Di Pietro, amarcord a Porta Pia

Pi Pietro, amarcord a Porta Pia Un messaggio prima di ripartire: chiamatemi quando volete Pi Pietro, amarcord a Porta Pia E' tornato per salutare i dipendenti ROMA. L'aveva promesso, e l'ha fatto. Ieri mattina alle nove e mezzo Antonio Di Pietro è tornato al ministero dei Lavori Pubblici, che aveva lasciato in tutta fretta, per salutare tutti quelli che hanno lavorato con lui, e non solo. «Tornerò a trovarvi, appena passata la buriana», aveva fatto sapere ai suoi «dipendenti». E i ministeriali di Porta Pia, per la prima volta, erano scesi spontaneamente in piazza, protestando: «Di Pietro torna indietro». Il ministro più amato dai ministeriali italiani è arrivato in auto, da solo. Nel palazzo ha trovato ad attenderlo i due sottosegretari, Antonio Bargone e Gianni Mattioli, col quale il ministro si era scambiato una lettera d'addio molto affettuosa. C'erano poi i suoi più stretti collaboratori, il capo di gabinetto Luigi Giampaolini, Aurelio Misiti che presiede il Consiglio superiore dei lavori pubblici. E Sonia Mancino, la giovane collaboratrice del Corriere della Sera che Di Pietro conobbe quand'era al pool di Milano, e che volle, appena diventato ministro, come sua addetta stampa. Mancavano invece il professor Mario Cicala, l'ex capo dell'ufficio legislativo, da cui ha dato le dimissioni in polemica con Di Pietro, e Federico Cempella, con il quale la querelle ha riguardato, negli ultimi tempi, la gestione del piano per il Giubileo. Ma Antonio Di Pietro è uscito dal ministero solo dopo l'una e mezzo. Quattro ore che ha impiegato facendo il giro di tutto il palazzo, ufficio per ufficio, stringendo la mano a tutti. Ovviamente, ci sono stati applausi, richieste d'autografo, e anche qualche lacrima. «Chi ce lo rida più un ministro così!», lo rimproveravano affettuosamente gli impiegati. Di Pietro ha ringraziato tutti, anche i di¬ rigenti, «come concittadino, non come vostro superiore». «Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto», ha detto. Soprattutto, non si aspettava tanto affetto. E' andato via assicurando che sarebbe tornato a trovare i suoi compagni di lavoro al ministero. E non senza una breve «cerimonia degli addii» con i suoi collaboratori più stretti. «Una cosa tristissima», ha detto Sonia Mancino. Poi Di Pietro non ha resistito. E nonostante il suo segretario particolare abbia tentato di sconsigliarlo vivamente, ha affisso il proprio biglietto da visita in bacheca. Con un messaggio: «Chiamatemi quando volete». [r. r.] I

Luoghi citati: Milano, Roma