Guerra da Londra al Bacco degli Uffizi
il caso. Una misteriosa società panamense e un restauratore annunciano: quello vero è nostro il caso. Una misteriosa società panamense e un restauratore annunciano: quello vero è nostro Guerra da Londra al Bacco degli Uffizi «Il Caravaggio fiorentino non è l'originale» Ma nessuno può vedere quello «autentico» DLONDRA AL caveau di una banca svizzera, un Bacco inghirlandato di foglie di vite por Ige un'enigmatica coppa al pubblico d'Oltremanica. Un restauratore italiano sostiene che si tratta nientemeno che del dipinto originale di Caravaggio e proclama che quello custodito agli Uffizi è una copia languida e manierista. Boutade o giallo internazionale? Dietro il misterioso Caravaggio si agitano comunque interessi non da poco: il dipinto è stato acquistato da una società di Panama, la Pucket International, che lo ha rilevato da «un collezionista svizzero che vuole restare anonimo». E Santo Cardamone - questo il nome del restaturatore - è venuto a Londra, capitale del mercato dell'arte, con avvocati al seguito, per presentare alla stampa i risultati della sua ricerca sul quadro, perché dice che in Italia si è scontrato con «l'ostilità» dei critici. I più sofisticati test stratigrafici, secondo Cardamone, confermerebbero che questo è un Caravaggio d'annata: «La pittura ha una massa atomica molto dura, caratteristica di dipinti antichi. Ma soprattutto non c'è nessuna traccia di disegno, nessuna correzione o restauro. Nel contempo, abbiamo rilevato piccole particelle di colore che non servivano assolutamente alla realizzazione del colore desiderato: questa contraddizione tra la grande mano pittorica che viene fuori dalle radiografie e la scarsa preparazione nella ricerca del colore è caratteristica di Caravaggio: i colori sono esattamente quelli della sua "prima tavolozza"». Le radiografie del quadro degli Uffizi invece «presentano un'impostazione accademica, con tanto di disegno e correzioni». La tesi di Cardamone è che il Bacco originale sia andato perduto. «Giovanni Baglione, amico e biografo di Caravaggio, riferisce che il Bacco era un autoritratto e dipinto "in maniera un poco secca": questa descrizione non si attaglia al Bacco Uffizi. Spedito dal cardinale Del Monte come regalo al granduca di Toscana, spari e non fu mai più menzionato in nessun inventario o registro». Fra le tesi contro il Bacco degli Uffizi vengono citati Roberto Longhi, che nel 1913 lo aveva bollato come una copia di un Caravaggio perduto, e il critico E. Benkhardt, che lo aveva definito «un pasticcio saraceniano di fine '500». Ma il mistero rimane, anche perché il quadro «originale» non viene mostrato a nessuno: in attesa di un simposio a Lugano, previsto per fine mese, dove sono invitati critici e specialisti. Ci andranno? Maria Chiara Bonazzi Paolucci: si può anche dubitare della Gioconda però servono le prove Il «Bacco» di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio esposto agli Uffizi
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