La febbre del sabato si scatena in parrocchia di Fulvio Milone

La febbre del sabato si scatena in parrocchia La febbre del sabato si scatena in parrocchia NAPOLI. Che la Macarena non sia musica da peccatori ce l'hanno insegnato per primi Rosy Bindi e Gerardo Bianco: non furono forse loro ad abbozzare qualche passo di danza davanti a un compassatissimo pubblico di fedeli del partito popolare? Ma che le note della musica brasiliana più ballata del momento dovessero echeggiare in una parrocchia... beh, questo probabilmente nessuno se l'aspettava. E Invece è accaduto. In piazza Salvo D'Acquisto, nel vecchio cuore di Napoli malato di droga e di violenza, don Mario Rega, 58 anni, si è volentieri improvvisato manager di una discoteca per fare avvicinare i ragazzi di un quartiere malfamato alla sua chiesa, San Nicola alla Carità. «Per evangelizzare ma anche per prevenire gli incidenti del sabato sera», padre Rega ha escogi- tato un sistema niente male: dopo aver tolto dalla circolazione vecchie cassapanche e confessionali in disuso, l'intraprendente sacerdote ha attrezzato a discoteca un ampio deposito della parrocchia. Da un mese e mezzo la sala è frequentata da un centinaio di ragazzi che il sabato si scatenano al ritmo della discodance sotto un tripudio di luci psichedeliche. Faretti ed impianto di amplificazione sono stati acquistati da don Mario che di quei «diabolici» attrezzi, però, capisce poco o nulla. «A questo punto, non ho fatto altro che affidare la sala in ge¬ stione a un gruppo di ragazzi di cui mi fido - spiega il sacerdote -. Loro si sono assunti volentieri l'onere di provvedere alle pulizie dopo la chiusura e soprattutto di far rispettare le poche, elementari regole che gli ospiti devono osservare». Quali regole? Primo: l'ingresso, tassativamente gratuito, è vietato agli spacciatori che abbondano nel quartiere e soprattutto a qualunque droga, anche la più leggera. Secondo: niente alcolici, solo coca o aranciata accompagnate con popcorn e patatine. Terzo: rispetto assoluto dell'orario di chiusura. La discoteca «San Ni¬ cola» abbassa la saracinesca alla mezzanotte in punto. In quel momento, non un minuto dopo, il dj Diego, un chierichetto che ha da poco compiuto i 17 anni,.«spara» al massimo volume l'inevitabile Macarena, segnale inequivocabile che la festa è finita. Anche don Mario va in discoteca? «Sì, mi trattengo in sala per un paio d'ore - spiega il parroco -. Se ballo? Per carità, no. Però mi piace trascorrere un po' di tempo in compagnia dei ragazzi che, in un contesto così poco formale, aprono facilmente il loro animo. Da quando ho trasformato la sala in discoteca ho notato che decine di persone si stanno riawicinando alla parrocchia. Sa, per tenere lontani i giovani dai rischi della strada le proibizioni non servono a nulla: è meglio proporre alternative». L'idea di introdurre la discodance in parrocchia, padre Rega l'ha avuta dall'arcivescovo di Napoli, Michele Giordano, che nella primavera scorsa ha varato una serie di iniziative per creare un contatto e favorire il dialogo fra la Chiesa e i giovani: una sorta di «campagna promozionale» culminata con un concerto in piazza del Plebiscito al quale parteciparono Ron e Laura Pausini. All'appello del cardinale Giordano aderirono decine di migliaia di napoletani. La discoteca in parrocchia chiuderà i battenti per tutto il mese di dicembre: «Durante il periodo natalizio nel salone sarà allestito un grande presepio spiega don Mario -. Ma niente paura: i ragazzi torneranno presto a ballare da me il sabato sera». Fulvio Milone Napoli, sacerdote affida la sala ai giovani per strapparli alla strada Luci, musica, ma niente alcolici E a mezzanotte tutti a casa Padre Mario Rega con i suoi ragazzi nella discoteca che ha allestito nei locali della parrocchia

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