«Governatore, ringrazi Ciocca» di Stefano Lepri

«Governatore, ringrazi Ciocca» «Governatore, ringrazi Ciocca» ROMA. Il direttore generale della Confìndustria, Innocenzo Cipolletta, incontrando il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, ha voluto esprimere il suo apprezzamento per il rientro della lira nello Sme con un «mi ringrazi Ciocca...», riferendosi al vicedirettore di Bankitalia che ha negoziato la quota 990 a Bruxelles. Il direttore generale di Confìndustria ha poi spiegato: «Ho detto che la quota di 990 per la lira la giudico buona, comunque significativa. Siamo comunque vicini a quota 1000. Ora il governo deve agire perché questa quota sia rispettata, ma la quota 990 è accettabile». (Ocsm) costituito presso la Luiss, l'università privata di Roma intitolata a Guido Carli. Fra gli autori c'è 11 professor Mario Arcelli, ex ministro del Bilancio. Al risparmio sugli interessi Ciampi aveva già fatto cenno, ma indicando per prudenza cifre molto inferiori. Quello dei 13.000 miliardi in meno il professor Antonio Pedone, un altro degli economisti membri dell'«Ocsm», lo chiama «scenario inerziale»: dai livelli attuali sotto il 7% i rendimenti lordi dei Bot a 12 mesi tornerebbero verso il 7% alla fine dell'anno. Il rapporto fa al¬ tre due ipotesi, una più ottimistica di una ulteriore discesa (dal 6,63% di ieri) fino al 6,3% a fine '97, e una pessimistica con una crisi di fiducia e un rialzo dei Bot a 12 mesi fino al 10,5%. Nel primo caso il risparmio salirebbe a 17.000 miliardi, nel secondo scomparirebbe del tutto. Quanto alla sostituzione dei Bot con i nuovi titoli (della stessa durata ma con contabilizzazione degli interessi solo alla data di scadenza, come i Ctz), gli stessi autori dello studio ammettono che la Commissione europea potrebbe non dare il suo assenso, benché «l'artificio sia largamente in uso in altri Paesi europei». Naturalmente, gli interessi non contabilizzati nel '97 graverebbero sul bilancio '98; ma anche quelli del '98 sul '99, e così via. Per rendere l'innovazione più presentabile si potrebbe introdurla solo dal 1° luglio '97, con risparmi per 7000 miliardi. Sia Arcelli sia Pedone mettono in rilievo che questi numeri (da aggiungere agli espedienti «alla francese» già inclusi nella manovra '97) non rappresentano nessuna scorciatoia. I mercati premieranno il governo italiano se si comporterà bene. Sullo sfondo, ci sono le stime della maggior parte degli economisti secondo cui il «rischio di sfondamento» nel '97 rispetto alle cifre del governo è alto. Si va da un minimo di 8-10.000 miliardi secondo le valutazioni più prudenti della Banca d'Italia a un massimo di 40.000 secondo il professor Mario Baldassarre Ciampi stesso, appunto, ha cercato di dissuadere i senatori da ogni facile ottimismo. La speranza è che una nuova riforma delle pensioni annunciata nel '97 sia sufficiente a innescare il circolo virtuoso. A quel punto, con una fiducia ormai consolidata, si potrebbe percorrere con gli espedienti consentiti da Bruxelles il tratto di strada ancora mancante per arrivare (con gran dispetto della Bundesbank) al famoso 3% di deficit. Solo nella ipotesi peggiore, se a marzo la «relazione di cassa» del Tesoro con le nuove stime di deficit portasse novità molto brutte, allo scopo di conservare la fiducia sarebbe necessaria anche una manovra aggiuntiva con effetto dal'97. Per l'appunto, Romano Prodi smentisce: «Non abbiamo messo in cantiere nessuna idea di nuova manovra». «Certamente - ammette dovremo avere una coerenza fortissima l'anno prossimo», e «procedere in riforme strutturali necessarie per entrare in Europa». Aproposito, l'indice settimanale elaborato dalla banca di investimenti J. P. Morgan sulle aspettative dei mercati riguardo alla moneta unica europea, dà all'Italia il 63% di probabilità di entrarvi. La Spagna è appena più su, al 65%, mentre Francia e Germania sono al 100%. Il ritorno della lira nello Sme però non ha modificato il quadro rispetto alla settimana precedente. Stefano Lepri

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Germania, Italia, Roma, Spagna