Arte cinetica, capolavori rinati

Arte cinetica, capolavori rinati Restaurati e di nuovo esposti a Roma: hanno caratterizzato la ricerca visuale degli Anni 60 Arte cinetica, capolavori rinati —7 Poesia, luci, movimento infinito da Calder a Munari v m. "^yi ROMA 1 UOVA vita per 40 «Opere \ cinevisuali» delle collezio1 ni della Galleria Nazionale j JJ d'Arte Moderna: restaurate, tornano a essere esposte. Sono lavori creati negli Anni 60 da artisti italiani e stranieri (Alviani, Calder, Colombo, Castellani, Munari, Schoeffer ecc.) appartenenti a quel movimento noto come «arte cinetica e programmatica» che con la Pop Art ha caratterizzato per un decennio il panorama della ricerca visuale in Occidente. L'inevitabile deterioramento provocato dal passare del tempo, e la deperibilità e fragilità dei materiali usati, avevano sottratto a queste opere, perfette proprio in quanto impeccabilmente funzionanti, la loro stessa ragion d'essere. Ricordiamo, così (fino al 1° dicembre), opere che mostrano nella loro perfezione formale l'estrema raffinatezza della ricerca che le ha prodotte, il senso poetico che permane nell'assoluta geometria di alcune immagini, l'infinito e geniale movimento creato da piccoli motori o semplici calamite, le purissime linee luminose filtrate da piccoli prismi trasparenti. Al contempo si evidenzia la forte carica utopica che presiedette a tale movimento: l'assoluta e onnipotente certezza di poter programmare le infinite varietà del caso, la fiducia che a un'arte nuova potesse corrispondere una nuova società, l'ipotesi di un rapporto di stretta collaborazione tra la libertà disinteressata dell'artista e le leggi di mercato della produzione industriale, la forte ispirazione didattica nell'arte come strumento di indagine sui meccanismi della percezione. Ma se il più alto intento della ricerca è stato in parte disatteso, se l'industriai design ha seguito altri percorsi seppur con notevoli eccezioni, se solo in qualche abitazione le vecchie stampe o i capolavori contemporanei realizzati con le metodiche tradizionali vennero sostituiti dalle sculture cinetiche (come si augurava Umberto Eco allora sostenitore del movimento), ugualmente molte immagini create da questi artisti si propagarono divenendo l'immagine più riconoscibile di un'intera epoca. Cerchi, quadrati, triangoli, figure bianche e nere, effetti ottici di pieno e di vuoto, illusorie visioni di movimento, spirali senza fine, divennero, banalizzandosi, le sigle stesse della moda optical degli Anni Sessanta. Come un nuovo Liberty, o meglio un Biedermeier del XX secolo, la ricerca si era trasformata in un'immagine capace di adattarsi alle stoffe degli abiti come alla bigiotteria, alla tappezzeria come ai parterre o agli allestùnenti delle discoteche. Federica Pirani Biasi: «Binomio enne 5/2»

Persone citate: Alviani, Calder, Castellani, Federica Pirani Biasi, Munari, Umberto Eco

Luoghi citati: Roma