LE DUE FACCE DELL'ITALIA di Mario Deaglio

6 LE DUE FACCE DELL'ITALIA dotto quel tipo di sindacalismo, ormai superato nei fatti in ogni parte del mondo. Se questo è vero, il Paese potrà seguire la riunione di oggi del Comitato monetario (ed eventualmente quelle successive, se una non dovesse bastare a chiarire tutti gli aspetti del nostro rientro nello Sme) preparandosi a tirare un grosso sospiro di sollievo. Si sta verificando, infatti, per l'economia italiana, una straordinaria accelerazione dei tempi che dà luogo a un importante circolo virtuoso. Il calo dell'inflazione prosegue a ritmi superiori al previsto e riduce il carico degli interessi sul debito pubblico, vero elemento squilibrante dei conti dello Stato; il tutto fa risalire il cambio della lira e riduce le pressioni inflazionistiche provenienti dall'estero. Dopo oltre un quarto di secolo, insomma, l'economia italiana comincia a disintossicarsi. Le cure disintossicanti indeboliscono qualsiasi organismo 1 e il nostro indebolimento si chiama recessione. Il gioco, però, vale la candela perché la recessione potrebbe essere superata nel giro di qualche mese, e in ogni caso entro il 1997, mentre i benefici dovrebbero essere duraturi. Sempreché, in un clima di rinnovata conflittualità sociale, non si inneschi una nuova spirale salari-prezzi. E' con queste prospettive che i nostri rappresentanti si recano oggi a Bruxelles. Per l'economia italiana, l'importante non è tanto la parità che sarà fissata per il cambio della lira con le altre monete del sistema o il margine di oscillazione consentito, quanto l'accoppiata cambio-costo del denaro. Sulla competitività internazionale dell'Italia non incide, infatti, soltanto il livello del cambio; tassi di interesse calanti possono ridurre i costi delle imprese molto di più di quanto un cambio debole della lira possa aumentare i ricavi degli esportatori, anche se una parte considerevole del mondo industriale italiano sembra averlo dimenticato. L'attenzione, quindi, si divide tra Bruxelles, dove sarà fissata la parità di cambio, e Roma, dove la Banca d'Italia 1 potrà decidere una nuova riduzione del costo del denaro. Un abbassamento sensibile darebbe più fiato alla Finanziaria e faciliterebbe la correzione di alcune gravi iniquità in essa contenute consentendo, tra l'altro, trattative salariali più distese di quanto sembri prefigurare la manifestazione di ieri. Tra la faccia populista e la faccia razionale dell'Italia, tra le piazze di Roma, gremite di manifestanti che ripetono slogan, e la sala di riunioni di Bruxelles, dove si parla con le cifre, il nostro destino, per il momento rimane sospeso. Come ricorda Sergio Romano nel suo recente saggio su Le Italie parallele, nel 1920-'21 l'ultimo governo Giolitti riuscì a disinnescare il conflitto sociale e a ridare, con il Trattato di Rapallo, un peso internazionale all'Italia. La sinistra, tuttavia, parte della quale l'aveva sostenuto, si rifiutò di capirlo e di aiutarlo e, anzi, lo mandò a casa in nome di un massimalismo esasperato, spianando la via al ventennio fascista. Che la storia ben di rado si ripeta è motivo di una certa consolazione. Mario Deaglio

Persone citate: Giolitti, Sergio Romano

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Rapallo, Roma