La Spezia, un altro guaio per «Chicchi»
La Spezia, un altro guaio per «Chicchi» MAZZETTE NEL MIRINO Respinta la richiesta di scarcerazione: il finanziere resta recluso a Perugia La Spezia, un altro guaio per «Chicchi» Tangenti sui rifiuti, coinvolto Pacini LA SPEZIA IECCOLO, il grande corrut. tore, quello che occupava il gradino «appena sotto Dio» e oggi aspetta soltanto di lasciar la prigione. Uscito, come buona parte di «Tangentopoli 2» dalla porta principale del palazzo rosa, accompagnato, raccontano, dal sospiro di sollievo del procuratore capo Antonio Conte, Pierfrancesco Pacini Battaglia rientra dalla finestra. Perché un'altra indagine, sul punto di ormeggiarsi al porto di La Spezia, lo vede fra gli attori. Un'inchiesta vasta, sul malaffare dei rifiuti, avviata ad Asti dal procuratore Sebastiano Sorbello e dal sostituto Luciano Tarditi. Ipotesi di reato: associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. Ad oggi, 13 arrestati, 41 indagati e un'alluvione di intercettazioni telefoniche: undicimila, per la precisione, qualcosa di somigliante ad una rete per la pesca a strascico. E dentro c'è rimasto di tutto un po'. Lunedì 28 ottobre, per esempio, c'è finito Romato Tronci, 60 anni, all'epoca di «Mani pulite» definito da qualcuno grande elemosiniere di de, psi e pei. Nel 199<» ra direttore della De Bartolomeis di Milano, forni e impianti indù, ili: fu interrogato ad Alessandria per una storia di tangenti, 130 milioni allungati al psi ma che lui fu rapido a definire «contributo». E fu sentito pure a Verbania, durante l'inchiesta sull'appalto delle cucine all'ospedale di Pallanza: quel giorno, venerdì 9 dicembre 1994, davanti al magistrato lo accompagnò il difensore, Massimo Dinoia, quello che ha difeso Lorenzo Necci e ora difende Antonio Di Pietro. Alla fine dell'ottobre scorso c'è stata una perquisizione, in casa di Tronci, conclusa con 0 sequestro di documenti: e in un'agenda sono stati scoperti il nome e il numero di telefono di «Chicchi» (proprio ieri i giudici di Perugia hanno respinto la sua istanza di scarcerazione). Ora La Spezia è competente anche per quest'inchiesta, che mostra già notevoli analogie con «Tangentopoli 2». Per esempio, da una parte c'era «Chicchi» che distribuiva mazzette, dall'altra c'è Orazio Duvia, che aveva messo su, lui pure, la sua bella rete di contatti prezzolati. E poi, sulla superficie dell'oceano di spazzatura, rifiuti &• affini, emerge anche il nome di Necci. E così «Tangentopoli 2» potrebbe riprendere dal punto esatto dove, forse, si era pensato di abbandonarla. Per ragioni di competenza contestata, per mancanza di strumenti: che poi sarebbero le informazioni sui conti bancari chiesti alla Svizzera e che potrebbero, da sole, aprire quegli orizzonti che, per il momento, i pm Alberto Cardino e Silvio Franz devono limitarsi a intuire. Senza l'aiuto d'Oltralpe, l'inchiesta rischia il crollo. I sospetti, le ipotesi di lavoro offerti da quelli del Gico di Firenze, il Gruppo investigativo per la criminalità organizzata della Guardia di Finanza che ha fatto scattare l'inchiesta, rischiano di rimanere argomento sterile. Tanto più che, ormai, gli indagati corrono a puntualizzare e, dov'è possibile, correggere. Per esempio, Emo Danesi, ex impiegato dei telefoni, ex tessera P2, ex parlamentare de, avrebbe chiarito che, sì, lui i soldi da Pacini Battaglia per i partiti li ha presi. Ma li avrebbe intascati, mica distribuiti. Per il momento rimane in ospedale, perché a dispetto della concessione degli arresti domiciliari da parte del gip Diana Brusacà, i magistrati di Perugia, che indagano sul filone «toghe inzaccherate», hanno richiusto una seconda perizia sulle condizioni di salute dell'ex onorevole. «Forse non si fidano di quella fatta da noi», commenta la dottoressa Brusacà. E i difensori sottolineano le «lungaggini ^ammissibili dei magistrati». Vincenzo lessandoti finanziere Pier Francesco Pacini Battaglia
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