MA A ROMA ERANO AMICI

••3 ••3 BERGMAN Amore e adulterio in forma di conversazione Ingmar Bergman Conversazioni private Garzanti pp. 149, L 26.000 UNA storia d'amore e d'adulterio del regista svedese. Anna, sposatasi «per amore» e contro la volontà della famiglia, avvia una relazione con uno studente di teologia, Tomas. Una passione che scardina la gabbia del matrimonio. Attraverso varie conversazioni (con padre Jacob, il marito, il pastore Henrik, la madre, Tomas), la donna si rivela a se stessa. Traduzione di Laura Cangemi. MAURI AC Francois Mauriac Colpi di coltello Passigli pp. 123 L 20.000 I colpi di coltello turbarono la critica cattolica TRE racconti riuniti in volume nel 1929, accompagnati da una prefazione in cui Mauriac riflette sulle ragioni della propria scrittura, polemizzando con la critica cattolica. Tre «eroi»: l'artista che ritiene, in quanto tale, di non avere obblighi; il letterato indeciso (l'opera o la donna?), il giovane che pretende di arrivare a Dio non rinunciando a se stesso. Traduzione di Maria Elisa Della Casa. Ilu Ditly DONNE Ita Dal/ La signora con le scarpe rosse La Tartaruga pp. 152. L. 20.000 La fortuna cammina con le scarpette rosse DODICI donne per i dodici racconti della scrittrice irlandese. Età, classi sociali, trascorsi, personalità diverse. Una galleria di storie, su tutte quella della provinciale che tenta la fortuna in America e torna per stupire i concittadini con le scarpette rosse. Piccole e grandi debolezze, felicità, amori alla deriva, variazioni erotiche.Traduzione di Donato Ferrarlo. AVVENTURA Fotografare da una gabbia i terribili orsi polari Audrey Schulman La gabbia Polillo pp. 221 L 24.000 UNA giovane fotografa americana è stata scelta da una rivista per catturare con l'obiettivo nel loro habitat gli orsi polari. Dovrà compiere l'impresa stando in una gabbia. L'accompagnano nella spedizione tre uomini. Nonostante l'equipaggiamento tecnologicamente perfetto, la spedizione dovrà misurarsi con una natura implacabile, vendicativa. Traduzione di Francesca Nardi e Massimo Bocchiola. IL TERZO GEMELLO Ken Follett Mondadori pp.SII L.33.000 IL TERZO GEMELLO Ken Follett Mondadori pp.SII L.33.000 NCOMINCIAMO male: «Il servizio di Jeannie era dinamite pura e il suo smash incrociato di rovescio non lasciava speranza». Niente da dire sul servizio, anche se è difficile che una pur brava dilettante del tennis possa avere nei suoi bicipiti la potenza devastante di Ivanisevic. Ma lo smash incrociato di rovescio - che, per di più, non lascia speranze - è una cosa che nemmeno un Agassi con tre mani riuscirebbe mai a fare. In compenso, finiamo peggio: l'infame stupratore, che per tutto il libro rischia l'ergastolo per via della sua esuberante attività, si becca nell'ultima pagina ben cinque anni di galera perché - giustizia trionfa - non solo è riconosciuto colpevole di violenza carnale, ma anche di incendio doloso in quanto, per portare a termine il suo «game», di passaggio, ha anche dato fuoco a mezza università. Sviste d'autore, qualcuno potrebbe dire. Sviste di chi - in realtà - è condannato a sfornare uno, o più, best seller all'anno. Sopra e sotto: sullo scuolabus di una fantastica Twinsburg, ovvero la Città dei gemelli pumi. •m<.'*-i,j-«. .i fi! onr.wnA [h A destra: Ken Follett Un thriller tra bioetica e inseminazione artificiale: odio, amore e passione nel vaudeville delle identità E' il caso di Ken Follett che ne II terzo gemello, per dare fantasia e novità al suo lavoro, abbandona le strade sicure della storia e del collaudatissimo schema buono-catti•vo, per avventurarsi nell'oceano procelloso del presente e della genetica. La vicenda. Jeannie - la micidiale tennista - è pure scienziata col pallino dei fratelli omozigoti. E' tormentata da una domanda: in due esseri con lo stesso Dna conta di più il comune patrimonio genetico o l'educazione? In altre parole: se uno è un criminale, lo sarà anche il gemello o l'essere, ad esempio, cresciuto in un'altra famiglia annulla i ferrei legami dell'ereditarietà? Per svolgere la sua inchiesta, Jennie ha elaborato un particolare programma informatico che, penetrando nelle banche dati di ospedali, Fbi ed esercito, scopre coppie allevate in ambienti diversi. Le più appetibili, naturalmente, sono quelle in cui almeno uno degli elementi marcisca in prigione. La donna è appena agli inizi della ricerca