Nuvole nere sulle voci bianche di Tito Sansa

I genitori dei piccoli cantori intenzionati a far fuori il presidente e il direttore il caso. Rischiano la fine i Wiener Saengerknaben, il coro più famoso del mondo Nuvole nere sulle voci bianche Bambini sfruttati: a Vienna è polemica ~Y\ VIENNA I L coro forse più famoso del I mondo, quello dei «Wiener I Saengerknaben», i ragazzi*Jni voci bianche vestiti da marinaretto, corre il rischio di scomparire. Proprio ora che (fondato nel 1498 dal Kaiser Massimiliano I) si sta preparando a celebrare i suoi 500 anni di vita. La crisi è seria: le famiglie dei fanciulli canori si sono sollevate contro i «metodi militareschi» con i quali i ragazzi vengono addestrati; il direttore del convitto dei «Saengerknaben», Walter Tautschnig, 50 anni, viene accusato di essere un dittatore e uno sfruttatore; le iscrizioni sono in calo; il direttore dell'Opera di Stato di Vienna, Joan Holender, ha defintio le ugole d'oro «mal preparate, disordinate e inaffidabili». C'è aria di putsch nel convitto dell'Augarten (ex villa dei piaceri imperiali) che ospita i cento ragazzi tra i 9 e i 14 anni., divisi in quattro cori di 25 membri ciascuno, intitolati a quattro famosi ex allievi o insegnanti, Bruckner, Haydn, Mozart e Schubert. I genitori dei fanciulli canterini sono intenzionati, per salvare la loro prole, a far fuori il direttore Tautschnig (chiamato «Baby Doc») e il presidente suo padre dal quale ha ricevuto senza concorso il bastone del comando. Per salvare l'istituzione, rendendo più facile la vita dei bimbi e migliore la qualità degli spettacoli, si batte invece la nuova maestra del coro Agnes Grossmann, la prima donna che ricopre questo incarico nel mezzo millennio di storia dei «Saengerknaben». La crisi cominciò due anni fa, quando, in seguito a rivelazioni giornalistiche del settimanale News sul «coro dei tormentati», i genitori di alcuni dei ragazzini, «sfruttati come macchine da musica» decisero di riunirsi in associazione. Il direttore minacciò di espellere i loro figlioli. Cedettero tutti, salvo un padre che minacciò di rivolgersi al tribunale dei minori. Il lavoro dell'infanzia è infatti vietato da una apposita «legge del circo». Mentre ciò accadeva, Johannes, il figliolo di 9 anni del padre contestatore, si trovava in tournée all'estero con il coro Bruckner. Fu li- cenziato in absentia e al suo ritorno dovette riconsegnare, piangendo, l'uniforme da marinaretto. A quanti si mossero per far riassumere il bimbo, il direttore rispose che Johannes aveva «più volte minacciato durante la tournée di togliersi la vita» e che per lui aveva già «contattato uno psichiatra». I membri della associazione privata dei «Saengerknaben» hanno voluto vedere che cosa accade dietro le mura del convitto dell'Augarten. A parte il bilancio tuttora segreto, hanno fatto scoperte allarmanti: che i cento ragazzini sono sottoposti a continuo stress e a orari «da manager» (sveglia alle 6,25, studio, prove tutto il giorno, concerti a tarda sera, viaggi anche di notte, toumées di 3-4 mesi all'anno nei cinque continenti) e a una disciplina da caserma. Per esempio, durante i lunghi viaggi all'estero i ragazzi non possono telefonare alle famiglie, le infrazioni disciplinari vengono punite con severità (raccogliere legna nel parco anche d'inverno o stare in piedi sull'attenti per tre-quattro ore). «Va bene che per almeno quattro o cinque anni mio figlio studia, viene nutrito e vestito gratis - ha detto un padre -. Ma il prezzo che paga in salute è troppo alto». Accade sovente che, durante un concerto, uno dei ragazzi cada a terra svenuto. Il risultato è che le «vocazioni» per entrare a far parte del prestigioso coro sono in diminuzione: da 65 nel '92 a 15 nel '96 (presi tutti, meno uno, che «belava»). Insufficienti per rimpiazzare i ragazzi che intorno ai 13-14 anni hanno la «muta della voce» e devono per forza abbandonare la comitiva di voci bianche. Quando ciò avviene, il ragazzo, che ha «prodotto» circa 170 milioni di lire in cinque anni, viene ricompensato con un orologio d'oro. E' tutto, grazie. Peggior sorte toccò nel 1745 al tredicenne Joseph Haydn, quando la sua voce divenne virile. Senza pensarci su più di tanto - riferiscono gli storici - il maestro di cappella del convitto degli Scolopi che allora albergava i fanciulli canori «buttò in strada» il futuro antesignano tra i classici viennesi. Era novembre, il ragazzino trascorse la notte all'aperto su una panchina, dove la mattina dopo il cantore Spangler (che ne aveva apprezzato le qualità di violinista e di pianista) lo trovò affamato e semicongelato, salvandogli la vita. Tempi duri, dunque, per i «Saengerknaben» già allora, due secoli e mezzo fa. Ma la qualità - dicono sempre gli storici - era «sublime» e le famiglie viennesi della buona borghesia e dell'aristocrazia facevano a gara per far entrare i loro bimbi nel coro. Ora invece, che non c'è più selezione e che molti ragazzi sono disamorati, la qualità del coro è in calo. Il primo ad accorgersene è stato il direttore dell'Opera di Stato che, dopo avere rinunciato ai «Saengerknaben» per Parsifal, Turandot e Mefistofele (al loro posto hanno cantato gli «Spatzen» i «passerotti» di Gumpoldskirchen, un villaggio della periferia), minaccia ora di non accettarli più nel suo teatro. Se ciò dovesse accadere per i «Saengerknaben» sarebbe l'inizio della fine. Vienna perderebbe una delle sue «tre glorie» - le altre sono i cavalli della scuola spagnola di equitazione e la fabbrica di porcellane -, portatrici di valuta. Tito Sansa I genitori dei piccoli cantori intenzionati a far fuori il presidente e il direttore viaggi no teazioni e con l par piedi ore). ttro o a, vieani tà soddihanno di voembra sionaerenza res: è disco, evono a meztenza, mi non re che nostra per rie maeepresatoriali erci: in tre geove lo cludohe dai o tanti letto per rimtorno aita dellaabbandobianchegazzo, cmilioni ricompero. E' tuPeggitredicencorgersl'OperanunciatParsifaloro pozen» i kirchenria), mipiù nelSe c«Saengdella fidelle sui cavalequitazlane -, Uno dei grandi musicisti che frequentarono i Wiener Saengerknaben: Wolfgang Amadeus Mozart. A destra, la sede dell'Opera di Stato di Vienna, che minaccia di non accettare più le celebri voci bianche

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