I Moratti alla conquista di Milano

I Moratti alla conquista di Milano Il presidente dell'Inter in una lista civica appoggiata dall'Ulivo. Ma Letizia che farà? I Moratti alla conquista di Milano Massimo, papabile sindaco, sconvolge Destra e Sinistra GRANDI MANOVRE A PALAZZO MARINO IMILANO N via Bigli, uno dei pochi salotti milanesi che ancora contano, la signora Milly è già al lavoro. Cene, incontri, telefonate, una campagna elettorale pronta a partire. Basta che Massimo Moratti, il marito, si convinca a dire sì. Candidato sindaco. Un Moratti a Palazzo Marino. Il presidente dell'Inter alla guida di una lista civica appoggiata dall'Ulivo. Ancora non è certo se le elezioni saranno a giugno, come probabile, o a novembre, come è tuttora possibile. E dunque la signora Milly, finché può, si muove con discrezione. Gli invitati alle cene sanno di doversi adeguare. Milly Moratti, di campagne elettorali, ha buona esperienza. Già nel '92 aveva tentato di convincere Massimo e al suo rifiuto aveva ap- poggiato Nando Dalla Chiesa: sconfitto da Marco Formentini. La primavera scorsa, per le politiche, il salotto di via Bigli si era aperto a Walter Veltroni e l'appoggio era per Michele Salvati: sconfitto da Silvio Berlusconi, ma arrivato in Parlamento con il recupero proporzionale. Ora, grazie al pressing del suo compagno di università Basilio Rizzo, consigliere comunale verde, Milly insiste e la candidatura di Massimo riparte. Al momento, le candidature co¬ nosciute sono quattro, tutte ufficiose meno una. Per il Polo l'ex questore Achille Serra, deputato di Forza Italia. Per l'Ulivo l'ex presidente dei giovani di Confindustria Aldo Fumagalli. Per la Lega Nord l'attuale sindaco Marco Formentini. Unico sicuro è Gianfranco Funari, che ha già riempito i muri di Milano con lo slogan «Funari sindaco» e annuncia la guerra alla burocrazia. La candidatura di Massimo Moratti spariglia al centro, a sinistra e nell'Ulivo. Da via Bigli il nome Moratti è già arrivato in via Pantano, sede delrAssolombarda di Ennio Presutti. E' passato dai salotti di casa Pirelli,' Scognamiglio, ovviamente in quello familiare di Galleria De Cristoforis dove regnano il fratello Gianmarco e la moglie Letizia. Anche lei, Letizia, era data come probabile candi¬ data a Palazzo Marino. Ma se Massimo dovesse davvero accettare, è impensabile una sfida in famiglia. «Non esiste, o l'uno o l'altra - dice Giampiero Borghini, ex sindaco, ex candidato sindaco e ora tra i primi sponsor di Massimo -. Conoscendo lo stile Moratti è già tanto che ne accetti uno». Un altro sponsor di peso è Guido Rossi, già parlamentare, già presidente della Consob, presidente della Montedison. Lui pure candidato per qualche minuto («No, grazie») dovrebbe portare la candidatura fin nella stanza di Massimo D'Alema. Il pds di Milano, già schierato su Fumagalli, non avrebbe gradito questa candidatura Moratti: tanto che da via Volturno, la sede milanese, nessuno ha voluto commentare le indiscrezioni. Indifferente, invece, la Lega. «So che andrò al ballottaggio - è sicuro Marco Formentini - e preferisco avere un avversario di valore. Anche se si chiamasse Antonio Di Pietro». Per Moratti si sta muovendo il Partito Trasversale della Milano perbene. Quella che Borghini chiama «le élites». «In tempi nomi ali basterebbe un sindaco normale - dice Borghini - ma Milano esce da anni di umiliazione e ha bisogno di candidati di livello». Spariglia a sinistra, Moratti; ma mette in difficoltà anche il Polo. Serra rimane il candidato, ma uno scontro con Moratti lo vedrebbe in forti difficoltà. «Non sento di altri movimenti, anche se c'è tempo e ci potrebbe essere il colpo a sorpresa - dice Vittorio Dotti -. Massimo lo vedrei con favore, e non solo da interista», [g. cer.] Massimo Moratti presidente dell'Inter

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