«Va bene l'Eurotax non il rimborso»

«Infelice il nome della nuova imposta perché a benefìcio esclusivo dell'Italia. Meglio i tagli» MONTI COMMISSARIO EUROPEO «Va bene l'Eurotax non il rimborso» B BRUXELLES ENE la Finanziaria, il rimborso dell'Eurotassa mi piace un po' meno, ma si tratta comunque di somme limitate. Aperto dissenso, invece, con il nome che le è stato dato, perché fa pensare ad un'imposta chiesta da Bruxelles». Il commissario europeo Mario Monti sintetizza così il suo pensiero sulla manovra che la Camera ha appena approvato e sul suo capitolo più controverso: il «contributo straordinario per l'Europa». Una manciata di ore prima Yves-Thibault de Silguy, il commissario responsabile per economia e finanza, aveva affidato al suo portavoce una valutazione assai prudente, ammettendo la legittimità sia della tassa, sia del rimborso che i contribuenti riceveranno a partire dal 1999. «La questione del rimborso - secondo il parere del commissario francese - dipende dal vincolo legale che il governo prenderà. Se il vincolo è politicò va tutto bene, se c'è un impegno legislativo nero su bianco invece il rimborso assume allora rilievo contabile», il che significa che la Commissione lo calcolerà nelle previsioni del debito pubblico. De Silguy ha poi ricordato che «non è sufficiente rispettare nel 1997 il criterio del deficit pari al 3% del Pil: ci vuole una convergenza economica sostenibile e durevole». Ma questo non impensierisce più di tanto il governo, perché secondo Ciampi l'Eurotassa, anche se una tantum, sarà sufficiente a far entrare l'Italia in un «circolo virtuoso» fatto di tassi d'interesse bassi e abbattimento del debito pubblico. Dopo aver atteso che si esprimesse il collega francese, Monti ha dunque valutato «con grande apprezzamento e sollievo la maggiore ambizione della manovra», che per la prima volta pone l'obiettivo di centrare i parametri di Maastricht entro la data limite del 31 dicembre 1997. Peccato si sia chiamato Eurotassa un intervento che «è a beneficio esclusivo dell'Italia» e che dà al nostro Paese due vantaggi: «Entrare da subito nell'Unione monetaria, se ce la faremo, e veder calare i tassi d'interesse». Monti ha però parlato di «perplessità sul fatto che il contributo sia una tantum e suscettibile di rimborso. Si può sostenere - ha detto - che lo sforzo è necessario una tantum. Aggiungerei però che se ciò viene fatto con elementi strutturali e duraturi, più la convergenza verso i criteri di Maastricht è sicura. Resta quindi la necessità di aggredire il debito pubblico in modo strutturale, più di quanto non sia stato fatto in Italia in questi ultimi anni». Il commissario, in parole povere, avrebbe preferito all'Eurotassa un taglio deciso a pensioni e sanità, tanto più che questa è «la politica generale della Commissione». La «perplessità» di Monti è dovuta soprattutto al rimborso della tassa che il governo ha promesso ai contribuenti. «Dà l'idea che si tratti di un prestito e non di un contributo acquisito, e questo certo non aiuta a dare l'idea della riduzione permanente del disavanzo». Tuttavia, ha aggiunto, è importante sottolineare che «si tratta in fondo di un rimborso pari al 60% del contributo straordinario, restituibile in tre anni a partire dal '99, cioè di circa mille miliardi l'anno: una cifra che non sposta certo molto». L'avvertimento sulla «somiglianza» dell'Eurotassa con un «prestito forzoso», dunque, non è che «un monito preventivo». Quanto alla legittimità dell'imposta, Monti ha ricordato il caso del fondo pensioni di France Telecom, trasferito in bilancio dallo Stato, che dovrà negli anni futuri pagare le pensioni ai dipendenti dell'azienda. «L'apprezzamento su quell'operazione di tesoreria è stato fatto da Eurostat», ha detto il commissario. E la Commissione, che ha accettato l'intervento, «applica sempre e a tutti lo stesso metro di giudizio». La parola definitiva spetta dunque a Eurostat. E proprio ieri una fonte dell'istituto statistico europeo ha dichiarato che i rischi d'in compatibilità dell'Eurotassa con il «sistema europeo di contabilità sono minimi, se non inesistenti». Un rischio un'eventuale distribuzione diretta di azioni, che il gover no ha del resto già escluso. Fabio Squillante «Infelice il nome della nuova imposta perché a benefìcio esclusivo dell'Italia. Meglio i tagli» Bruxelles ammette la sua legittimità e apprezza la manovra Berluta: «Ingettone, re il bal govercomunin un clirta» con Cavalie in gran raffica messa da marinaio, oppure è un impegno legislativo e allora non verrà accettato da Bruxelles!». Accordi di desistenza con Bossi? «Lui è uno sfasciacarrozze, la quinta colonna della sinistra!». E' un Berlusconi tutto d'attacco quello che si è presentato ieri sera da Bruno Vespa, deciso a cavalcare il malcontento che accompagna Tazio- O ES aso ce tme nme o, ad da szioconfa reara sia asslus«Ladetsupcen«Va non É In alto il commissario Monti a destra il ministro Visco

Persone citate: Berlusconi, Bossi, Bruno Vespa, Ciampi, Fabio Squillante, France Telecom, Mario Monti, Thibault, Visco

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Eurostat, Italia