La prima volta al potere del «Professore contro»

«I miei anni a Lotta Continua sono stati formidabili. Nessuno mi metterà in gabbia, sono uno spirito libero...» La prima volta al potere del «Professore contro» UN POLITICO ESI mi o toh ( LROMA UIGI Manconi è stato eletto da pochi secondi, i suoi'amici lo spintonano felici verso il microfono e le prime parole che lui pronuncia sono queste: «Stavolta non mi sono preparato il discorso...». Sembrano parole buttate lì per addolcire la platea e invece raccontano una parte di questo personaggio singolare: pignolissimo, studioso e con un'attenzione speciale alle parole, lui che è amante della poesia: «I miei preferiti? Vittorio Sereni, Giovanni Giudici e Giorgio Caproni», racconta un'ora dopo la sua elezione. E poi con la solita acribia, corregge: «No, cancelliamo Caproni e mettiamo Andrea Zanzotto...». Nella sua vita anticonformista (a febbraio compirà 49 anni) è la prima volta che Luigi Manconi ha tentato la scalata al «potere», ma anche stavolta si è preparato come un «secchione». Proprio come faceva nel liceo bene di Sassari, l'Azuni. 0 come faceva qualche anno più tardi a Milano, con l'organizzatissimo servizio d'ordine di Lotta continua; o come faceva negli anni Settanta e Ottanta, quando scriveva libri di musica pop per Savellj (sotto la pseudonimo di Simone Dessi) o quando dava l'impronta a riviste come il «Pane e le rose», «Antigone» e «Ombre rosse». Degli anni di Lotta continua dice: «Formidabili, come scrisse Capanna, ma anche tragici». Studia molto e si vuol bene Luigi Manconi. Per la «Navicella», la guida biografica dei parlamentari, ha preparato un'interminabile scheda autobiografica, più lunga di quella (già prolissa) di Vittoria Sgarbi. Ma poi, quando uno prova a chiedergli se Francesco Rutelli sia un grande sindaco o piuttosto un «piacione» che non ama le critiche, Manconi risponde così: «Rutelli è un bravo sindaco che, essendo come me molto insicuro, non ama le critiche!». Ironico e autoironico, come raccontava Manlio Brigaglia, uno dei suoi maestri: «La sassareseria è quella autoironia che consente di sentire a Sassari la barzelletta di un sassarese che va dal medico perché teme di avere un complesso di inferiorità verso i cagliaritani. E il medico gli dice: "Stia tranquillo, lei non ha nessun complesso, lei è effettivamente inferiore"». Secchione, un po' «pavone» e anticonformista. Sassarese, di famiglia cattolica, Luigi Manconi finito il liceo lascia la sua città, anche perché - come racconta Giuseppe Fiori - «Sassari non offre prodotti, ma semilavorati che vengono finiti altrove: è il caso dei Berlinguer, dei Siglienti, dei Segni». Ed è il caso anche di Luigi Manconi che se ne va a Milano, si iscrive all'uni¬ versità Cattolica e ne viene cacciato; si sposa presto e diventa presto papà di Davide (che ora ha messo su una società di informatica); si iscrive anche a Lotta continua e la sua breve simpatia per l'ala dura non verrà più dimenticata da un suo ex compagno, l'attuale diretto- re dell'Espresso Claudio Rinaldi che ogni tanto ne fa ricordare le gesta sul suo giornale. E Manconi non deve gradire molto: «Quello deve essere un po' malato», diceva ieri con una smorfia velata dal sorriso. Anticonformista perché ha sem- pre combattuto battaglie di minoranza: garantismo a tutto campo (sinistra, ma anche destra), emigrazione, tossicodipendenze. Un sardo compagnone, non solitario. Tra i suoi amici Goffredo Fofi, Paolo Mieli, Gad Lerner, Giuliano Pisapia, Luca Zevi, Michele Serra, ma anche Lucio Dalla, Francesco De Gregori, persino Fabio Fazio e Idris sono andati a fare un comizio per lui. Col suo predecessore, Manconi condivide l'amore (ricambiato) per le donne: dopo una storia importante con Lucia Annunziata, ora è legato a Bianca Berlinguer. «Lei dice lui - è più famosa di me». Juventino innamorato di Platini, dice di sé: «Non ho mai espresso una grande vocazione governativa...» e finora i fatti gli danno ragione. Ma ora che è stato eletto con i voti decisivi della nomenclatura verde, non rischia di essere un uomo in gabbia? «Noo! C'è stata una persona che molto recentemente mi ha definito uno "spirito libero". Quell'uomo si chiama Carlo Ripa di Meana». [f. mar.] «I miei anni a Lotta Continua sono stati formidabili. Nessuno mi metterà in gabbia, sono uno spirito libero...» Luigi Manconi negli Anni Settanta quando militava in Lotta continua

Luoghi citati: Meana, Milano, Sassari