«Belgio in balia dei veleni»

Il Parlamento nomina un'Inquirente. Sospetti di trame politiche BRUXELLES Il Parlamento nomina un'Inquirente. Sospetti di trame politiche «Belgio in balia dei veleni» 7/ vicepremier: sono gay, non pedofilo BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il vicepremier belga Elio Di Rupo è colpevole di pedofilia? Il Parlamento ha istituito ieri una Commissione speciale di 11 deputati, incaricata di esaminare il dossier ricevuto dalla procura generale di Bruxelles. La stessa procedura è stata seguita dal governo della Vallonia (la regione francofona), per quanto riguarda l'altro grande accusato: il ministro dell'Educazione Jean-Pierre Grafé Stando alle indiscrezioni apparse sulla stampa, tuttavia, i due non avrebbero nulla a che fare con la rete di pedofili che faceva capo a Marc Dutroux, il mostro di Marcinelle. L'inchiesta contro di loro parte da dichiarazioni rese da anonimi al «numero verde anti-pedofili» creato a ottobre dal giudice istruttore Jean-Marc Connerotte. In Italia una denuncia anonima non può essere presa in considerazione, ma in Belgio le cose stanno diversamente, tanto più dopo l'enorme emozione suscitata dalle atrocità di Dutroux e compagni. Partendo dagli anonimi dunque, la polizia giudiziaria ha interrogato molte persone vicine ai due ministri e, secondo quanto riportato dalla stampa, gli autisti di Di Rupo e Grafé avrebbero raccontato che i due avevano rapporti sessuali con minori che si prostituiscono. Resta però il fatto che la legge belga punisce solo i rapporti sessuali con minori di 16 anni. Ci vorrà tempo prima che il Parlamento decida se togliere o meno a Di Rupo l'immunità, anche se lo stesso Di Rupo ha chiesto di essere ascoltato dai magistrati il prima possibile. Nel frattempo, i due ministri potranno resistere alle pressioni o dovranno dare le dimissioni? Di Rupo ha tenuto a rispettare la sua agenda come se nulla fosse accaduto. Ieri, bloccato in Parlamento dai giornalisti, ha ribadito di aver avuto rapporti «solo con persone responsabili e consenzienti». Ma... adulte? «E' inutile girare attorno alle cose ha risposto Di Rupo -. La questione che abbiamo di fronte riguarda avvenimenti atroci, fatti di pedofilia, bambini massacrati. Io non ho mai, mai avuto a che fare con queste cose». Quanto alle accuse e alle voci, «si tratta di una deriva pericolosa per tutti, per le stesse istituzioni - ha affermato il vicepremier -. Non lo dico perché sono un politico: chiunque domani può essere schiacciato da sussurri e voci come io lo sono oggi». Sono molti ad essere perplessi di fronte alle accuse a Di Rupo, uno dei politici più popolari del Paese. Anne-Marie France, «madrina» della lotta contro i pedofili, ha lanciato ieri un appello a «ritrovare un clima normale. La si smetta di utilizzare la pedofilia per accusare tutto e tutti». E il presidente della Camera, Raymond Langendries, ha aperto ieri la seduta plenaria definendo «insopportabile il fatto che elementi del dossier vengano divulgati prima che il Parlamento ne sia informato. Invito il potere giudiziario al rispetto della deontologia professionale, della presunzione d'innocenza e della vita privata». Niente da dire: sembra proprio una sindrome italiana in salsa belga. Fabio Squillante Il vicepremier Di Rupo si difende dalle accuse di pedofilia dopo la decisione presa ieri dal Parlamento di nominare una Commissione d'inchiesta

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