«Stai rovinando mio figlio» lo uccide di Gianfranco Quaglia

«Non volevo che lo frequentasse Dovevo fargliela pagare» li delitto in strada, davanti a molte persone: la vittima aveva precedenti per droga e furto «Stai rovinando mio figlio»/ io uccide Arona, agguato a colpi di coltello del padre-giustiziere VENDETTA ASSASSINA ARONA OVEVO fargliela pagare, stava rovinando mio figlio». Così, con gli abiti ancora insanguinati, lo sguardo stravolto e il pugnale fra le mani, un pensionato di 78 anni ha ripetuto ai carabinieri del capitano Di Iulio di Arona. Pochi minuti prima, tra la gente della via Torino affollata per il sabato dello shopping sul lago Maggiore, Cesare Treddenti aveva pugnalato al ventre e al collo un pregiudicato di 55 anni. La vittima è Umberto Gigliotti, di Sembiase (Catanzaro), divorziato e residente ad Arona dove tutti lo conoscevano come «il romanino». Un soprannome noto anche alle forze dell'ordine, perché l'uomo aveva precedenti per furto e traffico di stupefacenti. Una vita condotta in altalena tra legalità e traffici loschi. Pare che Gigliotti da tempo avesse intrecciato rapporti di ami¬ cizia con il figlio del pensionato, quarantenne e disoccupato. L'anziano padre e la moglie, che vivono in via Mazzini, non approvavano questa frequentazione. Inutilmente il padre avrebbe cercato di dissuadere il figlio e poi di avere un chiarimento con il «romanino». Era diventato la sua ossessione, da settimane meditava di affrontare il Gigliotti e risolvere una volta per tutte la situazione. Secondo la prima ricostruzione sembra che il pensionato avesse dato appuntamento al rivale verso mezzogiorno di ieri, ma i due si sarebbero incontrati soltanto dopo le 13 nei pressi di via Torino, la strada che attraversa la città dalla «Passerella» al «Ponte di Ferro». Il pensionato aspettava in silenzio il rivale, ripensando alla vicenda. Il chiarimento si è presto trasformato in un regolamento di conti. Treddenti ha estratto di tasca un pugnale e si è avventato subito sul «romanino» colpendolo più volte alla gola e al ventre. L'altro non ha avuto il tempo di parare i colpi, si è accasciato a terra mentre il pensionato fuggiva col pugnale in mano, imboccando una stradina laterale. Una scena vista da parecchi passanti che hanno dato l'allarme. E' stata chiamata l'ambulanza ed è arrivata una pattuglia dei carabinieri che stava passando poco lontano. Quando i militari lo hanno raggiunto, l'aggressore aveva ancora l'arma in mano e gli abiti sporchi di sangue. Non ha opposto resistenza, si è consegnato pronunciando poche parole: «Non ce la facevo più, quell'uomo stava rovinando mio figlio e dovevo fermarlo». Quell'«uomo», nel frattempo, veniva trasportato all'ospedale di Arona e sottoposto a inter- vento: i medici hanno visto subito che le sue condizioni erano gravissime (ferite da taglio e da punta al collo, al torace e al ventre). E' morto dopo due ore senza aver ripreso conoscenza. Portato in caserma, l'anziano pensionato è stato arrestato e nei prossimi giorni sarà interrogato dal magistrato. I carabinieri hanno sentito testimoni oculari e ascoltato più di una versione. Le poche parole pronunciate dall'anziano omicida sembrano spiegare il movente, ma gli inquirenti vogliono accertare altri particolari. Ad esempio capire se il figlio del pensionato fosse stato spinto sulla strada degli affari sporchi e introdotto nel «giro». E sino a che punto il Treddenti fosse stato esasperato. Oppure se l'incontro con il «romanino» fosse un vero e proprio regolamento di conti, una vendetta. Gianfranco Quaglia «Non volevo che lo frequentasse Dovevo fargliela pagare» A sinistra, il padre giustiziere Cesare Treddenti Sopra, la vittima Umberto Gigliotti

Persone citate: Gigliotti, Umberto Gigliotti

Luoghi citati: Arona, Catanzaro