiamento ministeriale i balladuriani estromessi, sulle prime, da un vendicativo Chirac. Ma la crisi blocca anche le manovre a livello politico. Lo stesso Eliseo deve forse rivedere i suoi piani. Reduce un lungo soggiorno a To¬ kyo, Chirac meditava un'apparizione televisiva. Ma farlo in frangenti difficili raddoppia il rischio. Meglio attendere, e lasciare che il povero ministro dei Trasporti - Bernard Pons - domi gli ammutinati. Il «Canard enchainé» ne riferisce gli sfoghi «off records». «Glielo dicevo da mesi, a Juppé, che il pericolo era grave. E mi si è preso per un idiota. Ebbene, chi aveva ragione? Ma il problema vero è che manca una linea. Navighiamo a vista, senza consegne. Ve lo dico io, finiremo in mutande». Un'ammissione sorprendente. E che sembra corrispondere all'analisi fatta dalla Gauche sull'ennesima disavventura gollista. Dice l'ex premier Fabius: «Dopo un anno, riecco Juppé scornarsi. Le lezioni, non le impara davvero. Per fortuna, gli elettori giudicheranno presto il suo fallimento». Enrico Benedetto

Luoghi citati: Addis Abeba, Comore, Nairobi