Per meglio equilibrare la diversificazione porterei al 10% le azioni a scapito dei bond

Per meglio equilibrare la diversificazione porterei al 10% le azioni a scapito dei bond Per meglio equilibrare la diversificazione porterei al 10% le azioni a scapito dei bond prare e vendere e trarre, così, vantaggi anche rilevanti. Semprechè in Borsa o al mercato ristretto le loro quotazioni salgano, rispetto al prezzo al quale il «lettore» le avrà acquistate. Ma, nella nostra Borsa occorre molta pazienza per avere questi guadagni (capital gains, cioè guadagni di capitale), ed è per questo che le consiglio, caro lettore, di «lasciar perdere», detto amichevolmente, se me lo consente. Capisco che, con gl'interessi dei titoli di Stato in discesa, diventa sempre più diffìcile «vivere senza inflazione», soprattutto per un «piccolo azionista», abituato ai Bot e ai Cct: ma il poco, certo, è sempre meglio dell'incerto, almeno fino a che la Borsa non si consolida. Misure «a piccoli passi» contro l'evasione fiscale Ringrazio per la pubblicazione (il 14 ottobre) della mia lettera in cui chiedevo la percentuale che spetterebbe a chi denuncia evasori fi¬ scali. Nel suo scritto mi pare di aver notato - un certo stupore perchè non sono previsti compensi per le denunce che, a dire dal ministero stesso, «arrivano a tonnellate». Saranno pure tante, ma questo non sarebbe, forse, la conferma che gli evasori sono milioni? Il ministro Visco («V» come Venezia, non «F» come Firenze, che sarebbe più adatto!), non è piemontese, quindi ignora la «politica dei piccoli passi» di Camillo Cavour. Se s'incominciasse a dare una «mancetta» a chi ha fatto la denuncia (quando questa, beninteso, è andata a buon fine), e poi si proseguisse aumentando il compenso, e così di seguito, forse nel 2010 il successore di Visco potrebbe essere contento e annunciare che l'evasione è vinta. Un po', fatte le debite differenze, come si fa con i cosiddetti «collaboratori di giustizia». Lettera firmata - Torino Mi è spiaciuto riassumere la lettera del «cittadino che protesta», piena di garbata polemica e spiritose trovate, compresa quella di limitare gli aiuti internazionali alle aree depresse del nostro Paese, «fino a quando non avrà preso owii provvedimenti per far pagare le tasse a tutti». Devo dire, però, che non ha tutti i torti. Cifre, non percentuali per Maastricht Poiché non sono un esperto in materia, vorrei pregarla d'indicare gl'importi del deficit annuo, del debito pubblico, del Pil '96 dell'Italia. Sarei più in grado di seguire le discussioni sulla possibilità dell'Italia di «tagliare» il traguardo di Maastricht. E. B. - Torino L'accordo di Maastricht fìssa in'percentuali le condizioni alle quali ogni Paese dovrà presentarsi al «traguardo». Comunque, visto che lei desidera le «grandezze» in cifre, le dò le cifre dell'Italia per il '96, in base alle previsioni dell'Iseo, l'Istituto nazionale per lo studio della congiuntura. Eccole: Pil (prodotto interno lordo) del '96, I milione 870.300 miliardi di lire, debito pubblico 2 milioni 131.660 miliardi, deficit annuo 126.000 miliardi (avanzo primario, al netto degl'interessi sui titoli del debito pubblico: 70.500 miliardi).

Persone citate: Camillo Cavour, Visco

Luoghi citati: Firenze, Italia, Torino, Venezia