Meraviglie nella rissosa fine secolo

A Alessandria A Alessandria Meraviglie nella rissosa fine secolo N Mario Ceroli ALESSANDRIA ON so se l'idea di Marisa Vescovo di esporre - con dedica ideale all'mdimenticabile studiosa Adalgisa Lugli queste «Stanze delle meraviglie» ella postmodernità a Palazzo Cutca di Cassine no al 1° diembre (cataogo Charta) a stata ispiata dalle sale tesse. Certo, lussuregiante eclettimo ottocenesco in bruno osso e oro, he impronta li ambienti, voca singolari colloqui e risonanze con le stupeacenze materiali e concettuali, le misture naturali e artificiali di queta fine di un secolo dove tutto nelarte è stato detto e contraddetto, egato e recuperato. La «meraviglia» già insita nei uoghi coinvolge in un gran gioco di ontrasti e di confronti i fasci di anne con cui Ceroli sembra conrapporre alla naturalità elementae - assente - di Merz la radice della ua classicità lignea e la primarietà ecnologica della barra di vetro sopesa di Penone, l'equilibrio fra durezza» elementare e fantasia udica nelle travi di ferro e nei fetoni di fili di rame di Nagasawa e na fra le più belle strutture antroologico-tecnologiche di Zorio, Caoa su piramide e Stella. Darei il privilegio al gioco più afascinante e disinibito, oasi felice n un secolo torvo e rissoso, della tanza di Mondino, non a caso uno ei punti di massimo kitsch cariaiertino, con i suoi lampadari con le enne biro Bic al posto dei pendeni di cristallo, il tappeto-pittura su etro Iznik, ultima variante del suo itazionismo orientalistico, e il ronzo Torso-torsolo, allitterazione igurata fra dada e surrealismo che può ironizzare sulla classicità uanto su taluni contemporanei. Gioco, fantasia, ironia, «meravilia» che sublima in estetica anche a materia primaria e la tecnologia rieccheggiano, nel passaggio geneazionale, nei «giovani» allestimeni, più lucidi in Bertasa, Nicola Bola, Brenzini, più concettuale-tecnoogico in Roteili, repertoriale di memorie immaginarie nel materiae povero del cartone, della carta elina, del fil di ferro negli oggetti finti» di Paola Risoli. Proprio per questo mi sembra inanabile il contrasto con la terza resenza di questa intelligente rasegna, la «stanza del collezionista» un collezionista rigorosamente a enso unico - dominata dalla serioità, dall'ostentazione di cultura dei «citazionisti» di varia tipologia ssai cari alla Vescovo, anche se indubbiamente con tale presenza si ompleta buona parte del panorama così polivalente e generoso di questa fine secolo. A parte la memoria saviniana di Barili o le simbologie sceniche surreali di Tànganelli, la nuova accademia museale di Di Stasio, della Gandolfo, di Caro Maria Mariani, anche quando ssume i toni apocalittici e neosimbolisti di Omar Galliani, continua a embrarmi un vicolo cieco. Marco Rosei Mario Ceroli

Luoghi citati: Alessandria, Cassine