Dalla Spezia una pista per Ilaria Alpi di Vincenzo Tessandori

La giornalista uccisa indagava sui traffici clandestini poi scoperti da Tangentopoli 2 La giornalista uccisa indagava sui traffici clandestini poi scoperti da Tangentopoli 2 Dalla Spezia una pista per Ilaria Alpi Armi e rifiuti verso la Somalia LA SPEZIA DAL NOSTRO INVIATO Si scrive rifiuti e si legge armi. Perché l'inchiesta sulla spazzatura che dalla procura di Asti passa a La Spezia, promette d'intrecciarsi con quella sul traffico di armi rimasta nelle mani dei pm Alberto Cardino e Silvio Franz. Rifiuti, armi e malaffari. E denaro facile. Alle spalle del porto e vicino allo stabilimento dell'Oto Melara c'è una collina che si chiama Pitelli: è un piccolo grande inferno disseminato di scorie tossiche e il sospetto dei magistrati è che nasconda pure i bidoni con la diossina di Seveso, quelli che non c'è stato il tempo di dirottare altrove, in «terre povere» e forse più indifese della nostra: in Africa, per esempio. Soprattutto in Somalia. Dove accettavano di ricevere la spazzatura più pericolosa, purché accompagnata da un corredo di armi. E il sospetto è che proprio nelle pianure alle spalle di Mogadiscio sia sotterrato il 90 per cento dei rifiuti tossici transitato sui moli di La Spezia, ma anche da quelli disseminati lungo la costa, fino a Viareggio, fino a Talamone. E con la spazzatura, dalle banchine di questo porto costantemente avvolto da una nebbia figurata ma compatta e capace di nascondere tutto, si dice siano stati imbarcati pure trattori che, una volta a destinazione, laggiù, sulla linea dell'equatore, con quei cannoni da 90/50, assumevano l'aspetto di carri armati. Traffici che anche il contingente italiano aveva il compi¬ to di impedire. E il lavoro non mancò. Come quella volta, giugno '93, in cui qualcuno avvertì che una nave della Croce Rossa Internazionale, oltre ai sacchi di grano avrebbe sbarcato nel nuovo porto di Mogadiscio pure armi che qualcuno aveva stivato all'insaputa dell'organizzazione umanitaria. Oggi, dicono i manager della spazzatura clandestina, la Somalia non sarebbe più un partner col quale fare business, oggi l'opaca situazione non garantisce più quel minimo di affidabilità necessario per sottoscrivere patti. Fra i pochi punti fermi, a Mogadiscio, rimane l'imprenditore Giancarlo Marocchino, italiano, già impegnato nella guerra delle banane. Fu il pri¬ mo ad accorrere davanti alla vecchia ambasciata italiana e all'hotel Amana dove furono assassinati Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: la giornalista aveva scoperto il traffico d'armi, si disse, e sarebbe stata sul punto di aver le prove degli intrecci con il business dei rifiuti. Marocchino, uomo d'affari, avrebbe avuto rapporti con Orazio Duvia, quello finito in carcere per l'inchiesta sulla spazzatura chiamata «operazione triangolo» fino a sabato portata avanti da Sebastiano Sorbello, procuratore di Asti, e Luciano Tarditi, sostituto. Sullo sfondo dell'indagine s'intravede il profilo protervo di Pierfrancesco Pacini Battaglia, il cui nome spicca nell'agenda di Romano Tronci, di- feso dall'avvocato Massimo Dinoia, di Milano, patrono di Antonio Di Pietro. In quest'inchiesta Tronci non è indagato e tuttavia, il 28 ottobre, ha subito perquisizione. «E' un personaggio importante, consigliere di amministrazione della Sistemi Ambientali che gestisce la discarica di Pitelli e la gestisce assieme a Duvia», osserva il dottor Tarditi. E qui l'equazione appare fin troppo elementare: «Chicchi» Pacini Battaglia sta a «Tangentopoli 2» come Duvia sta all'«operazione triangolo». E il dottor Tarditi ammette che, sì, è vero, «tutti i faccendieri del mondo hanno una certa tendenza a conoscersi e a faccendare insieme». Così, anche se per il momento non sono emersi legami, la considerazione del magistrato è questa: «Pacini faceva affari e traffici un po' con tutti; Duvia e il sistema di società che a lui facevano capo, concludeva affari e traffici nel settore dei rifiuti, un po' con tutti. Ben ci possono essere stati, diciamo così, rapporti o contatti o collegamenti anche limitati alla vicenda dei rifiuti. Che poi, di per sé, è vicenda tutt'altro che limitata». Vincenzo Tessandori Ilaria Alpi la giornalista della Rai assassinata in Somalia