L'UOMO CHE NON PUÒ' CAMBIARE di Igor Man

L'UOMO CHE NON PUÒ' CAMBIARE L'UOMO CHE NON PUÒ' CAMBIARE I L Papa andrà a Cuba. E' ufficiale. Forse nell'ottobre del 1997, quando visiterà il Brasile, «ma non è quella l'unica occasione», ha detto il portavoce professor Navarro Valls. Nel 1983, a Portorico, il Papa confidò ai giornalisti come il suo pensiero corresse sempre alla «perla dei Caraibi», aggiungendo di pregare, «ogni giorno», per Cuba, per il suo popolo. Fidel Castro ha regalato al Papa una scultura astratta in argento che idealizza una .conchiglia. Che (forse) si potrà finalniente aprire senza sforzo per trovarvi, dentro, la «perla», appunto, il Papa andrà a Cuba perché il Lìder maxime non ha battuto ciglio davanti alle due «precise condizioni» poste dalla Santa Sede. E cioè che il Papa «potesse andare dove vuole e parlare di quello che vuole». Il che presuppone (o dovrebbe) che durante il lungo colloquio a tu per tu (35 minuti) in spagnuole Fidel e Giovanni Paolo II abbiano affrontato il problema dei problemi: il rispetto dei diritti umani a Cuba, sistematicamente calpestati dal regime castrista subito dopo il triunfo su Batista, il dittatore-prosseneta. La svolta nella storia breve e drammatica di Cuba castrista avviene il 17 di maggio del 1959, con la riforma agraria che nazionalizza l'americana United Fruits Co. Nell'aprile del 1959, Castro tornò a mani vuote dal «viaggio della speranza» negli Stati Uniti. «Ci ricattarono, ci avrebbero aiutato soltanto se la riforma fosse stata indolore per loro», ebbe a dirmi Che Guevara. Varata la Igor Man CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Batista, Castro, Fidel Castro, Giovanni Paolo Ii, Guevara, Navarro Valls

Luoghi citati: Brasile, Cuba, Stati Uniti