Fiamme e terrore sotto la Manica

Trentaquattro passeggeri rischiano la morte per asfissia, nuove polemiche sulla sicurezza Trentaquattro passeggeri rischiano la morte per asfissia, nuove polemiche sulla sicurezza Fiamme e terrore sotto la Manica Nell'Eurotunnel scoppia un incendio su un convoglio con prodotti tossici PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dramma sotto la Manica. Lunedì notte una navetta è rimasta paralizzata in fiamme a 17 chilometri dal terminal francese. Le 34 persone a bordo hanno rischiato la morte per asfissia e solo grazie ai soccorsi nonché all'intrepido comportamento del personale l'incidente si è risolto senza vittime. Ancora incerte le cause. Ma sembra che un principio d'incendio si fosse sviluppato su uno dei camion trasportati dal convoglio ancor prima che quest'ultimo imboccasse la galleria. Solo la fortuna ha infine permesso di evitare la catastrofe: tra i veicoli imbarcati si trovava un autocarro carico di prodotti chimici ad elevata tossicità. L'allarme è stato dato alle 21,45. Partita in direzione Londra da Coquelles - a pochi chilometri dalla Manica - alcuni istanti prima, la navetta si era bloccata nel tunnel in seguito all'emergenza fuoco. Ma più delle fiamme, è stato il fumo a minacciare la vita dei passeggeri. Otto gli intossicati dalle esalazioni, e due in modo grave. Per il capotreno Emile Gard e una giovane incinta all'ottavo mese - Sonia Matzak - è stato necessario il ricovero via elicottero a Lille. Nel tardo pomeriggio di ieri, tuttavia, le loro condizioni non allarmavano più i sanitari. Il gruppo ha trascorso un quarto d'ora d'inferno. «Due minuti di più in quell'atmosfera irrespirabile, e non saremmo qui a raccontarvi la nostra avventura» spiega Denis, un francese trapiantato in Scozia. La testimonianza dei viaggiatori sull'accaduto è contraddittoria. Ma sono unanimi nell'esprimere la loro riconoscenza al capotreno, nonché alla hostess e allo steward che li hanno assistiti con eccezionale sangue freddo nello scompartimento. «E' l'improvvisazione che ci ha salvati» spiega il primo, Emile Grand. Aggiungendo: «Ho seguito le consegne ma a partire da un certo punto si è reso necessario improvvisare». «Quando ci siamo fermati, il treno era avvolto da una fumata nera» dice ancora sotto choc. Nel vagone qualcuno voleva uscire dai finestrini, frantumandoli. Sarebbe stato fatale. Le esalazioni tossiche potevano uccidere quasi istantaneamente per asfissia chi si fosse calato all'esterno. Si è dovuto quindi impedire con la forza ogni iniziativa individuale. Ma alla fine Emile Grand ha comunque deciso di aprire le porte e far accedere gli imprigionati al parallelo tunnel di servizio dove si potevano attendere senza eccessivo pericolo i soccorritori. L'operazione, rapidissima, si è conclusa senza danni. Ed è giunto l'happy end. Ma gli interrogativi permangono. Anzitutto, esiste qualche legame tra eventuali negligenze al terminal francese - era in corso uno sciopero-lampo - e l'accaduto? In secondo luogo: vanno riviste la normativa di sicurezza e in particolare le misure antincendio? Eurotunnel tenderebbe a rispondere no su entrambi punti. Ma il ministro dei Trasporti francese, Bernard Pons, già ipotizza migliorie nei servizi di pronto intervento. La compagnia si augurava di poter riattivare il tracciato sin da iuri. Ma non è stato possibile neppure per gli Eurostar passeggeri. Nei giorni a venire avranno, in ogni caso, la priorità sul resto del traffico. Funzionando a galleria unica per 23 settimane il chunnel dovrà in ogni caso sopprimere non pochi treni. E la flessione del titolo, già assai debole per ragioni strutturali, alle Borse parigina e londinese testimoniava, ieri sera, le cupe previsioni degli osservatori. Indubbio, inoltre, che i traghetti da mesi in guerra tariffaria con il collegamento ferroviario sfrutteranno la prima seria emergenza dell'eurotunnel per affibbiargli la poco invidiabile etichetta di trasporto a rischio. Come se via mare i pericoli fossero davvero minori. Enrico Benedetto Pons, già ipotizza migliorie nei servizi di pronto intervento. La compagnia si augurava di poter riattivare il tracciato sin da iuri. Ma non è stato possibile neppure per gli Eurostar passeggeri. Nei giorni a venire avranno in ogni caso la priostrutturali, alle Borse parigina e londinese testimoniava, ieri sera, le cupe previsioni degli osservatori. Indubbio, inoltre, che i traghetti da mesi in guerra tariffaria con il collegamento ferroviario sfrutteranno la prima seria emergenza dell'eurotun

Persone citate: Bernard Pons, Emile Gard, Emile Grand, Enrico Benedetto, Pons

Luoghi citati: Coquelles, Londra, Parigi, Scozia