«Fondi illeciti ai partiti» di Antonella Rampino

Verdi e pds: noi siamo «puliti» «Fondi illeciti ai partiti» Cossutta: tutti erano coinvolti FINANZIAMENTI PUBBLICI OROMA NOREVOLE Cossutta, lei ha lanciato un appello alla sinistra, perché dica tutta la verità sul finanziamento ai partiti. Quale, questa verità? «La sinistra ha un dovere di franchezza. 10 non conosco nessun partito che non abbia violato la legge sui finanziamenti. Non c'entra solo 11 pei, c'entrano tutte le forze politiche: hanno violato la legge sul finanziamento pubblico perché non hanno messo a bilancio, come diceva la legge del 1973, le cifre che comunque venivano versate. Cifre che non si dichiaravano, perché sarebbe emerso che ogni partito aveva qualche rapporto, e dunque qualche condizionamento, esterno». Mi passi il gioco di parole: condizionamento esterno, o estero? «Beh, per molti partiti si trattava di finanziamenti internissimi. Oppure anche finanziamenti esterni, non dimentichiamo quanti contributi saranno arrivati alla democrazia cristiana dall'esterno, e dall'estero». Lei segui per conto del pei la legge del 1973. Non vi rendeste conto che si costruiva uno steccato da cui i buoi erano già scappati? «Quella legge fu fatta di fronte allo scandalo dei fondi neri deri- vanti dal petrolio. Emerse l'esigenza di rendere pubblici i bilanci dei partiti, cosa che fino a quel momento non era stato. E facemmo una legge che stabiliva il finanziamento pubblico, e obbligava i partiti a indicare con chiarezza la provenienza dei loro proventi e la destinazione delle loro uscite. Ma poi ci sarebbe dovuto essere un controllo, cosa che non è mai stata fatta. Tanto che io per primo ho poi detto che quella legge, così com'era, era da abrogare». La politica, secondo lei, si approvvigiona ancora a fonti sbagliate? «E' una domanda difficile. Dopo tutto quello che c'è stato, mi au¬ gurerei che non si debba più ricorrere a quei mezzi. Il fatto è che ci sono delle forze politiche che hanno alle spalle, alla luce del sole, persone o gruppi che sono finanziariamente molto potenti, e forze politiche che vivono invece solo di sottoscrizioni. Quando il pool di Milano dice "la corruzione non è finita"...». Lei dice che tutti i partiti hanno avuto finanziamenti illeciti. E' la stessa cosa che dice anche Craxi. 0 c'è qualche differenza di posizione? «Mi appello alle forze democratiche proprio per evitare che questo tema si presti alle strumentalizzazioni di Craxi». Lei ha tenuto per molti anni, per conto del pei, i rapporti con l'Urss. E sappiamo che l'Unione Sovietica ha finanziato a lungo il pei. Questa sua richiesta di verità è anche un'autocritica? «Fino alla legge sul finanziamento pubblico, c'erano forme di solidarietà dall'estero, in un'Europa e un mondo che come tutti sanno era diviso in due grandi blocchi contrapposti. Ricordo, e spero di non sbagliare, che i contributi che venivano finché io ero in segreteria, e cioè fino al 1975, andavano modestamente a vantaggio della stampa comunista. Non erano tali da influire sul bilancio vero e proprio del partito». Massimo D'Alema ha soste¬ nuto che né nel 1979, né nell'81 ci fu da parte del pei una vera rottura con l'Unione Sovietica. Non ci fu, questa rottura, nemmeno sotto il profilo dei finanziamenti? «Questo non sono più in grado di dirlo, io mi sono occupato di queste vicende finché sono stato membro della segreteria, e cioè fino al 1975. Dopo quell'anno ho seguito le questioni relative alle autonomie locali». Lei era però uno dei più importanti leader della sinistra, possibile che non sapesse nulla? «Francamente, se sapessi qualcosa di preciso lo direi. Mi pare ci sia un libro però, scritto da Gian¬ ni Cervetti (che nel 1975 era nella segreteria del pei n.d.r.) nel quale si dice, mi pare, che quel rapporto è andato avanti, non ricordo fino a quali anni». I Verdi e il pdup hanno dichiarato di non aver mai preso una lira fuori bilancio. «Se lo dicono, sarà vero. Beati loro che possono dirlo. Perbacco, l'Unione Sovietica ha fatto le cose con il vecchio pei, e poi ci sono stati altri finanziamenti. Se loro dicono così, sarà vero. Il punto, lo ripeto, è un altro: il mondo oggi è diverso. E dunque oggi possiamo e dobbiamo fare chiarezza». Antonella Rampino

Persone citate: Cervetti, Cossutta, Craxi, Massimo D'alema, Verdi

Luoghi citati: Europa, Milano, Unione Sovietica, Urss