Prodi: se non si va in Europa mi dimetto

Il presidente un'ora in diretta con gli italiani al Grl: primo impegno, stanare gli evasori Il presidente un'ora in diretta con gli italiani al Grl: primo impegno, stanare gli evasori Prodi; se non si va in Europa mi dimetto «Bertinotti non mi deve insegnare a tutelare ipoveri» ROMA. «Non ci vuole mica Rifondazione comunista a insegnarmi che i più poveri sono poveri e i più ricchi sono ricchi. Me l'ha insegnato mia madre che non possiamo gravare con le tasse sui più poveri...». E' un Romano Prodi deciso quello che, dai microfoni del Grl, replica alle telefonate degli italiani, nel corso del «Filo diretto», per spiegare al Paese la Finanziaria e l'eurotassa. Deciso. E pronto alla «guerra santa»: «Il problema vero è di stanare gli evasori. E qui, purtroppo, ci vuol tempo. Ma è il compito che ho in questi anni: fare in modo che le tasse le paghino tutti. Non posso mica dare lo stesso peso ai ricchi e ai poveri». Sessanta minuti serrati di botta e risposta, non solo con gli ascoltatori (preoccupati per le differenze di trattamento tra lavoratori dipendenti e autonomi e per il rimborso della eurotassa), ma anche con gli esponenti della opposizione, con il commissario europeo Mario Monti e col neodirettore di Panorama Giuliano Ferrara. Tagli o tasse? «La Finanziaria è equilibrata; la Confindustria sbaglia. Abbiamo scelto l'equità». L'Europa? «Pronto a dimettermi, se non ci entriamo per colpa del mio governo». L'eurotassa? «Per anticipare il risanamento». La ripresa? «C'è; e i benefici arriveranno prima del '99. Spero che il pil possa aumentare più dell'1,1% nel '97. Da luglio qualcosa si muove». Il dialogo col Polo? «A Berlusconi non hanno dato il gettone per rispondere». IN EUROPA, 0 MI DIMETTO. «Abbiamo preso come obiettivo quello di perseguire un grande risultato: il rientro in Europa - sostiene Prodi -. E' il domani del nostro Paese. Abbiamo cercato di farlo pesare il meno possibile alla parte più debole della popolazione e di tener conto della realtà economica del Paese. E ci siamo riusciti. Ma se l'obiettivo dovesse essere mancato per colpa del mio governo, ne trarrò le conseguenze». MORIRE PER MAASTRICHT? «Non ho chiesto di morire per... Danzica. Ho detto solo che dobbiamo metterci sulla via di una politica economica seria come fanno gli altri Paesi, in modo da ritornare finalmente a competere con Francia, Germania. Sono poche decine di migliaia di lire all'anno che il cittadino medio pagherà. Non è morire; è un piccolo sacrificio per un grande domani». SENZA EUROPA CI MASSACRANO. «Nell'ambito della riunione Fao ho ricevuto i governanti dei Paesi più popolosi del mondo: Cina, India, Vietnam, Bangladesh... Due miliardi e mezzo di persone; e la loro economia sta progredendo in un modo rapidissimo. Come resistiamo noi italiani, da soli, con 56 milioni di abitanti... L'Europa è l'entità minima per vivere in questo futuro. Non possiamo pensare di fare senza l'Europa; saremmo schiacciati». EUROTAX. «Non crediate che noi abbiamo preso questa decisione dell'eurotassa e del rimborso senza consultare i nostri partners europei. La restituzione della tassa per l'Europa è una promessa politica. Abbiamo indicato una procedura molto precisa. E' un impegno solenne che noi prendiamo di fronte ai cittadini. Perché l'abbiamo preso? Per far capire in maniera concreta, seria, che entrare in Europa è un traguardo vero e che rappresenta anche un vantaggio. L'Europa non è identificabile con tristezza, tasse, spese. Questo primo momento di sacrificio è uno strumento per un miglioramento economico successivo. E l'impegno assunto da un governo non vale per quel governo soltanto. E' un impegno per il governo del Paese. Io credo che qualsiasi mio successore lo debba onorare; i cittadini hanno dato un contributo su cui è stato preso un impegno di restituzione». NO A UNA POLITICA DI SOLI TAGLI. «Certo, i tagli contano più delle imposte. Tutte le analisi dei risanamenti dei diversi Paesi mettono in rilievo che i risanamenti più durevoli sono fatti attraverso una diminuzione delle spese e non tramite l'aumento delle entrate. Per questo, io ho posto un obiettivo di due terzi di tagli e un terzo di imposte. Lo abbiamo rispettato. Certamente, uno poteva fare i tre terzi di tagli, ma allora avrebbe ucciso il funzionamento della nostra pubblica amministrazione». IL DIALOGO COL POLO. «Gli italiani hanno capito che il dialogo con il Polo io l'ho aperto, non chiuso. Ma non mi è stato risposto. Forse, bisognava dare a Berlusconi un gettone telefonico per rispondermi... Indirettamente gli ho chiesto di vederlo quattro o cinque giorni prima della rottura; poi, gliel'ho chiesto direttamente; quindi, gliel'ho ripetuto in pubblico. Non mi è stata ancora data una risposta. Non vorrei che i cittadini si confondessero su chi sta chiudendo le porte al dialogo. Probabilmente Berlusconi non l'ha concesso perché quel giorno voleva fare le manifestazioni, voleva creare la massima tensione possibile nel Paese, voleva che la gente urlasse. E lo capisco. Ma a questo punto dovrà pur rispondermi. Parliamoci chiaro: l'opposizione ha fatto questo braccio di ferro per buttare giù il governo? A un certo punto, se ve¬ dono che il governo non va giù, verranno a più miti consigli, o no? E così riprende il dialogo democratico...». IL RIENTRO NEL SISTEMA MONETARIO. «I ragazzi di Le Monde (il quotidiano francese ha avanzato l'ipotesi che la Banca d'Italia sia impegnata ad evitare l'apprezzamento della lira in vista del rientro nello Sme, ndr) mi sembrano leggermente sopra le righe: la Banca centrale non è mai andata al di là dei suoi comportamenti dovuti. Circa il rientro, l'ho detto e lo riaffermo: dopo l'approvazione della Finanziaria, comincio le trattative. In questi giorni ci siamo dichiarati pronti per cominciare le trattative tecniche. Ci vuole un po' di tempo, ma si rientrerà nel Sistema monetario». Mario Tortello «Non ho chiesto di morire per Danzica ma solo un piccolo sacrifìcio» ^^^^^ ' Il presidente del Consiglio Romano Prodi

Persone citate: Berlusconi, Bertinotti, Giuliano Ferrara, Mario Monti, Mario Tortello, Prodi, Romano Prodi