A Belgrado la Rivoluzione di novembre di Foto Reuter

Oggi si ripete il voto amministrativo annullato dal governo dopo la vittoria dell'opposizione Oggi si ripete il voto amministrativo annullato dal governo dopo la vittoria dell'opposizione A Belgrado la Rivoluzione di novembre Settimo giorno di protesta in piazza contro Milosevic BELGRADO DAL NOSTRO INVIATO Cadono torrenti di una pioggia gelida che annuncia neve, eppure il centro di Belgrado è invaso da una manifestazione. Anche oggi, per il settimo giorno consecutivo. Saranno trentamila gli uomini, le ragazze, gli studenti che gridano «no al banditismo rosso», erano centocinquantamila l'altra sera, domani si annunciano nuovi raduni. Protestano le città di Nis, TJzice, Kraljevo, Kraguljevac. Le università sono chiuse e nelle aule «si studia democrazia», si prevedono scioperi operai e forse perfino clamorose defezioni nell'esercito. Cosa sta succedendo, in Serbia e Montenegro? E' come se Babà Roga, il genio malefico che secondo tradizione s'aggira nei Balcani producendo sangue, abbia ripreso il suo «tour». Ma questa volta, per spargere il seme della ribellione popolare. Nazioni fino a ieri armate l'una contro l'altra vivono oggi i medesimi sussulti. A Zagabria i croati contestano Tudjman, padre della patria, a Belgrado i serbi insultano Milosevic, zio della pace. Forse sta semplicemente accadendo che una guerra non ancora ufficialmente conclusa per la gente sia sfociata in un dopoguerra frenetico e carico di conseguenze. «La protesta ormai è partita e nessuno la fermerà più: ancora pochi giorni e contro l'ultimo regime rosso d'Europa porteremo in piazza un milione di serbi». Non avesse l'alito un po' appesantito dalla grappa il signor Vuk Draskovic, leader dell'opposizione, potrebbe elargire sentenze col carisma del Salvatore. IL «J'ACCUSE» DELL'ETERNO DISSIDENTE Alto, barbuto, lungocrinito, il tradizionalista Draskovic è rappresentazione vivente di un Cristo balcanico cui sono già stati inflitti alcuni martirii. Ma se cinque o tre anni fa le sue proteste contro la guerra e la coscrizione obbligatoria, le botte della polizia serba e i lunghi arresti esprimevano una coreografia di contorno, oggi quel che dice comincia a pesare. Non tanto perché il personaggio sia cresciuto. E' che è cambiata la gente. Se davvero la guerra è finita ne finiscano anche gli effetti, gridano tutti. Se i serbi stanno coi serbi, i croati con i croati e i bosniaci ancora in lista d'attesa che almeno termini lo sciovinismo, e con esso lo strapotere dei Studenti di Belgrado manifestano contro Milosevic Esibiscono cartelli con le immagini dei leader serbi e le uova che lanceranno contro la sede della televisione di Stato accusata di essere portavoce del regime [FOTO REUTER]

Persone citate: Babà Roga, Draskovic, Milosevic, Tudjman, Vuk Draskovic

Luoghi citati: Belgrado, Europa, Montenegro, Serbia, Zagabria