quando la sua assistente viene violentata dal bruto incendiario. E qui incomincia il valzer dei gemelli. Ne viene arrestato uno (buono) mentre l'altro (cattivo) è dietro le sbarre. Com'è possibile? Spiegazione: ce n'è un terzo (cattivo) a piede libero. Ma, quello che è più preoccupante, tutti e tre hanno una madre diversa. E, sullo sfondo, incomincia a prendere forma un oscuro complotto finanziario politico che ha come fine ultimo la creazione del superuomo americano mediante misteriose fecondazioni in vitro. Inutile dire che Jeannie s'innamora del gemello buono (a pericolo di finto ergastolo), che nella commedia degli equivoci rischia di fare spesso all'amore con lo stupratore, che la bontà alla fine verrà ripagata e che tutti vivranno gemelli e contenti. Essendo d'obbligo non svelare altri meccanismi della storia - che si svolge tra Baltimora, Filadelfia e Washington - è tuttavia doveroso fare alcuni rilievi. Il primo: a parte le sottolineate leggerezze, per le prime trecentocinquanta pagine c'è il solito elegante professionismo follettiano, fatto di prosa rapida, continui cambiamenti di fronte, abilità narrativa che cattura nonostante la inevitabile prevedibilità della trama. Poi, improvvisamente il ritmo cambia e dal giallo si passa al vaudeville con una abbondanza di visi e corpi sempre identici che - francamente - entrano ed escono di scena con troppa ripetitività. H secondo rilievo: sembra quasi che il tema (stupri, maschilismo, inseminazione artificiale, diritto alla maternità, chirurgia genetica e libertà d'orgasmo) derivi diretta¬ mente dalle istanze tardo femministe della moglie Barbara, una sorta di pedaggio da pagare per non litigare in famiglia. Famiglia che peraltro - vista l'inusitata ed eccessiva quantità di ringraziamenti finali con ogni singolo componente citato per nome e cognome - deve aver abbondantemente detto la sua. Altresì inusuale la citazione di tre signore, Suzanne Baboneau, Marjorie Chapman e Ann Patty, che - dice Follett - «mi hanno assistito nella stesura del libro». Nessun dubbio che anche questo romanzo, già primo in classifica, si proporrà come best seller natalizio. Ma non vorremmo che questi fossero brutti segnali di overdose da celebrità. Quando cioè il grande artigiano decide di mettere su un'industria e incomincia a delegare un po' di scrittura e di idee. m—— Piero Soria MA A ROMA ERANO AMICI Romolo e Remo, un 'eccezione I FRATELLI AMICI I gemelli nella cultura romana, Francesca Mencacci Marsilio pp. 226 L. 48.000 I FRATELLI AMICI I gemelli nella cultura romana, Francesca Mencacci Marsilio pp. 226 L. 48.000 L primo quotidiano virtualmente possibile in Roma avrebbe aperto sulla cronaca nera: Il fondatore Romolo trucida il gemello Remo. Eppure la vicenda presenta zone d'ombra tali da consigliare al cronista una certa prudenza. Tuttora infatti non si è del tutto certi che alle origini di Roma vada intravisto un simile clamoroso fatto di sangue. Non mancano fonti antiche che guidano quella leggenda a un lieto fine. «Macché delitto di gelosia», avrebbe detto lo storico Egnatius (un antenato forse di quell'Enzo Jannar.ci che ha cantato in seguito L'Armando): figuriamoci che Remo addirittura sopravvisse a Romolo! Se il caso resta oscuro, non è certo senza un perché. Ben si comprende che suonasse seccante, per i Romani, far riposare le basi di tanta gloria su di un misfatto simile. Ma intervengono anche motivazioni più sottili, direttamente connesse al particolare modo in cui i Romani antichi guardavano al fenomeno della gemellarità, come potrà scoprire chi si vorrà rivolgere a un raffinato saggio di Francesca Mencacci: I fratelli amici. La rappresentazione dei gemelli nella cultura romana. Il libro, scritto con piacevole linearità, arricchito da tavole, folta bibliografia e indici, spiega nel segno degli «etterni gemelli» tutta la competenza specialistica di una studiosa da tempo attiva presso il Centro di Studi Antropologici sulla Cultura Antica fondato in seno all'Università di Siena da Maurizio Bettini, autore dell'introduzione. Il caso dei due famosi gemelli del mito non occupa che una minima parte della trattazione, incentrata sull'individuazione delle risposte delineate dalla cultura romana per le questioni fondamentali sollevate dalla gemellarità: come si spiega una simile

Luoghi citati: America, Baltimora, Filadelfia, Roma, Washington