«Siamo pronti entriamo nello Sme» di Stefano Lepri

Anche il governatore Fazio a Francoforte per chiedere il rientro dopo 50 mesi di quarantena Anche il governatore Fazio a Francoforte per chiedere il rientro dopo 50 mesi di quarantena «Siamo pronti, entriamo nello Sme» Ciampi: nessun trucco, i nostri progressi sono reali FRANCOFORTE DAL NOSTRO INVIATO Quello che aveva capito tutto era un economista di Copenaghen (il nome è sfuggito ai più), tra la folla di banchieri europei riuniti nel teatro dell'Opera di Francoforte. «Mister Fazio - ha chiesto - lei per caso pensa che la lira non sia ancora pronta per il ritorno nello Sme?». Il governatore della Banca d'Italia, che dopo una tavola rotonda rispondeva alle domande del pubblico, ha detto di no, che la lira «è pronta, più o meno», e che il governo italiano «sta chiedendo» il rientro nel sistema monetario europeo. Erano circa le 16, con i mercati valutari ancora aperti. «Is asking» diceva Fazio: potevano essere parole ambigue, e nella grande sala si erano sentite male. Così all'uscita, pochi minuti dopo, attorno a lui sono accorsi i cronisti come mosche sul miele. Nel fitto di un capannello mobile e incespicante, a metà di una scala, alle 16,10 il governatore ha pronunciato il chiarimento atteso: «Ha chiesto». «Ha chiesto, has asked, hat gefragt, a demandén hanno ripetuto all'intorno, drizzando i telefonini, i giornalisti. Tanto bastava: la lira tornerà nello Sme da dove era dovuta uscire, con avvilimento nazionale, 50 mesi fa. Per un destino casuale e curioso, l'annuncio è toccato al personaggio pubblico che ne è meno entusiasta. A stimolare la domanda dell'economista danese era stata la prudenza evidente di Fazio verso l'unione monetaria. Nel suo discorso il governatore ha preso le distanze dalla politica di cambio forte della lira nello Sme, alla fine degli Anni 80 e all'inizio dei '90, che terminò con il disastro del 16 settembre '92. In vista della moneta unica, ha messo in guardia contro i tentativi di forzare entro «vincoli rigidi ai tassi di cambio» economie non ancora pienamente convergenti. Però sui rischi che lo Sme comporterà per la lira ieri a Francoforte qualche garanzia la si è avuta. L'attuale banda di oscillazione consentita alle valute è larga, del 15% in più o in meno (con una ipotetica parità del marco a 1000, da circa 850 a circa 1150). Tutt'altra cosa dal 2,25% appena che la moneta italiana non potè reggere nel '92. Erano in discussione (segretissima) progetti per passare dal 15% a molto meno. Ma Alexandre Lamfalussy, presidente dell'Istituto monetario euro¬ peo, ha detto che preferisce mantenere il 15% anche dopo il '99, quando attorno alla moneta unica ci sarà il cosiddetto Sme-2. Non è un caso che la lira e gli italiani abbiano fatto tanto rumore, nel congresso bancario europeo che i tre grandi istituti tedeschi (Deutsche, Dresdner, Commerzbank) organizzano ogni anno. La questione se l'Italia entrerà o no nell'unione monetaria il 1° gennaio '99 appare in Germania la questione principale sull'unione monetaria. Intitolando il convegno «Il momento della verità» gli organizzatori hanno pensato bene di invitare a parlare U ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi la mattina e Antonio Fazio il pomeriggio. Ciampi sa che i banchieri tedeschi, e moltissimi tedeschi che non sono banchieri, temono un «Euro» con dentro la lira. Perciò ha fatto il massimo sforzo, benché delle ultime decisioni suU'Eurotassa non sia proprio entusiasta (la promessa di restituirla al 60%, che agli italiani dice poco perché sono diffidenti, all'estero la rende meno credibile). La paura dei tedeschi è che lasciando il loro marco abbiano in cambio inflazione e alti tassi di interesse. Non porteremo il contagio dell'instabilità, assicura Ciampi; i nostri progressi sono reali e non col trucco. «Faremmo un danno a tutta l'Europa - ha ripetuto ieri - se costruissimo una moneta meno credibile di quella tedesca. Sarebbe un danno per tutti i Paesi europei; lo sarebbe a maggior ragione per l'Italia che, a causa dell'alto indebitamento, riceverebbe un aggravio proporzionalmente maggiore». Ancor più in là si è spinto nelle interviste apparse ieri su due quotidiani, l'economico Handelsblatt e la Sueddeutsche Zeitung di Monaco. Suona ardito il «sono pienamente d'accordo con la linea del ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel e del capo della Bundesbank Hans Tietrrieyer» che conclude la seconda intervista. Ma per l'appunto in sede europea si starebbero avvicinando le posizioni sul «patto di stabilità» caro ai tedeschi; non si teme più il fallimento al vertice di Dublino il 12 dicembre. E all'obiezione che il bilancio '96 si chiude male, con cifre ancora lontanissime dai parametri di Maastricht, Ciampi ribatte che «non ha fatto operazioni cosmetiche». Stefano Lepri

Persone citate: Alexandre Lamfalussy, Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Hans Tietrrieyer, Mister Fazio, Theo Waigel