Ospiti scomodi a San Pietro

Ospiti scomodi a San Pietro Ospiti scomodi a San Pietro CITTA' DEL VATICANO. Quella di Fidel Castro è l'ultima di una serie - non lunga, per la verità - di visite che hanno fatto scalpore, in Vaticano, sia sotto il regno di Paolo VI, sia durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Con Papa Montini varcarono il portone di bronzo - e il fatto suscitò enorme scalpore - tre rappresentanti delle forze armate di liberazione di Paesi ancora sotto il dominio coloniale portoghese: Mozambico, Angola e Capoverde. Non parliamo di Gromyko, eterno ministro degli Esteri sovietico, che salì varie volte, nella sua lunga carriera, le scale dei Palazzi Pontifici, sia con Paolo VI che con Giovanni Paolo IL Papa Montini ricevette anche Janos Kadar, nei tempi in cui l'Ungheria era a regime comunista, e la chiesa cattolica viveva tempi difficili, anche se non così duri come quella cecoslovacca. La diplomazia vaticana ha però cercato, nei limiti del possibile, di evitare che il Papa, o il Segretario di Stato, ricevessero in udienza personalità particolarmente «difficili». Pochissimi i contatti con i dittatori dell'Est europeo, per esempio; e anche i vari «caudillos» sudamericani sono sempre stati diplomaticamente dissuasi dal recarsi in Vaticano. Così è stato con Paolo VI, e lo stesso trend si è mantenuto con Giovanni Paolo II, che, in realtà, è andato di persona a visitare i «cattivi» del mondo: Pinochet e Suharto, per non parlare dei vari generali a capo di governi dittatoriali in Africa. Ma non sempre è stato possibile evitare visite «choc», o che hanno creato reazioni dure. Quando Yasser Arafat, per esempio, è stato brevemente ricevuto la prima volta - e neanche nei palazzi pontifici, ma in una sala adiacente all'Aula Nervi - l'immagine prevalente dell'Olp era quella di una sanguinaria organizzazione terroristica; e naturalmente ci furono commenti di segno negativo. Così come le polemiche precedettero ampiamente la visita in Vaticano dì Kurt Waldheim, il cancelliere austriaco accusato di avere svolto un ruolo, sia pure minore, nella macchina nazista. Waldheim doveva essere ricevuto in Vaticano, quando «il caso» esplose sui giornali; ma l'udienza ormai era stata annunciata, e la Santa Sede non ritenne opportuno piegarsi alle pressioni. Così come, più di recente, ha provocato sconcerto la visita - ma non al Papa, bensì al Segretario di Stato - di Hassan Al Tourabi, l'ideologo islamico sudanese, ritenuto responsabile dell'atteggiamento repressivo del suo governo nei confronti della popolazione cristiana nel Sud del Sudan. [m. tos.l

Luoghi citati: Africa, Angola, Capoverde, Citta' Del Vaticano, Sudan, Ungheria