Minsk un sì annunciato per Lukascenko di Anna Zafesova
All'opposizione non resta che la via rischiosa dell'impeachment EX URSS I risultati stamattina ma la campagna a senso unico rende le sorprese assai improbabili Minsk, un sì annunciato per Lukascenko 77 referendum che farà delpresidente un piccolo zar MOSCA NOSTRO SERVIZIO I risultati dello spoglio delle schede si sapranno solo stamattina, ma è già chiaro che il presidente bielorusso Alexandr Lukascenko ha vinto il referendum sulla nuova Costituzione che gli deve regalare poteri praticamente illimitati. La macchina propagandistica del Presidente ha funzionato a tutto vapore e ieri i bielorussi si sono recati in massa alle urne. Per le otto di ieri sera (ora di Minsk) aveva già votato più del 60 per cento dei 7 milioni di elettori. E in alcune regioni, governate dai fedeli di Lukascenko, già in mattinata si registravano tassi di partecipazione del 90 per cento. Un referendum molto sovietico nella più sovietica delle Repubbliche dell'ex Urss. L'esito della votazione è infatti praticamente scontato. Teoricamente i bielorussi devono scegliere se approvare il progetto costituzionale di Lukascenko oppure quello del Parlamento. Ma nella realtà molti non sanno nemmeno dell'esistenza di un progetto alternativo e quasi nessuno sa in cosa consista, visto che i media l'hanno pubblicato soltanto due giorni fa. Circostanza che può rendere dubbio il risultato elettorale agli occhi degli osservatori intemazionali. Ma Lukascenko, vincitore del braccio di ferro con il Parlamento, non se ne preoccupa: «Rispetto il parere delle organizzazioni internazionali», ha detto dopo aver votato al suo seggio di Minsk, «ma niente di più». Una vittoria che comunque sarà difficile fare riconoscere. La Commissione elettorale centrale si è infatti rifiutata nei giorni scorsi di riconoscere valido il referendum del Presidente per le numerose violazioni dei principi della democrazia commessi durante la sua organizzazione. Lukascenko però sembra tranquillo: la sua Costituzione gli concederà infatti poteri quasi dittatoriali senza alcun contrappeso istituzionale, e soprattutto lo confermerà in carica fino al 2001 invece del 1999. L'ultima risorsa dell'opposizione parlamentare rimane la richiesta di impeachment inoltrata nei giorni scorsi alla Corte Costi¬ tuzionale. Ma i giudici hanno rinviato la decisione a martedì prossimo, dunque a dopo la vittoria imminente di Lukascenko. A quel punto un verdetto negativo per il Presidente appoggiato a furor di popolo potrebbe presentarsi difficile. 1 deputati del Parlamento di Minsk ora temono che Lukascenko possa ricorrere alla forza per sbarazzarsi dell'opposizione. Il presidente bielorusso ha promesso ieri che non lo farà, nonostante la nuova Costituzione gliene dia diritto. «Troveremo un accordo», ha promesso. Ma un compromesso sembra quasi impossibile. Un'ipotesi che preoccupa il Cremlino che aveva cercato in extremis una soluzione per il conflitto di Minsk, mandando nella capitale bielorussa praticamente tutta la leadership russa. Mosca ha appoggiato senza riserve in questi ultimi mesi Lukascenko, convinto sostenitore dell'integrazione con la Russia. Ma è un appoggio che potrebbe diventare imbarazzante se l'imprevedibile leader bielorusso - tra l'altro noto per essere un acceso ammiratore di Hitler - decidesse di mandare l'esercito contro il Parlamento. Anna Zafesova All'opposizione non resta che la via rischiosa dell'impeachment Nelle regioni dei fedelissimi del presidente, una affluenza del novanta per cento A sinistra il presidente Lukascenko A destra, una donna al voto con le sue capre
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