Transex ucciso il segreto in una cassetta di Ezio Mascarino

Torino, nel nastro una cugina rivela che l'uomo le aveva confessato il delitto. Riprese le ricerche del corpo Torino, nel nastro una cugina rivela che l'uomo le aveva confessato il delitto. Riprese le ricerche del corpo Transex ucciso, il segreto in una cassetta Ma l'accusato: sono innocente TORINO. Lo accusano una cassetta e un supertestimone. Lui continua a negare. Ieri è comparso davanti al magistrato con le manette ai polsi. Erano le 16. «Prego si accomodi». Ha guardato dalla finestra aperta sui tetti di Torino illuminati da un sole quasi primaverile. Ha mormorato: «Era bella Valentina, molto bella. Stavo bene con lei. Le volevo bene. Eravamo felici assieme. Perché l'avrei dovuta uccidere?». Lei, Paola Trovati, giudice per le indagini preliminari, lo ha fissato negli occhi: «Deve dirmelo lei, Umberto Prinzi. Siamo qui per questo». Lui ha scosso la testa: «No, non è questo il luogo e la sede per rispondere, voglio un processo. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Prima, ai cronisti aveva invece detto: «Scrivetelo, io sono innocente». Lo avevano fermato mercoledì quelli della Mobile, sezione omicidi. Dopo un anno e mezzo di indagini. Difficili. Tanti indizi, tutti contro di lui, Umberto, 25 anni, amico del cuore di Valentina, Cosimo Andriani, transessuale di 32 anni, scomparso il 1° maggio dello scorso anno. Un giallo. Valentina era scom- parsa senza lasciare una traccia. Scomparsi anche la sua auto, il suo telefonino, i suoi gioielli e parte dei risparmi, centinaia di milioni. Tanti indizi. Ma nessuna prova. «Eppure è lui», ripeteva il capo della Mobile, Salvatore Mulas, il funzionario che aveva liberato il piccolo Farouk, rapito e prigioniero in Barbagia. E ha insistito nelle indagini su quel giovane il cui fratello fu accusato di aver ucciso un omosessuale e si era impiccato in carcere. In questi mesi Umberto Prinzi è stato sentito più volte in questura, anche dal pm, Enrica Gabetta. Ripeteva: «Non so niente, perdete solo tempo». Se ne andava ridendo. «Si finge un duro, ma in realtà è fragile, forse anche per quella drammatica storia del fratello alle spalle», diceva il commissario Claudio Cracovia, capo della omicidi. «Farà un errore, dobbiamo stargli dietro». «E Prinzi un errore l'ha commesso», dice il magistrato. Si è confidato con una cugina, Marzia Ferrari, 27 anni: «Ho ucciso Valentina». Marzia lo ha detto alla sorella, Barbara, 25 anni. E Barbara lo ha raccontato al magistrato. E poi ha fatto ripetere alla sorella quel racconto. Registrando le loro parole. «Ma si tratta di una registrazione rubata, fatta all'insaputa di Marzia», dice l'avvocato Aldo Perla, difensore di Prinzi. Ma quel nastro c'è, ed è una prova. Barbara fa tante domande e Marzia racconta. E quelle parole sono macigni: «Sì, Umberto mi ha detto che l'ha uccisa. Avevano litigato, forse per soldi, nell'alloggio di lei. L'ha colpita, lei è caduta. Umberto l'ha afferrata per il collo. Poi ha nascosto il cadavere in un borsone nero che poi ha buttato in un bosco... sessanta chilometri da Torino... in Val di Lanzo». E gli indizi sono diventate prove. Il litigio? «C'è chi ora ricorda che Umberto aveva dei graffi nei giorni successivi la scomparsa di Valentina», dicono alla Mobile. E i soldi? «Due giorni dopo la scomparsa di Valentina si è comperato una Peugeot 205, sei milioni e mezzo, tutti in contanti, biglietti da 50 mila presi da una valigetta 24 ore, piena di banconote». E i gioielli mai più trovati? «Umberto è stato a Valenza Po, dove è facile vendere oggetti d'oro; lui lo ha sempre negato, ma ha preso una contravvenzione dai vigili di quella città per divieto di sosta». Poi il cellulare di Valentina, scomparso: «Le ultime telefonate sono state fatte da Umberto a suoi parenti». Ora tutti negano. Umberto: «Scrivete, sono innocente». Marzia Ferrari (anche lei in carcere per favoreggiamento personale) attraverso il legale, Molinengo: «Mi sono inventata tutto, Umberto non mi ha mai confessato il delitto». Tutti negano. Ma c'è la cassetta, con il racconto della fine di Valentina. E c'è una supertestimone, la sorella di Marzia, Barbara Ferrerò. E' tossicodipendente. Un mese fa ha dichiarato ai magistrati: «Un giorno Umberto è tornato a casa piangendo e ha raccontato che aveva ucciso Valentina, soffocandola». Anche Barbara ritratta tutto. Al cronista mormora: «Lo giuro, non ho mai detto quelle cose». Ma al magistrato le ha raccontate: quel verbale oggi è una prova. E ora si cerca il cadavere di Valentina. In Val di Lanzo. Ezio Mascarino A sinistra, Cosimo Andriani, in arte «Valentina», durante una vacanza al Alta, tacchi a spillo capelli neri e lunghi Guadagnava moltissimo A fianco, Valentina e il fidanzato Umberto Prinzi insieme, in discoteca Sotto, Prinzi ieri pomeriggio, in manette

Luoghi citati: Barbara, Torino, Valenza