Dai tacchi alle pantofole
Dai tacchi alle pantofole pente è i tutto uguale due anni dopo Dai tacchi alle pantofole Corsi e ricorsi delle vicende Rai CROMA OME ebbi à dire due anni fa...». Non è Scalfaro che si ripete ma la Rai, forse la vita. Dopo due anni di elezioni, ribaltoni, epurazioni, promozioni e rivoluzioni l'unica cosa che è cambiata davvero a viale Mazzini sono le scarpe. Dai perentori tacchi a spillo di Letizia Moratti che aggredivano la moquette color fango dell'ufficio presidenziale nei giorni della prima lettera del Quirinale, a(le mandarinesche babbucce di Enzo Siciliano, percorse talvolta da un fremito nervoso. Due suole, due stili. Tutto il resto, quando non è peggiorato (ad esempio i programmi) è rimasto uguale, compreso lo stipendio che la Sciura si autoridusse a sei milioni scarsi ci pagava il pieno del suo jet - e che Siciliano, nonostante un patrimonio più modesto e una famiglia di artisti a carico, non ha potuto certo ritoccare. Quanto alla Rai meno faziosa e servile che Scalfaro vagheggiava allora, la tragica risposta arriva dall'incipit della sua nuova predica nel deserto: «A distanza di due anni esatti mi vedo indotto a rappresentare nuovamente...». Due anni esatti. Il tempo di una fotocopia. Nel novembre '94 ('961, i giornali sportivi chiedono le dimissioni di Arrigo Sacchi (ha perso con la Croazia, anzi, la Bosnia) e i partiti il commissariamento della Rai. Nel novembre '96 ('94) c'è un milione di persone in piazza San Giovanni contro il governo Prodi (Berlusconi) e la destra contesta la faziosità del Tg3 che ha dato troppo spazio alla manifestazione ('94), anzi troppo poco ('96). Nel novembre '94 ('96, ma anche '95 e di sicuro '97) Pannella ce l'ha col Tgl «che mi ha dato zero minuti virgola zero di spazio». I quotidiani sono intasati da Fidel Castro ('94 e '96), mentre le riviste pubblicano fotografie inedite del presidente della Rai che sorride su una panca di San Patrignano con l'amico Muccioli (Moratti '94) o a pancia nuda e pelosa fra le frasche di Capalbio (Siciliano '96). Il decreto salvàRai rischia la bocciatura, nel '94 e nel '96. Nel novembre '94 scappano o rifiutano la nomina a direttore Volcic, Tosatti, Zavoli, Bevilacqua e Iseppi, al quale Moratti aveva proposto la direzione a ore di Raidue: fino alle dieci di sera lui, poi sotto con Minoli, quello della notte. Nel novembre '96 Minoli è rimasto, Iseppi è rientrato, eccome, ma se ne sono andati Arbore, Baudo, Santoro e Brancoli dalla tv, forse Beha e Nicoletti dalla radio. Il Grande Rospo divora le individualità. Nel novembre '94 ('96) piove moltissimo, ma un po' troppo nel '94, quando il Piemonte va sott'acqua e la Rai morattiana annuncia l'alluvione su Onda Verde: «Qualche difficoltà per chi viaggia fra Alessandria e Torino». Si consiglia il canotto. Nel novembre '94 la sinistra si rivolta contro la beatificazione di Muccioli nei tg; nel novembre '96 sarà la destra a urlacchiare contro quella di Fidel. Il mondo politico è sotto shock per un fatto che li ha colti naturalmente alla sprovvista: la spartizione delle poltrone. «Un'operazione spaventosa», inorridisce il D'Alema '94. «Peggio, illiberale», si spaventa il Berlusconi '96. Nel novembre '94 il consigliere Marciami (Mursia nel '96) per protesta minaccia di dimettersi. Biagi '94 firma appel¬ li contro la faziosità dell'informazione: «La Rai sembra il circo Togni, l'unica differenza è che qui la frusta 2 domatore se la dà sui coglioni». Biagi '96 prende le distanze con deluso disgusto dall'Ulivo. Nel novembre '94, durante una drammatica assemblea delle maestranze Rai in sala-mensa, Carmen Lasorella arriva a togliersi le scarpe: due anni dopo toglierà anche il disturbo. Suscita un certo interesse, nel novembre '94, la nomina del padano Gabriele La Porta a direttore di Raidue in quota Lega Nord, almeno quanta ne suscita, nel novembre '96, la nomina del compagno Gabriele La Porta a direttore della hnea-notte in quota Rifondazione. Berlusconi '94 garantisce che in Rai «non sposterò neanche una pianta» e Veltroni '96 conferma che «da due anni non mi occupo di Rai»: se ne dedurrebbe che nel '94 fosse lui a spostare le piante per conto di Berlusconi. Si assiste infatti a veri e propri miracoli: nel novembre '94 la moltiplicazione dei vicedirettori del Tgr (sei), nel novembre '96 quella dei direttori con autista (ventinove). Un certo Garaguso, soprarmominato «alzati e cammina», passa in meno di un'ora da vicecaporedattore a vicedirettore con un doppio salto carpiato. Questo succedeva nel novembre '94. Nel novembre '96, invece pure. L'importante, come nei tradimenti, è negare: sempre. Nel novembre '94 Letizia Moratti assicura in un'intervista alla «Stampa» che «l'influenza di Berlusconi sulle nomine è pari a zero». Nel novembre '96 Enzo Siciliano scrive sul «Corriere» che «non siamo la Rai dell'Ulivo: se tutti sono scontenti, significa che l'informazione è corretta». E con questa emozionante teoria dovremmo tranquillamente approdare al novembre '98, data del prossimo appello del Quirinale. C'è da scommettere che pioverà molto anche allora. Massimo Gramellini pente è i Da Donna Letizia nel '94 al Mandarino Enzo di oggi cambiano solo le scarpe Nella foto qui accanto Letizia Moratti e, a destra una foto del servizio di «Sette» dedicato a Siciliano
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