Andreotti di A. R.
Andreotti Andreotti Pazienza chiama in causa Calvi PALERMO .Roberto Calvi finanziava gli andreottiani? L'ha detto ieri a Palermo, interrogato come teste nel processo a Giulio Andreotti per associazione mafiosa, Francesco Pazienza che sta scontando dieci anni di reclusione per calunnia. La condanna gli fu inflitta nel processo per la strage nella stazione ferroviaria di Bologna. Come al solito, Pazienza non è stato zitto su nomi e fatti. Tutto vero, però? Quando il procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte, uno dei pm, gli ha chiesto dettagli sui versamenti da lui eseguiti per conto di Calvi all'avvocato Vilfredo Vitalone (fratello dell'ex ministro andreottiano Claudio), riferendosi a somme nell'ordine di mezzo milione di dollari, Pazienza ha sostenuto che le aveva considerate «parcelle in nero». Il teste ha poi accennato a operazioni in denaro anche a beneficio di uomini politici inquadrati in organismi internazionali, da lui eseguite sempre per conto di Calvi. Un riferimento pure all'ex gestione del Corriere della Sera: Pazienza l'ha definita nella sfera d'influenza di Litio Gelli, il Venerabile della P2. E in tutto questo guazzabuglio, che lo ripropone dopo il silenzio calato da tempo su di lui, Francesco Pazienza ha affermato di non aver mai conosciuto Andreotti, ma di aver portato a Ciarrapico un milione di dollari su incarico di Calvi. Ha poi aggiunto che Umberto D'Amato, dirigente del ministero dell'Interno, gli avrebbe suggerito di conoscere Ciarrapico per arrivare poi ad Andreotti. Nel 1985 in carcere a New York dov'erano detenuti sia Pazienza sia Gaetano Badalamenti, l'avvocato Maurizio Di Pietropaolo (ha dichiarato ieri Pazienza) si sarebbe buscato una lavata di capo dal boss di Cinisi. Questi gli avrebbe infatti rimproverato («Dovete vergognarvi») che la de aveva permesso l'arresto dei cugini Salvo. Di Pietropaolo, confuso, gli avrebbe replicato che non era stato possibile evitarlo. Pazienza ha affermato che Badalamenti in carcere gli confidò di essere stato amico di Lima. Ora, dal 12 al 14 dicembre, è atteso il pentito Balduccio Di Maggio che sostenne di aver visto Andreotti e Riina incontrarsi e baciarsi sulle guance. [a. r.]
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