Cosa Nostra cambia boss di Franco Pantarelli
Cosa Nostra cambia boss Cosa Nostra cambia boss [John Gotti «abdica» dalla prigione NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Da re prigioniero ad ex re e dall'ostentazione alia discrezione. John Gotti sta per «abdicare» e il suo successore a capo della famiglia Gambino, la più potente delle cinque cosche mafiose di New York, ha uno stile che è tutto il contrario di quello dell'esuberante Gotti, dal '92 rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Marion, nell'Indiana, con una condanna all'ergastolo. Lui sperava di continuare a dirigere il «business» dalla sua cella, forse memore di tanti altri mafiosi che vivevano in prigione come in un albergo di lusso, con i secondini trasformati in camerieri. Ma ora è stato costretto ad ammettere che i tempi sono cambiati. I suoi contatti con l'esterno sono estremamente difficili e rari e spesso succede che, in attesa delle sue direttive, l'attività della famiglia langue. In questi quattro anni, si dice, sono stati persi profitti per milioni di dollari. Pressato dai suoi ad annunciare il suo ritiro (un capo mafioso è come un Papa, può essere sostituito solo se lo decide lui o se muore), tempo fa aveva sdegnosamente rifiutato. Ma ora ha fatto sapere che se il suo appello verrà respinto, e quindi le sue speranze di uscire vivo dalla prigione tramonteranno del tutto, si ritirerà. E siccome sul fatto che quell'appello (l'ultimo possibile) venga respinto non ci sono praticamente dubbi, ecco che la famiglia Gambino si è già preparata a incoronare un nuovo capo. Si chiama Nicholas Corozzo, è coetaneo di Gotti (56 anni) ed è stato a lungo un suo luogotenente. Ma a differenza del capo lui è uno estremamente prudente, che fa vita ritirata (al di fuori del suo ambiente è molto poco conosciuto), raramente lascia Brooklyn per avventurarsi nell'«isola» (cioè Manhattan, dove Gotti invece impazzava con i suoi vestiti di grande sartoria e il suo stile da Al Capone cinematografico) e non si è mai fatto «incastrare» dalla giustizia. «E' maledettamente in gamba», dicono un po' frustrati e un po' ammirati all'Fbi e alla Procura di New York, che da anni cercano di mettergli le manette. Alla sua scelta, secondo la ricostruzione della vicenda fatta dal «Daily News», si è arrivati dopo che la «commissione», quella che riunisce i boss delle cinque famiglie (oltre alla Gambino, la Genovese, la Colombo, la Lucchese e la Bonanno), ha «scartato» quelli da sempre considerati i naturali successori di John Gotti, cioè suo figlio John Jr. e suo fratello Peter. Anzi, a quanto pare la famiglia Genovese aveva minacciato di «finire a materassi», cioè di scatenare una guerra, se loro fossero diventati i capi della Gambino. In sostanza, John Gotti avrebbe «accettato» la nomina di Corozzo, per salvare la pelle al figlio e al fratello. Franco Pantarelli Gotti, condannato all'ergastolo, è in carcere nell'Indiana dal '92
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