E' guerra di procure sul caso di Gamberale

Impugnata la sentenza sul suo arresto Impugnata la sentenza sul suo arresto E' guerra di procure sul caso di Gamberale NAPOLI. La procura generale di Salerno ha impugnato la sentenza di proscioglimento che era stata emessa nei confronti di due magistrati della procura di Napoli, i sostituti Rosario Cantelmo e Nicola Quatrano, e due ufficiali dei carabinieri, il capitano Di Donno e il tenente Tattesi, imputati per presunte irregolarità nell'arresto di Vito Gamberale, amministratore delegato della Tim. Il pg di Salerno Aldo Esposito non ha condiviso le conclusioni del gip che aveva ritenuto insussistenti le accuse di arresto illegale mosse agli mquirenti dell'inchiesta sugli appalti della telefonia (i difesori di Gamberale avevano denunciato che l'allora amministratore delegato della Sip sarebbe stato arrestato a Roma prima ancora dell'emissione dell'ordinanza cautelare a suo carico). Nelle motivazioni, depositate il mese scorso in cancelleria, il pg di Salerno ha ritenuto che la vicenda «per la gravità delle accuse» sia meritevole di un approfondimento possibile solo con la celebrazione di un pubblico dibattimento. L'iniziativa della magistratura di Salerno è stata commentata con soddisfazione da Gamberale: «E' un atto di giustizia - ha detto che va a completare la sentenza del tribunale che mi ha assolto». Ma proprio contro l'assoluzione di Gamberale e dei suoi coimputati, tra cui l'ex vicesegretario del psi Giulio Di Donato, la procura della Repubblica di Napoli ha proposto appellò la scorsa settimana. Una decisione che Gamberale aveva prospettato come una possibile «ritorsione» nei suoi confronti. Mei jj sull'ipotesi-ritorsione e sull'impugnazione disposta dal pg di Salerno, ha replicato il sostituto procuratore Quatrano, che ha precisato di parlare «in Vito Gamberale qualità di imputato e non di magistrato». «Sembra che ci sia una regìa - ha detto il pm - che regola il trapelare delle informazioni». Il magistrato ha anche criticato le modalità della diffusione delle notizie. «Qualcuno, e non certo i magistrati di Salerno - ha detto fa sapere agli organi di informazione quello che è accaduto più di un mese fa e addirittura divulga parte dei motivi di appello». E aggiunge: «L'ingegner Gamberale non perde occasione di esternare il timore che possa accadere, per una sorta di ritorsione, ciò che in realtà è già accaduto, e cioè che la procura di Napoli impugni la sentenza a lui favorevole». Gamberale era stato arrestato con l'accusa di tentata concussione e abuso d'ufficio nell'ottobre 1993 nell'ambito di una inchiesta sugli appalti nel settore telefonia. Secondo l'accusa, ~-,eva fatto pres sioni sui dirigenti dell'azienda Ipm, che opera nel settore telefonico, per favorire l'assunzione di persone segnalate da Di Donato. Il processo di primo grado, davanti all'ottava sezione del tribunale di Napoli, si è concluso con l'assoluzione di tutti gli imputati. Nel corso del dibattimento, l'amministratore della Telecom Italia mobile aveva denunciato magistrati e investigatori per presunti abusi relativi alle modalità dell'arresto. Secondo la denuncia, il manager era stato arrestato dai carabinieri a Roma circa due ore prima che venisse emessa l'ordinanza di custodia. Il pubblico ministero Anita Mele, della procura di Salerno, aver va chiesto il rinvio a giudizio sia dei pm napoletani sia dei carabinieri che avevano eseguilo la, cattura. Ma nel maggio scorso il' gip del tribunale di Salerno si era pronunciato per l'insussistenza delle imputazioni. [r. cri.] II manager: «E' un atto di giustizia» Ma ilpm ricorre contro l'assoluzione Vito Gamberale