Censurata la Rai dell'Ulivo

Intanto a Palazzo Madama è rottura sul ddl Maccanico. Il ministro: clima non favorevole agli accordi Intanto a Palazzo Madama è rottura sul ddl Maccanico. Il ministro: clima non favorevole agli accordi Censurata la Rai dell'Ulivo La Commissione vigilanza: è faziosa ROMA. La commissione parlamentare di Vigilanza, praticamente all'unanimità, riconosce la parzialità dell'informazione della Rai dell'Ulivo e chiede che il cda «formuli una direttiva rigorosa e vincolante sul rispetto del pluralismo politico e culturale». Un documento che in serata il presidente Francesco Storace, ricevuto al Quirinale, fa vedere a Scalfaro. Ma la buona volontà dell'Ulivo, che in pratica censura la «sua» Rai, nel clima di generale irrigidimento del Polo sulla Finanziaria non basta a impedire la rottura delle trattative al Senato sul disegno di legge Maccanico. Maggioranza e opposizione si rinfacciano i motivi che hanno portato a spezzare un accordo che pareva ormai a portata di mano. Antitrust e Authority (premessa per la privatizzazione della Stet) paiono destinati a slittare a gennaio, visto che da giovedì il Senato sarà impegnato sulla Finanziaria. E, come se non bastasse, il senatore di An Riccardo De Corato minaccia: se entro domani non si raggiunge un accordo, il decreto «Salva-Rai», le conseguenze per la Rai saranno gravi: «Il rischio è che salti l'intero cda». Giornata intensa e anche contraddittoria, dunque, sul fronte televisivo. A San Macuto la Vigilanza, riunita per discutere sulle accuse di parzialità del Polo ai Tg della Rai, rafforzate dai dati dell'Osservatorio di Pavia e dalle recenti osservazioni del Garante, ha deciso alla fine di fondere insieme tre documenti: quello del Ccd Marco Follini, che aveva chiesto la convocazione, un altro ulivista di Falomi (Pds) e Montrone (Ppi) e un terzo, più duro, del vicepresidente verde Mauro Paissan, già critico sull'informazione Rai, e del suo collega Semenzato. Il documento richiama i principi del pluralismo interno «ragione legittimante del servizio pubblico», e ricorda i vari modi in cui debba essere attuato, anche nelle «strutture non giornalistiche» (vedi «Domenica In»), e alla fine impegna gli organi dirigenti Rai a formulare la direttiva «e ad assumere i conseguenti provvedimenti qualora tali indirizzi venissero violati». «Ab¬ biamo affidato alla Rai un compito a casa, come usa con gli studenti che debbano ripassare la lezione», ironizza Follini. «La vigilanza quasi all'unanimità ha messo sotto accusa la Rai per la sua faziosità» aggiunge il diniano Diego Masi. Storace gongola. «Fino all'altro ieri il cda rispondeva alle critiche dicendo di andarci a guardare le cassette», dice il presidente della Vigilanza. Che in serata porta in visione a Scalfaro il documento, insieme ai dati dell'Osservatorio di Pavia, alla lettera di commento del Garante, e alla fotocopia della missiva che il presidente della Repubblica aveva mandato due anni fa a Pivetti e Scognamiglio, gli elettori del cda morattiano, rivendicando l'obiettività dell'informazione. Storace ha chiesto a Scalfaro un intervento analogo anche perché, «la situazione si è aggravata», ha spiegato Storace, facendo notare che la Rai di oggi non tiene in considerazione né Vigilanza né Garante. Intanto a Palazzo Madama si consuma la rottura sul ddl Maccanico. Con reciproche accuse. «Le posizioni si erano molto avvicinate, ma poi ci siamo trovati di fronte a ulteriori richieste del Polo sul regime transitorio», spiega il ministro Maccanico. «Hanno chiesto di spostare la data del trasferimento di una rete Mediaset via satellite al 2001 e questo è inaccettabile», chiosa il sottosegretario Vincenzo Vita. De Corato la vede sotto un'altra luce: «Non potevamo certo accettare che nel '97 Mediaset si disfacesse di una rete, e la Rai non facesse altrettanto». «Ma se è prevista la contemporanea creazione della Terza Rete federata, senza pubblicità» replica Vita. De Corato: «La pubblicità finiva sulle altre reti, senza neanche un miliardo in meno». Vita: «Ma con gli stessi affollamenti sarebbero sì diventati meno». «La verità è che un clima politico come quello attuale non consente accordi» conclude Maccanico. E aggiunge minaccioso: «Ci sono solo tre settimane utili, poi scade la proproga del decreto sulle concessioni ai privati, e quello sì che è il vero termine capestro». De Corato ha pronta la sua contromossa sull'altro decreto in scadenza, il Salva-Rai: «Se cade la conversione in legge del Salva-Rai va a casa il cda, perché eletto in base a ima legge, la 206, modificata dal decreto che decade». E in ambienti del Polo spiegano che l'appello di ieri del cda Rai a non sottovalutare il Salva-Rai va letto in termini politici e non finanziari: «Quel decreto consentì aumenti di capitale a Demattè con un'esenzione fiscale e abbassò il canone della Rai allo Stato. Ma non diede soldi alla Rai. Una Rai che Professori e Moratti hanno ormai risanato, tanto che potrebbe al limite permettersi anche di pagare le tasse arretrate». Maria Grazia B ruzzane Storace soddisfatto va da Scalfaro «Intervenga, la situazione è grave» De Corato: potrebbe saltare il Cda Cea da Scalfaro one è grave» altare il Cda La FrancesStorace è presiddella CommisParlamedi Vigilasulla Rai A sinistra il presidente della Rai Siciliano Qui sotto Maccanico Francesco Storace è presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai

Luoghi citati: Pavia, Roma, San Macuto