«E' stato come morire»

«Volevano farci precipitare» «Ef stato come morire» 77 racconto dei superstiti italiani IL TERRORE E LA SALVEZZA AVEVAMO visto i pirati dell'aria passare urlando nel corridoio. Ma dopo la tensione del primo momento ci eravamo un po' tranquillizzati», ha raccontato ieri tv uno dei quattro italiani che erano sull'aereo dell'Ethiopian Airlines dirottato e precipitato, Massimo La Barbera. «Un solo dirottatore controllava i due corridoi passeggeri», conferma un altro italiano che era a bordo, Massimo Bedini. «Un altro era nella cabina di pilotaggio, e da lì ha letto un comunicato. Abbiamo una granata, diceva, dovete stare calmi, è un'azione di un gruppo di oppositori etiopi. In molti abbiamo pensato che si trattasse di un bluff, che volessero solo chiedere asilo politico in un altro Paese. Così, un po' alla volta, ci siamo rilassati». Ma mentre l'aereo era in volo il pilota ha preso il microfono: «Sarà stato dieci minuti prima dello schianto: "Abbiamo perso un motore, siamo senza benzina, faremo un ammaraggio d'emergenza", ci ha detto». «L'aereo allora ha cominciato ad andare giù piano piano, mentre tutti cercavamo disperatamente di agganciare i giubbotti salvagente», ricorda Bedini, 37 anni, volontario in un'organizzazione non governativa. «Il primo impatto, tutto sommato, è stato morbido. Ma poi un'ala si è piantata in acqua, e l'ae- reo si è spaccato, prima in due tronconi, poi in tre». Bedini, come pure gli altri passeggeri, non ricorda, non si rende conto di come abbia potuto cavarsela. «So solo che al momento dell'impatto sono stato espulso dall'aereo. Mi sono ritrovato sott'acqua, e ho cominciato a nuotare verso la superficie». «Per fortuna, l'aereo si è schiantato a poche decine di metri dalla costa», dice Maurizio Buresti, console onorario d'Italia alle Comore, che ha seguito il gruppo degli ita¬ liani sull'isola, prima del trasferimento alla Riunione. Racconta Caterina Urzi, che pure a detta del marito Italo non è una gran nuotatrice: «Poche bracciate e siamo arrivati. Io sono ancora sconvolta. Ma sono stati tutti molto gentili». Ancora Fabio Bedini: «Il mio giubbotto salvagente era spaccato. Ce l'ho fatta lo stesso». Sul volo, l'italiano Massimo La Barbera è scivolato via dalla morte per la seconda volta nella sua vita. «La prima era stata 15 anni fa, su un elicottero. Non ho voglia di ricordarlo». Dell'esperienza dell'altroieri racconta: «L'aereo è ammarato a motori spenti. In un primo tempo tutto è.andato bene, poi l'aereo ha ruotato su se stesso». Massimo La Barbera si è ritrovato in acqua, è risalito in superile, e si è arrampicato sui rottami per aiutare gli altri. «La vita mi ama troppo, non vuole che io muoia», conclude. Il volo 961 della Ethiopian Airli¬ nes era stato dirottato poco dopo il decollo da Addis Abeba. Bisrat Alemu, un passeggero etiopico, ha detto che i pirati dell'aria hanno cominciato a urlare e si sono diretti verso la cabina di pilotaggio. Dopo un po' hanno fatto un annuncio in amarico, la lingua ufficiale in Etiopia: «Siamo scappati di prigione. Siamo contro il governo. Stiamo sequestrando l'aereo. Abbiamo una bomba. Se qualcuno si muove la faremo esplodere». Oltre al presunto ordigno (che non si sa se fos¬ se vero) i tre usavano come armi un'ascia e un estintore. Dopo il primo annuncio, per tre ore dalla cabina di pilotaggio i dirottatori non si sono più fatti sentire. Nel frattempo i serbatoi del carburante si svuotavano ma i terroristi volevano assolutamente che l'aereo proseguisse per l'isola di Mauritius e poi per l'Australia. «Pensavo di essere morto quando abbiamo colpito l'acqua, invece siamo sopravvissuti». Lo ha detto Franklin Huddle, 53 anni, console generale statunitense a Bombay che, assieme a sua moglie shania, è tra i superstiti del disastro. «Ci siamo allontanati a nuoto dai rottami del velivolo e abbiamo avvistato un surfista. Allora ci siamo arrampicati sulla sua tavola a vela e siamo giunti in salvo sulla spiaggia». Un altro superstite, un passeggero israeliano, ha raccontato come è riuscito a salvare una donna e il suo bambino. «Nell'impatto mi sono sentito strappare via dalla poltrona, l'acqua ha cominciato ad entrare nell'aereo e in qualche modo sono riuscito a districarmi, non so come», ha detto Lior Fox, 23 anni. «Ho visto una donna con un bambino molto piccolo intrappolati tra i rottami. Li ho raggiunti a nuoto e li ho liberati. Poi ho gonfiato i loro giubbotti di salvataggio e insieme siamo stati raccolti da ima barca». [r. r.] «Il primo impatto è stato morbido Poi un'ala si è piantata in acqua e l'aereo si è spaccato in due» I sopravvissuti soccorsi con i gommoni (a destra) e sul Transall che li porta alla Riunione (sopra)

Luoghi citati: Addis Abeba, Australia, Comore, Etiopia, Italia