America la tv dei miracoli moltiplica i libri

il caso. Nel suo videosalotto la Winfrey inaugura un «book club»: e le vendite salgono del 3000% il caso. Nel suo videosalotto la Winfrey inaugura un «book club»: e le vendite salgono del 3000% America, la tv dei miracoli moltiplica i libri ENEW YORK brava Oprah. Prima dimagrisce, e imbellisce e ringiovanisce, e dona l'il I lusione a milioni di americani che «anche io posso», come recite l'obeso nutty professor dell'ultimo film di Eddie Murphy. E poi inaugura un book club, un angolo del libro nel suo talk show televisivo, e manda in tilt i registratori di cassa di tutte le librerie d'America. La nera Oprah Winfrey, regina della televisione a metà tra Maurizio Costanzo e Jessie Norman, si concede da qualche giorno un palpito intellettuale che sconvolge l'editoria americana. «I feel passion for this author» modula nel suo show con voce calda, «ho una passione per quest'autore». E un libro come Canto di Salomone di Tony Morrison, uscito 19 anni fa, diventa di colpo il più ricercato d'America. Per non parlare del romanzo dell'esordiente Jacquelyn Mitchard, The Deep End of the Show, che si è involato al vertice della classifica dei best seller, con un aumento delle vendite del 1700%. Ma lo strambo matrimonio tra editoria e televisione che si sta celebrando negli Stati Uniti non riguarda soltanto la vulcanica Oprah. Su potenti network come Nbc, Cbs o Abc si sta consumando un'altra strana passione: da un lato gli editori si danno un gran da fare per mandare i propri titoli in televisione, sapendo che può significare triplicare o quadruphcare le vendite, e dall'altro i network si fanno la guerra por accaparrarsi gli autori celebri. «Se non è in televisio- ne, non esiste», è stata la regola più osservata in questi mesi, e non solo in campagna elettorale. Ma quali sono gli effetti collaterali di questa regola? Per l'editoria, l'essere spinta a pubblicare soprattutto libri telegenici. E a investire sugli autori mandandoli a scuole speciali, in cui si insegna come affrontare i media. Per i network, il fastidio di imporre ai propri giornalisti forti vincoli alla libertà di opinione. Di un libro importante, sulla cui anticipazione molti vorrebbero l'esclusiva, non si parla liberamente. Da un po' di tempo si stipulano contratti precisi e rigidissimi tra network e editori. Se ne può parlare così e non così. Toccando questo argomento ma non quello. Per tanti minuti, non uno di meno e non uno di più. Caso tipico, il libro ancora non uscito di Dick Morris, star del momento, il giovane e capacissimo consigliere di Clinton che ha perso il posto per una relazione con una prostituta. Morris ha firmato un contratto da due milioni e mezzo di dollari con la Random House, e il suo editore ha cominciato a negoziare interviste televisive prima ancora che avesse cominciato a scrivere. La posta era alta: il network che avesse accettato di ospitare Morris, a risultati elettorali freschissimi, per un commento in diretta di 8 o 10 minuti, avrebbe avuto l'esclusiva sul futuro libro. Epilogo: quando Morris in uno slancio di generosità, durante gli otto minuti di intervista a Good Morning America, ha accantonato la politica per accennare allo scandalo, il giornalista Sam Donaldson lo ha interrotto dicendo: «Non ora! Non ora!». Quello è per dopo, per quando uscirà il libro. Ma la notizia strabiliante è che l'inaugurazione di un angolo del libro all'interno dello show di Oprah Winfrey ha coinciso, quello stesso weekend, con un aumento delle vendite dei tascabili, nelle più grandi catene di librerie degli Stati Uniti, del 3000% (niente errori: tremila, ha scritto il New York Times). Notizia che Oprah ha commen¬ tato così: «Sono sorpresa. Mi rendo conto che quando si parla a rnilioni di persone si ha un'influenza enorme. E' una responsabilità superiore a quella che immaginavo». E ha promesso di fare di tutto per garantire al suo book club la più assoluta «purezza». Interessante proposito. Anche perché se le intenzioni della Winfrey fossero sincere, vorrebbe dire, tra l'altro, che dal suo show trarrebbero beneficio anche quegli editori che non hanno una lira da spendere in pubblicità. Solo che ahimè tutto ha un prezzo. E infatti in cambio di un'ora di intervista la cantante Patty LaBelle, che ha appena pubblicato le sue memorie, Don't block the blessing, da Putnam/Berkeley, ha dovuto accettare di cantare, preparare un'insalata di patate, aprire la sua casa e mostrare alle telecamere dell'Oprali Winfrey Show le sue tremila scarpe. Insomma, ha sempre avuto ragione Sonny Mehta, l'indiano alla guida della casa editrice Knopf che tutti considerano un asso del marketing: quello che conta non è far recensire i libri, è parlare di libri nei contenitori che con i libri non hanno niente a che fare. L'aveva azzeccata per primo. Solo che poi gli è venuta l'idea di chiedere un libro di memorie a Oprah Winfrey, e tra annunci, smentite e polemiche (il titolo sarebbe stato indegno del prestigioso catalogo Knopf), si è andato a cacciare nei pasticci... Livia Manera Gli editori stipulano contratti rigidissimi con i network per stabilire come andrà presentato un volume Gli editori stipulano contratti rigidissimi con i network per stabilire come andrà presentato un volume Oprah Winfrey, la regina dei talk show americani NEW YORK brava Oprah. Prima dimagrisce, e imbellisce e ringiovanisce, e dona l'illusione a milioni di ameche «anche io posso», cote l'obeso nutty professor imo film di Eddie y. E poi inaugura un book n angolo del libro nel suo Oprah Winfrey, la regina dei talk show americani Pubblicati soprattutto gli autori telegenici, a cui si insegna come affrontare i media

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