Banconapoli sei gruppi in corsa di Roberto Ippolito

Giochi sotto il Vesuvio. Oltre a Ina e Bnl in campo anche Mediocredito Giochi sotto il Vesuvio. Oltre a Ina e Bnl in campo anche Mediocredito Bqnconqpoli, sei gruppi in corsa Tre sono banche pubbliche ROMA. Protagoniste le banche pubbliche. Sono loro a movimentare la corsa per il Banco di Napoli. Oltre alla Bnl, alleata con l'Ina, anche il Mediocredito centrale si è fatto avanti. Anzi, per la precisione, è persino arrivato primo: già da una decina di giorni il presidente Gianfranco Imperatori è iscritto alla gara per la privatizzazione. La cordata Bnl-Ina e il Mediocredito dovranno fronteggiare la concorrenza di istituzioni finanziarie straniere: due, forse quattro. Sarebbero in lizza una banca tedesca, secondo voci la Bayerische Landesbank, una giapponese, una compagnia di assicurazioni europea. Un chiarimento sui partecipanti (almeno sul numero) è atteso per questa mattina. E' previsto un comunicato della Rothschild, la banca incaricata dal ministero del Tesoro di gestire la vendita del 60% del Banco. La scorsa mezzanotte è scaduto il tennine per la presentazione delle manifestazioni d'interesse. Si tratta della prima fase dell'asta competitiva: dichiarandosi interessati, i potenziali acquirenti possono consultare il dossier di 77 cartelle con le informazioni sull'istituto. Ma anche chi non si è mosso entro ieri può avanzare fino al 20 dicembre un'offerta con il prezzo. Finora, quindi, non c'è nulla di impegnativo per nessuno. In compenso ci sono molte polemiche e tanti interrogativi sull'interesse di istituzioni legate al Tesoro per una banca messa in vendita dal Tesoro: il ministero ha oggi in mano il 100% del Mediocredito, direttamente il 54,7% e indirettamente il 33,5% della Bnl, il 34% dell'Ina appena privatizzata. Se saranno loro ad aggiudicarsi il Banco, si potrà parlare di privatizzazione? Polemizzando con la cordata di Mario Sarcinelli e Sergio Siglienti, presidenti di Bnl e Ina, l'Adusbef, un'associazione di consumatori, pensa di no: «E' veramente stupefacente - dice in una nota - la disinvoltura con la quale si vorrebbe far passare per privatizzazione una pubblicizzazione incestuosa». L'Adusbef afferma che l'Ina è «ancora direttamente controllata dal Tesoro e da banche pubbliche» (alludendo a San Paolo, Caripio e Monte dei Paschi e forse all'Imi). E ha inviato una lettera al commissario europeo per la concorrenza Karel Van Miert denunciando le «false privatizzazioni». Sarcinelli, Siglienti e Imperatori sono partiti all'attacco mentre trapelava la rinuncia a entrare in lizza di due banche private, Ambroveneto e Commerciale. Carlo Azeglio Ciampi, ministro del Tesoro, ha dovuto prendere atto del disinteresse delle poche istituzioni finanziarie private italiane (il credito è per tre quarti di proprietà pubblica). Ma «non ha dato alcuna istruzione» alle banche pubbliche di muoversi, come precisano fonti del ministero. Del resto «non si può impedire di partecipare alla gara per il Banco a una società per azioni» come Bnl o Mediocredito. Ma cosa ha spinto alcuni istituti a competere, sfidando le prevedibili polemiche? Sarcinelli punta a espandere la presenza nel Mezzogiorno, Siglienti a trovare un braccio operativo per vendere i prodotti assicurativi, Imperatori a essere sempre più in prima linea per lo sviluppo industriale del Sud. La vicenda del Banco mette in gioco delicati equilibri. L'Inps ha bocciato la mossa della Bnl. L'Ina non sembra avere problemi con le banche che fanno parte del nucleo dei soci principali. Fra l'altro con queste banche cerca da tempo un raccordo operativo per realizzare la «bancassurance», l'integrazione tra attività bancaria e assicurativa, sempre più importante. L'Ina non vede contraddizioni tra il rapporto con i suoi soci «forti» e l'eventuale legame con il Banco. Per il ramo danni un patto con la Cariplo sarebbe imminente e il dialogo con il San Paolo è aperto. Per il ramo vita l'Ina avrebbe con il Banco uno sbocco su un mercato dove non può operare con i suoi azionisti, già impegnati con propri prodotti. Per ora, comunque, la Bnl e l'Ina vogliono studiare il dossier. Poi decideranno se avanzare un'offerta. Se accadesse, la cordata potrebbe allargarsi, sull'Ina ricadrebbe il maggiore impegno finanziario (la Bnl è a corto di risorse) e sulla Banca del lavoro l'onere di accompagnare la ripresa del Banco. Banco che Imperatori non vuole far morire. E che ritiene uno strumento essenziale per il Mezzogiorno. Qualora il Mediocredito conquistasse il Banco, integrerebbe la sua attività specializzata nel credito per le imprese con quella «ordinaria» dell'istituto napoletano. Cordate aperte, gara appena cominciata, strategie da definire, stranieri alle porte: all'ombra del Vesuvio (e del Tesoro) si giocano molte partite. Roberto Ippolito L'istituto fa gola a tedeschi, giapponesi e a una assicurazione Imperatori (Mediocredito) e, da sinistra, Siglienti (Ina) e Mario Sarcinelli (Bnl)

Luoghi citati: Caripio, Napoli, Roma, San Paolo